mercoledì 13 ottobre 2021

Come riuscì Roma a sconfiggere Cartagine?

Beh, non è una domanda facile a cui rispondere.



Per prima cosa, devi capire un po 'della guerra nel mondo antico. La maggior parte delle persone pensa alla guerra antica come a una battaglia 1 contro 1: il vincitore prende tutto. In realtà, la guerra antica riguardava più la logistica, il movimento e l'organizzazione.

Se guardi ad Annibale nella seconda guerra punica, la sua posizione può sembrare buona.

  • Ha un grande esercito sul suolo nemico

  • Ha devastato Roma in 3 grandi battaglie

  • Il suo esercito è esperto e sta guadagnando reclute

In realtà, sebbene Hannibale fosse in una posizione molto vulnerabile.

Annibale non aveva praticamente alcun sostegno dal resto di Cartagine. Lo avevano praticamente abbandonato per combattere la guerra da solo. Non hanno inviato cibo, rinforzi o denaro.

Ciò significa che Annibale potrebbe continuare la guerra finché ha vinto. Il secondo in cui ha perso una battaglia, era finita. Non avrebbe ricevuto presto un nuovo esercito da Cartagine.

Ora Hannibale era un ragazzo intelligente e sapeva cosa stava succedendo. Così ha deciso di non prendere la Roma. Se ci avesse provato, avrebbe dovuto assediare la città con un esercito troppo piccolo. Questo lo bloccherebbe sul posto e darebbe a Roma il tempo di assemblare un nuovo e massiccio esercito per attaccarlo di nuovo.

Annibale decise di restare mobile e di inseguire gli alleati di Roma. Vedete, l'Italia non era realmente "romana", solo la stessa Roma lo era. Le altre città e paesi di Roma erano tecnicamente vassalli di Roma. Contribuivano con reclute e denaro e Roma li proteggeva (e non bruciava le loro città).

Annibale andò di città in città a convincere gli alleati di Roma ad attaccarli e questo funzionò. Il piano di Hannibale era di continuare a farlo fino alla resa di Roma e non è affatto un brutto piano.

Ora la Roma non era in una brutta situazione come Annibale. Potrebbero sostituire le loro perdite e formare nuovi eserciti.

La strategia iniziale di Roma era sconfiggere Annibale e invadere Cartagine. Erano l'esercito migliore nella prima guerra punica, quindi questo sembrava saggio. Hannibale dimostrò rapidamente che le cose erano cambiate.

Così Roma ha nominato un dittatore per sistemare le cose. Un Quinto Fabius Maximus Verrucosus è stato nominato dittatore e sarebbe stato l'eroe di cui Roma aveva bisogno ma non quello che volevano.



Fabio sapeva che Hannibalee non poteva essere battuto in campo aperto. Così ha inventato quella che ora viene chiamata "la strategia Fabian".

Questa strategia consiste nel negare la battaglia nemica e nell'ombra, limitando così i loro movimenti.

Hannibale non può semplicemente scappare dove vuole perché c'è un enorme esercito proprio su quella collina. Hannibale non può assediare una città perché c'è un enorme esercito proprio su quella collina. Quando Annibale riuscì a convincere un alleato romano ad accendere Roma, Fabio potrebbe venire il giorno dopo e convincerli a tornare dalla parte romana.

All'improvviso Hannibale lottò per cercare rifornimenti o fare qualsiasi mossa decisiva. La strategia stava funzionando.

Ma Roma ha odiato questo nuovo look. Sembra vile e debole. Hannibale peggiorò le cose evitando intenzionalmente il saccheggio di tutta la terra di Fabio, facendo così sembrare che lui e Fabius avessero un patto.

Ma Fabio ha tenuto fede e questa strategia ha salvato la Roma.


Anche la Roma ha deciso di passare all'offensiva. Annibale proveniva dalla Spagna e il suo esercito e la sua ricchezza provenivano da quella regione. Suo fratello, Asdrubale, era al comando delle forze spagnole che aveva battuto Roma.



Poi un uomo di nome Scipione è entrato in scena e ha cambiato le cose: è andato in Spagna e ha iniziato a battere Hasdrubal. Ha preso alcune città, ha guadagnato alcuni alleati leali e ha sconfitto Asdrubale.

Mentre Scipione ha battuto Hasdrubal, non è riuscito a devastarlo. Asdrubale è stato in grado di fuggire dalla Spagna con la maggior parte del suo esercito e ha fatto sì che l'Italia si unisse ad Annibale. Se Annibale avesse conquistato l'esercito di Asdrubale, avrebbe potuto prendere Roma e vincere la guerra.

Fortunatamente Hasdrubal è stato sconfitto appena fuori dall'Italia derubando Annibale dei tanto necessari rinforzi.

Scipione nel frattempo ha deciso di continuare la sua serie di vittorie e ribaltare la situazione su Cartagine. Ha invaso Cartagine stessa e ha minacciato la grande città stessa.

Annibale fu costretto a tornare in Nord Africa e tutti i suoi progressi in Italia furono persi.

Adesso in Africa Annibale aveva finito i trucchi. Scipione conosceva bene l'uomo e si assicurava che combattessero in campo aperto. L'esercito di Annibale era stanco di viaggiare e ricevette rinforzi cartaginesi non addestrati.

Senza trucchi e in battaglia aperta, Annibale fu sconfitto da Roma e sconfitto. Così, con quella vittoria, la guerra finì e Roma vinse.



martedì 12 ottobre 2021

Cosa penserebbe un antico romano di una moderna pizza margherita e di un cheeseburger?



Nulla, c’erano già.

Gli alimenti venduti nelle taberne comprendevano carne, formaggio, pane, olio, verdura e frutta e ovviamente vino.

Probabilmente per mangiare non avendo forchette usavano piadine calde su mettevano formaggio, olio e origano. Pizza?

Inoltre la carne probabilmente veniva tagliata , cotta e inserita all’interno di Rosette condite con olio e spezie. cheesburger?

Aggiungerei anche hot dog, usavano le fruste, pane fine e lungo con dentro al posto del würstel una bella salsiccia arrostita.

Contorno ? Purtroppo le patate fritte non esistevano ma venivano fritti carciofi, zucchine e castagne.

La birra esisteva.


lunedì 11 ottobre 2021

Chi era Cerere nella mitologia romana?

Cerere fu una divinità primitiva della fertilità presso le popolazioni latine. In seguito fu completamente assimilata alla dea greca Demetra.



Il Mito:

Si narra che la dea dell’agricoltura, Cerere, aveva una bellissima figlia, il cui nome era Proserpina. Plutone, il dio degli Inferi, la vide un giorno, mentre coglieva fiori selvatici nei campi, e rimase colpito dalla sua bellezza e dalla sua grazia. Innamoratosi di lei, la rapì sul suo cocchio e scomparve in una voragine, portandola con sè nel regno degli Inferi.

Cerere la aspettava nel suo palazzo d’oro e non vedendola tornare cominciò a cercarla nei boschi, nei campi, in ogni foresta, chiamandola sempre più disperatamente. Per quanto la chiamasse, Proserpina, dal profondo degli Inferi, non la sentiva e piangeva. Pianse finchè il Sole, che aveva assistito al rapimento, decise di rivelarle l’accaduto: "Invano cerchi tua figlia, Cerere, perchè è stata rapita dal dio Plutone, che ha deciso di farne la regina degli Inferi." Cerere corse da Giove, per supplicare lui e gli altri dei di aiutarla a liberare Proserpina. Ma nessuno era disposto a darle aiuto. Disperata, lasciò l’Olimpo e prese a peregrinare tra i campi, poiché non si rassegnava. Le sue lacrime non cessavano di scendere e appena toccavano il terreno, seccavano gli alberi e tutta la vegetazione. Gli uomini, privati dei frutti della terra, cominciarono a soffrire la fame.

Niente più germogliava, e gli animali morivano perché non c’era più vegetazione. Alla fine Giove ebbe pietà degli uomini e inviò Mercurio, il messaggero degli Dei, all’inferno, con l’ordine di lasciare libera Proserpina e restituirla a sua madre. Mercurio, indossati i calzari magici che gli permettevano di volare, si recò da Plutone e gli comunicò il messaggio di Giove. "La volontà di Giove verrà rispettata", gli rispose Plutone." Lascerò libera Proserpina perché ritorni da sua madre." Chiamata la fanciulla, le disse che era libera di andarsene, ma le diede da mangiare alcuni chicchi di una melagrana magica: chi la assaggiava era preso dalla nostalgia di tornare. Proserpina lasciò l’oscurità degli Inferi per risalire alla luce del sole. Cerere le corse incontro per riabbracciarla e improvvisamente la terra ridivenne verde, fiori e gemme spuntarono dappertutto e animali e uomini poterono di nuovo sfamarsi e vivere felici. Passarono alcuni mesi. Un giorno Proserpina, colta da nostalgia disse alla madre: " Sto bene qui con te, ma qualcosa mi spinge a ritornare agli Inferi, dove mio marito mi aspetta."

Cerere capì che Plutone le aveva fatto assaggiare la melagrana magica. Per quanto tentasse di convincerla a rimanere non potette trattenerla. Proserpina tornò da Plutone e rimase con lui alcuni mesi. Durante questo periodo, gli alberi persero le loro foglie e i loro frutti, la neve ricoprì la terra e i venti del Nord presero a soffiare, portando il gelo e le tempeste. Quando, dopo alcuni mesi, Proserpina tornò dalla madre, la terra ridivenne verde, e si coprì di fiori e foglie. "Proserpina", stabilì Giove, "passerà parte dell’anno con Cerere, sua madre, e parte con suo marito, Plutone. Così tutti saranno soddisfatti". Ecco spiegata l'origine delle stagioni: quando Proserpina scende agli Inferi, la terra è in lutto; e questo alternarsi, nella tradizione antica, non avrebbe mai dovuto avere fine.



Curiosità extra:

  • Cerere è legata anche al mondo dei morti attraverso il Caereris mundus, una fossa che veniva aperta soltanto in tre giorni particolari, il 24 agosto, il 5 ottobre e l'8 novembre. Questi giorni sono dies religiosi, vale a dire che ogni attività pubblica veniva sospesa perché l'apertura della fossa metteva idealmente in comunicazione il mondo dei vivi con quello sotterraneo dei morti.

  • Un suo santuario a Roma era ai piedi dell'Aventino, fondato nel V secolo a.C. In suo onore si celebravano le "Cerealia", ogni 12 aprile, durante le quali venivano offerti frutta e miele e sacrificati buoi e maiali. Si compivano anche sacrifici per purificare la casa da un lutto familiare.

  • Cerere è spesso associata alla dea Tellus sia nel culto che nel calendario in quanto Fordicidia (dedicate a Tellus) e Cerialia sono separate da un intervallo di quattro giorni (15 e 19 aprile), intervallo che di solito si riscontra nel caso di feste appartenenti ad uno stesso ciclo.



domenica 10 ottobre 2021

Arminio, traditore dei Romani o patriota barbaro?

Arminio ai tempi nostri sarebbe considerato un terrorista. Un sanguinario terrorista che fa finta di accettare la civiltà romana ma poi per diventare il Re dei Cherusci non esista a tendere un imboscata e massacrare quasi 10.000 tra uomini, donne e bambini.

I suoi uomini, peggio dei peggio terroristi ISIS o Africani attuali, uccideranno si soldati di ben due Legioni ma si accaniranno e massacreranno e sacrificheranno anche i più inermi.

Quando si troverà davanti migliaia uomini, donne e bambini inermi e disarmati, che seguivano la carovana militare, non esisterà a dare l'ordine di massacrarli, rapirli, mozzare gli arti, sbudellarli, impalarli ai loro Dei e sgozzarli tutti, uno alla volta e su questi testi farsi proclamare Re.

Se questo personaggio per voi è un eroe o un patriota pensateci bene prima di esprimere quel giudizio e pensate di essere nati in quell'epoca e con la vostra famiglia seguire la carovana per una vita migliore e costruire la città Colonia Augusta sul Reno e vedere le lame dei lupi che massacrano i vostri figli.

Mazzini, Garibaldi e Pisacane sono patrioti, questi sono esempi veri, lui Arminio è un assassino.

Germanico ritrova nella successiva spedizione migliaia e miglia di scheletri e teschi assassinati dal terrorista Arminio. E li giura vendetta.




sabato 9 ottobre 2021

Chi erano le Gorgoni nella mitologia greca e cosa rappresentavano?

Chi erano le Gorgoni nella mitologia greca e cosa rappresentavano?



Figlie del dio marino Forco e Ceto (che era sorella e moglie di Forco) e nipoti di Ponto e di Gea, le Gorgoni, nella mitologia, erano tre mostruose sorelle (al singolare “Gorgone”), con ali d’oro, zanne di cinghiale, lingua biforcuta, ed al posto dei capelli serpenti in grado di pietrificare chiunque le avesse guardate. Secondo altri miti, invece, erano creature bellissime, e Perseo aveva ricevuto il permesso di uccidere Medusa proprio perché si era vantata della sua bellezza. I loro nomi erano Medusa (“la sovrana”), Steno (o Stenno, “la forte”) ed Euriale (“colei che è del vasto mare”). Rappresentavano tre perversioni: Medusa la perversione intellettuale, Steno la perversione morale ed Euriale la perversione sessuale. La più famosa è senza dubbio Medusa, che era l’unica delle tre ad essere mortale. Inoltre, Medusa, per volere di Persefone, regina dell’Ade, era la custode degli Inferi.

Le Gorgoni vivevano sulla riva dell’Oceano d’Occidente, vicino al giardino delle Esperidi, al confine della notte. Secondo altri avevano dimora in Libia,per altri nell’Ade. In ogni modo, vivevano isolate appunto perché non potevano fare contatto visivo con nessuno, senza pietrificarlo. Secondo la leggenda di Perseo, l’eroe aveva ricevuto l’incarico dal re dell’isola di Serifo, Polidette, di portargli la testa di Medusa, per salvare la madre di Perseo Danae, che era soggetta alle pretese amorose di Polidette. Tramite l’aiuto delle Graie, sorelle delle Gorgoni, di Atena e di Ermes, Perseo riuscì a decapitare la Gorgone Medusa senza essere pietrificato. La testa di Medusa la donò ad Atena, che la fissò sulla sua egida (uno scudo) per spaventare i nemici. Secondo altri miti, Atena scorticò il cadavere di Medusa e ne fabbricò lo scudo stesso. Dalla testa decapitata di Medusa nacquero il cavallo alato Pegaso ed il gigantesco guerriero Crisaore, dalla spada dorata, che diverrà padre di Gerione (la Gorgone era infatti incinta del dio Poseidone, al momento dell’uccisione). Perseo in seguito utilizzò la testa di Medusa, che aveva ancora il potere della pietrificazione, come arma contro Polidette, che insidiava la madre di Perseo Danae, ma anche con Atlante.


venerdì 8 ottobre 2021

Come si salutavano i soldati romani?

Purtroppo non lo sappiamo.

Leggenda vuole che il saluto militare romano fosse il braccio teso adottato dai fascisti, ma questa è una credenza errata: il saluto col braccio teso compare per la prima volta nel Giuramento degli Orazi, un dipinto del '700, ma un gesto del genere non è mai stato menzionato dagli storici romani.



Nella colonna di Traiano vengono mostrati diversi cittadini (sia legionari che civili) che salutano l'imperatore alzando la mano destra, ma non sappiamo se questo fosse un saluto militare vero e proprio o una normale acclamazione.

Soldati romani di pari rango si afferravano gli avambracci l'un l'altro. Un ufficiale superiore romano veniva salutato con un pugno destro chiuso sul cuore. Imperatori romani e magistrati eletti venivano baciati sull'anello della mano destra. Più tardi Costantino diede poteri magistrali ai vescovi cristiani. Ecco perché anche i loro anelli dovevano essere baciati.





giovedì 7 ottobre 2021

Omero è esistito veramente o si tratta di un personaggio fittizio ideato per dare un autore singolo ad un variegato corpus letterari-mitologico?

Per parlare accuratamente di questa questione è importante analizzare il quadro Apoteosi di Omero di Jean Auguste Dominique



In quest'opera Omero viene rappresentato al centro della scena, davanti al Pantheon.

Lo storico Adam Nicolson, analizzando il quadro, afferma che con questa raffigurazione Omero è il prodotto di un momento dinamico della storia greca.L'opera però, come dice lo storico, glorifica l'idea di Omero come lo scrittore cieco, creatore dell'Iliade e dell'Odissea. Da qui deriva il fatto che Omero forse non fu mai esistito, o almeno non come lo immaginiamo noi.

Omero fu probabilmente una manifestazione culturale, quindi finto. Nicolson crede che dietro al personaggio di Omero ci deve essere qualche altro grande inventore, in quanto potesse rappresentare quello come i greci definivano se stessi.

L'esistenza di Omero viene tutt'ora messa in dubbio, è infatti ancora aperto il così detto dibattito della "Questione omerica".Gli studiosi credono che Omero sia vissuto nell'VIII secolo a.c, la cosa strana è però che viene nominato per la prima volta soltanto nel 520 a.c . Nicolson afferma che passò molto tempo tra la prima materializzazione del poema e l'emersione della pergamena. Secondo la teoria i poemi nacquero quindi nel 2000a.c . Secondo Nicolson infatti l'attività di Omero so divide tra Europa e India, senza avere nulla a che fare con il territorio greco. Il racconto diventa quindi una confluenza di numerose storie nel corso del tempo, storie che hanno avuto una radice comune in molte terre

Nicolson sostiene che la ferocia raccontata nell'Iliade coincida con un periodo anteriore all'VIII secolo a.c . nell'Iliade i greci vengono descritti infatti come dei barbari selvaggi, per cui regole leggi e amore non contavano niente, l'unica cosa importante era la vendetta. Questa descrizione ha senso nel periodo 1800–1700 a.c