Le tribù di Iceni e Trinovanti avevano sbaragliato i Romani presso Colchester, ma la loro sete di vendetta nei confronti dell’usurpatore non era ancora stata placata.
Anche presso Londinium e Verolamium la furia delle genti locali fu inarrestabile ed in pochi mesi mezza Britannia fu in fiamme.
La fanteria della IX legione fu sterminata e il procuratore Catone, massima autorità romana sull’isola, fuggì in Gallia: 70mila morti romani secondo Tacito.
Ma Roma non poteva tollerare tutto ciò, ed il conto fu presentato dal proconsole Svetonio Paolino, in un “luogo dall’accesso angusto, una gola chiusa alle spalle da una selva”, che gli storici non hanno mai identificato.
Così lo scontro che segnò il futuro dell’Inghilterra si ricorda con un nome inventato: battaglia di Watling Street.
Fu un’ecatombe, con 80mila morti, stavolta quasi tutti locali. L’Inghilterra fu romanizzata ed è per questo che oggi in inglese vittoria si dice “victory” alla latina e non “buddug” alla celtica.
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