Fino all’epoca del principato i
pantaloni erano considerati segno di effeminatezza. Ottaviano
Augusto, che era molto freddoloso, sembra li portasse in inverno
(metteva anche tre tuniche una sopra l’altra) ma non appare mai con
le gambe coperte nelle raffigurazioni.
(La parola feminalia che
indicava i pantaloni però non deriva dalla femmina ma dal femore).
Tra l’altro i pantaloni erano una
usanza barbara, dal momento che facevano parte dei costume dei Celti,
dei persiani e di altri popoli, e si sa quanto i romani fossero
sciovinisti al riguardo.


Le cose cominciarono a cambiare durante
il principato, e prima di ogni altra parte nelle guarnigioni militari
situate in nord Europa. Con il freddo che faceva d’inverno, ai
legionari non servì molto tempo per adattare al loro uso gli abiti
locali.

Questa è la Colonna Traiana, e vi
compaiono auxiliares con le bracae. Interessante, i legionari romani
raffigurati sulla stessa colonna non le portano. Questo è in linea
con tutta la iconografia della colonna, che (secondo me) non è del
tutto naturalistica ma è spesso frutto di convenzioni

Come si è detto, le brache dei
legionari arrivavano al ginocchio, che è una soluzione molto logica:
i polpacci, quando faceva freddo, potevano essere protetti dalle
pezze da piedi (in epoca tardo imperiale, vere e proprie fasce
mollettiere) e, nel caso si dovesse guardare un corso d’acqua poco
profondo, o quando piovesse, le pezze potevano essere cambiate
facilmente senza che si bagnassero anche le brache.
Verso la fine dell’impero di
Occidente si diffusero calzoni lunghi, che spesso comprendevano anche
il piede. Anche il legionario aveva da tempo abbandonato le calighe
per adottare delle scarpe più comode:

(Come facessero quando si bagnavano,
non lo so. Probabilmente avevano due paia di tutto).