Non esattamente.
L'espisodio in questione è avvenuto durante la guerra civile combattuta tra Cesare e la fazione pompeiana. In seguito alla morte di Pompeo in Egitto Cesare tornò in Sicilia per riorganizzare il suo esercito e lanciare un'ultima campagna in Nord Africa, dove si erano radunati i sostenitori di Pompeo ancora in vita.
Giunse a Cesare la notizia che 4 legioni si erano ammutinate: a causa della guerra civile molti legionari avevano combattuto per molto più tempo di quanto previsto dalla loro ferma e la loro paga non arrivava da mesi. I capi della rivolta ora volevano che Cesare pagasse gli arretrati e congedasse i veterani. Normalmente Cesare li avrebbe accontentati, ma questi erano tempi eccezionali e le cose non erano così semplici: Cesare non aveva neanche un soldo in tasca e con una guerra civile in corso aveva bisogno di tutti i legionari che riusciva a trovare, sperava di concludere il conflitto con la campagna in Africa e usare il bottino di guerra per pagare i legionari.
Cesare andò dalle legioni per parlare con i capi della rivolta, e capì che stavano cercando di ingannarlo. In realtà i legionari volevano la paga, ma non volevano essere congedati. Cesare li aveva guidati verso molte vittorie, il suo genio militare li aveva salvati da situazioni dove la morte sembrava certa e i vari bottini depredati dagli eserciti sconfitti avevano arricchito molti legionari. Le legioni di Cesare, anche quelle che si erano ribellate, erano estremamente fedeli e lo avrebbero seguito in tutte le guerre che voleva, ma volevano anche ricevere lo stipendio e speravano che minacciando di congedarsi in un momento così critico Cesare sarebbe andato nel panico e avrebbe accettato di negoziare con loro.
Il piano sembrava funzionare quando Cesare arrivò al campo delle legioni per ascoltare le loro richieste, ma quello che i legionari non sapevano è che Cesare non aveva abboccato e stava per usare lo stesso trucco su di loro.
Cesare radunò le legioni per fare un discorso, e iniziò con una parola che sconvolse i legionari: "cittadini". Cesare dichiarò che i "cittadini" sarebbero stati congedati, avrebbero avuto la loro paga e una terra da coltivare, mentre lui avrebbe continuato la guerra con le legioni che gli erano rimaste, e iniziò ad andare verso l'uscita del campo.
I legionari erano senza parole, dopo tutto quello che avevano passato insieme credevano che Cesare li considerasse indispensabili, e vedere il loro generale, che consideravano un eroe, lasciarli indietro senza battere ciglio fu una pugnalata al cuore. Le legioni iniziarono a protestare: non erano "cittadini", erano i legionari di Cesare e lo avrebbero seguito fino alla vittoria finale. Cesare inizialmente rimase indifferente mentre i legionari lo imploravano con crescente disperazione di portarli con lui in Africa, poi fece finta di cedere e decise di perdonarli.
E così Cesare fermò una rivolta grazie a un uso magistrale della psicologia inversa.


