venerdì 28 maggio 2021

Cosa sarebbe successo alla regina Budicca se fosse stata catturata dai romani


In realtà la regina degli iceni è stata ammazzata dai romani, e bene o male per i romani, perché gli iceni sotto il suo comando fecero fuori ben 70.000 romani ovvero (9 legioni), era astuta, combatteva nel suo territorio che conosceva bene rispetto ai romani, fu un po come l'imboscata di Teutoburgo.


Non penso che gli sarebbe servita qualcosa Boudica, visto che guidava una rivolta contro i romani, a differenza di Annibale che si opponeva ma era valutato come un grande stratega a tal punto che Scipione disse : Scipione "quali sono i migliori strateghi per te "
Annibale rispose : "Alessandro magno, per aver affrontato l'impero Persiano ed averlo conquistato, fino ad arrivare in India, il secondo Pirro, uno dei primi ad inventare gli accampamenti per stabilizzarsi su un territorio, ed il terzo io stesso per aver affrontato i romani sul loro territorio." (una cosa del genere)
Scipione disse :" se vincevi la battaglia di Zama, dove ti staresti posto"
Annibale con tutta sicurezza rispose : " sarei stato il primo stratega." (rispetto agli altri citati, questo perché Annibale riuscì a combattere sempre con intelletto, era un leader carismatico? Si probabile ma anche se provocava terrore ovvero che si faceva molto rispettare, è riuscito a tenere testa ai romani per 15 anni nel suolo italico, riuscendo anche nel tenere insieme i celti o i galli dalla sua parte, che furono utili nelle battaglie, ed anche per l'esperienza dei soldati che erano diventati veterani, perché sapevano combattere contro i romani e infatti Zama fu persa perché non aveva abbastanza cavalleria e i numidi lo abbandonarono, affiancandosi con i romani ).
BOUDICA anche lei era carismatica, ha dato del filo da torcere ai romani, come Annibale, ma non la reputo una stratega eccelsa come il Cartaginese citato, lei vinse per il suolo che conosceva, Annibale non conosceva bene il suolo romano eppure vinse ben 8 battaglie, questa è la differenza, i Romani o Scipione penso avrebbe ammirato più come nemico e rispetto il Cartaginese piuttosto BOUDICA che alla fin fine vinceva più con imboscate e qualche inganno, a differenza dell astuzia e tempistica di Annibale e grazie alla sua cavalleria che faceva la differenza.
In fin dei conti però, BOUDICA era una zanzara che succhiava il sangue e doveva essere schiacciata e così fu.


giovedì 27 maggio 2021

Com'era l'anestesia al tempo degli antichi romani?

I medici della Legione romana avevano rifornimenti di oppio importati dall'India. Avevano coltivato selettivamente varietà più forti della pianta del papavero. Esso veniva poi mescolato con il vino, poiché è molto amaro. Dal momento che era stato importato, solo i ricchi potevano permetterselo.


mercoledì 26 maggio 2021

Quale sarebbe la reazione nell'antica Roma vedendo il corpo di un bodybuilder dei nostri tempi?

Tutti coloro che pensano che i bodybuilder avrebbero potuto fare i gladiatori hanno preso un enorme abbaglio dato da Hollywood.

I Gladiatori erano muscolosi, si, ma erano anche grassi. I Gladiatori infatti avevano bisogno di grasso sottocutaneo. Un cuscino di grasso che proteggesse, da ferite di taglio, nervi e vasi sanguigni in una lotta. Un gladiatore magro sarebbe stato solamente un uomo morto che cammina e non sarebbe stato idoneo per un buon spettacolo. Le ferite superficiali sono l’aspetto più spettacolare degli eventi. Se si veniva feriti, ma solo nello strato di grasso, si sarebbe potuto continuare a combattere. Non faceva molto male e sembrava una cosa eccezionale per gli spettatori.

I legionari avevano un fisico simile poiché dovevano proteggere la propria muscolatura dalle ferite.

Avrebbe potuto essersi venduto come Ercole redivivo o cose simili…

Partiamo dalla considerazione che non avevano né conoscenze per rinforzare i muscoli (costruire massa muscolare) né conoscenze inerenti all'alimentazione seppur nutriti di gran lunga meglio di noi.

Avevano fisici atletici ma basati più sulle prestazioni in quanto combattenti e la robustezza fisica ne era una conseguenza diretta ma non facevano, o meglio facevano pochi esercizi, per aumentare massa o diete per rimuovere massa visto che dovevano esibirsi e avere molta forza, energia e tecnica.

La cultura e la società romana erano molto avanzate riguardo il mantenimento del proprio corpo e la libertà in generale.

Per dimostrarlo basta guardarsi un paio di statue di quell’epoca.

Esistevano le palestre e i corpi erano depilati come adesso, 2000 anni fa erano come noi oggi apprezzavano il corpo e la sua bellezza.



Un bodybuilder non avrebbe avuto la coordinazione e la capacità di combattere, per cui sarebbe stato carne da macello nell'arena.

Sarebbe come paragonare un bodybuilder con un atleta odierno che pratica boxe, basket, nuoto o rugby.

Per compensare lo avrebbero sbattuto in una scuola per gladiatori, subito dopo al Colosseo per combattere.


martedì 25 maggio 2021

Quale era il peggior sacrilegio che avrebbe potuto fare un romano ai tempi della Antica Roma?

Il peggior sacrilegio sarebbe stato "violare" le Vestali, ovvero le sacerdotesse che dedicavano la propria esistenza al tempio di più alto significato per l'Urbe e i suoi abitanti, dedicato alla dea del “focolare pubblico del Popolo Romano”: il Tempio di Vesta.

Attribuito dalla tradizione a re Numa Pompilio (754–673 a.C.), in esso le Vestali custodivano il fuoco sacro perenne, espressione e simbolo della continuità della vita di Roma. Nella parte più interna del tempio erano inoltre conservati oggetti sacri che, secondo la leggenda, Enea avrebbe portato da Troia, come pegno e garanzia dell’impero.



Il tempio di Vesta - che secondo alcuni aveva forma tonda, perché nato come una capanna -, sede del più antico focolare domestico, fu ricostruito l’ultima volta sul finire del II se­c. d.C. da Giulia Domna, moglie dell’Im­peratore Settimio Severo.

Accanto al tempio di Vesta, la Casa delle Vestali era la residenza e la sede ufficiale delle sacerdotesse, incaricate della sorveglianza del fuoco sacro che ardeva nel tempio e dei riti connessi al culto del focolare. Le Vestali erano normalmente sei, entravano nel sacerdozio tra i sei e i dieci anni e vi rimanevano per trent'anni, con obbligo di castità. Erano scelte dal Pontefice Massimo, che sorteggiava le “novizie” tra venti nomi di fanciulle proposte, inizialmente, dalle famiglie patrizie e, successivamente, anche da quelle plebee. Colei che infrangeva il voto di castità, non potendo esser versato il sangue di una Vestale, era sepolta viva in una stanza sotterranea posta nel campo detto "scellerato", prossimo alla porta Collina ed all'incrocio tra l’attuale via XX Settembre (l’antica Alta Semita) e via Piave. Il sangue del complice poteva, invece, essere versato: ed infatti, costui era frustato, fino a morte, nella piazza del Foro.
A causa della sua destinazione d’uso, il tempio andò più volte a fuoco; ogni volta fu ricostruito, ma probabilmente la posizione originaria non è quella attuale. La Casa delle Vestali (non a torto, considerata il prototipo dei conventi moderni) era articolata su due piani attorno ad un ampio cortile. Il cortile era tenuto a giardino e circondato da portici, sui quali s’affacciavano gli ambienti destinati al soggiorno e all'alloggio delle Vestali, ai servizi e al personale ad essi addetto. In tutto autosufficiente, disponeva di una cu­cina, di un mulino e un forno, ancora riconoscibili.






lunedì 24 maggio 2021

Qual era la maggiore fonte di intrattenimento nell'antica Pompei?

A causa del gran numero di bordelli, frequentarli era apparentemente la principale attività ricreativa di Pompei. Ovviamente sappiamo che i romani avevano gare di carri, combattimenti tra gladiatori, cacce di bestie ed esecuzioni pubbliche. Ma c'era una preponderanza di bordelli in quella particolare città.




domenica 23 maggio 2021

Perché non sono mai state ritrovate antiche corone egiziane?

Nessuna corona dei faraoni è mai stata trovata dagli archeologi. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che siano state tramandate da un regnante all'altro, o forse perché erano realizzate con materiali delicati. Gli esperti ritengono che probabilmente fossero fatte in tessuto, pelle o fibre intrecciate come il papiro.



sabato 22 maggio 2021

Cos’è il garum, il condimento più amato dagli antichi romani?

Questa salsa di interiora di pesce, che gli antichi romani utilizzavano come condimento su molti piatti, nell’immaginario di molti rimane una preparazione a base di animali putrefatti. In realtà – come molte testimonianze, seppur frammentarie, attesterebbero – si tratta piuttosto di una tecnica di fermentazione, di origine ancor più antica, già ampiamente diffusa nel Mediterraneo ai tempi di greci e fenici.


COME SI PREPARAVA



Per ottenere questa salsa i romani partivano dalle interiora di acciughe, sgombri e altro pesce povero che poi lasciavano macerare sotto sale per un un tempo abbastanza lungo in piccole anfore. Era poi filtrato, a più livelli, per crearne diverse varianti: c’era la flos floris, di qualità superiore, derivante dalla prima filtrazione; il liquamen, di seconda scelta secondo alcuni studiosi, coincidente con il garum stesso secondo altri; l’allec, una salsa semiliquida ottenuta dalla polpa rimanente.


IL GARUM NELLA LETTERATURA



Richiami molto chiari al garum si trovano in lungo e in largo nella letteratura latina: tra i tanti ne parla chiaramente Apicio nel De Re Coquinaria, raccolta di 10 libri di ricette di cucina romana compilata nel I secolo, in cui fa riferimento all’ampio uso del garum o liquamen come insaporitore di almeno 20 diverse ricette, dalla carne a pesce, dalla frutta alla verdura.



Informazioni più dettagliate le riferisce Plinio il Vecchio nel XXXI libro della Naturalis Historia, in cui parla di “un altro tipo di liquido pregiato, che chiamarono garon, è fatto con intestini di pesci e altre parti che di norma si dovrebbero buttare via, macerati nel sale, sicché quello diventi la feccia di cose in putrefazione”.


UN LIQUIDO PREGIATO DALLE DIVERSE QUALITÀ

Liquido pregiato, dunque, in cui la putrefazione cui fa riferimento lo scrittore poteva sopraggiungere quando il sale non era sufficiente a innescare la fermentazione. È sempre Plinio a chiarire che il garum migliore era il sociorum, fatto con gli sgombri provenienti dalla Spagna, e che si commerciavano anche una specie di garum senza condimenti, il gari flos, e un’altra variante con pesce a scaglie, il garum castimoniale. Il primo, sopratutto, essendo in buona sostanza una salamoia satura in cloruro di sodio in presenza di enzimi proteolitici, si rivelava un buon digestivo e presentava anche qualità disinfettanti, paragonabili a quelle della tintura di iodio e di blandi antiinfiammatori.


I GARUM MODERNI


Tra le preparazioni che più si avvicinano al garum oggi c’è forse la colatura di alici di Cetara, di cui si dice sia l’antenato: questa salsa liquida campana, dal colore ambrato, segue un tradizionale procedimento (e un disciplinare) di maturazione delle alici in una soluzione satura di acqua e sale. Con tutta probabilità, tuttavia, derivano dalle stesse radici latine anche la salsa di pesce orientale e soprattutto il nuoc mam, la versione appartenente alla cucina vietnamita molto diffusa in tutto l’Oriente.