lunedì 22 novembre 2021

Qual è una delle cose più antiche che gli esseri umani fanno ancora allo stesso modo?

Naturalmente, il sesso è sempre fatto allo stesso modo e allo stesso modo rispetto all'antichità. Al tempo degli antichi romani:



E’ il più ampio testo di illustrazione erotica dell’antichità egizia. E’ contenuto nel papiro 55001, un fragilissimo documento che risale al 1150 prima della nascita di Cristo, quando in Egitto dominava la dinastia di Ramses e quando da noi la cultura era ancora piuttosto arretrata. Tanto per intenderci. Prorrio in quegli anni sarebbe stata in corso la guerra di Troia, mentre in Sicilia sarebbe nata Trapani, probabilmente la più antica città d’Italia.

Gli antichi egizi:



Questo papiro erotico, risulta, fino ad oggi, unico, anche se l’iconografia è ripresa da un gran numero di ceramiche, nelle quali sono riprodotti gli stessi temi.




domenica 21 novembre 2021

Una delle peggiori atrocità causate dall'avidità

Tito e il suo esercito romano di 60.000 soldati invasero Gerusalemme nell'anno 70 d.C. Gli ebrei cercarono di fuggire dalla città ingoiando le monete in loro possesso, per non perderle ed impedire ai romani di portarle via.

Quando le budella del primo ebreo scoppiarono e i romani lo scoprirono, iniziò una carneficina in cui tutti i prigionieri ebrei (centinaia di migliaia) furono sventrati vivi per assicurarsi che non nascondessero i loro tesori nei loro stomaci.

Questo evento, ancora oggi, è una delle atrocità più incredibili della storia umana.


sabato 20 novembre 2021

Da dove deriva la parola "idiota"?

Nell’antica Grecia, in particolare modo ad Atene, cittadini lo si diventava solo dopo una congrua educazione fondata su pane e politica.



I pochissimi che erano disinteressati alla vita pubblica e alla politica erano definiti “idiotes”, ovvero persone prive di abilità professionali.

L’evoluzione non era avvenuta: l’idiozia era ritenuta la condizione naturale alla nascita, che veniva superata solo ricevendo l'educazione da cittadino, conferita dall’attività politica.

Nel mondo romano il termine è diventato ancor più dispregiativo, indicando le persone non educate e ignoranti.


venerdì 19 novembre 2021

Gli spartani si sono mai arresi in una battaglia?

Dopo secoli, l’alone che pervade il guerriero spartano non accenna a diradarsi: valoroso, indomito, coraggioso ed invincibile. Mai avrebbe potuto abbandonare il campo di battaglia se non sopra il suo scudo. La resa infatti rappresentava una macchia indelebile che gli Spartani non potevano nemmeno prendere in considerazione. Eppure, in un singolo caso anche gli Spartani hanno ceduto e si sono arresi al nemico.


Sfacteria, 425 a.C.


Durante la guerra del Peloponneso, in cui Sparta combatte Atene per contrastarne il dominio sempre più crescente, le navi della flotta ateniese, dirette in Sicilia, cercano riparo da una tempesta proprio sulle coste del Peloponneso, dominato dagli Spartani. Demostene di Afidna decide di fermarsi lì, ma gli Spartani non possono restare inermi nel vedere insediarsi i nemici in un loro territorio, perciò le loro navi si avvicinano alla penisola mentre un ridotto numero di soldati sbarca sull’isola che chiude la baia, Sfacteria.

Ma le imbarcazioni Lacedemoni hanno poche triremi che vengono subito neutralizzate: restano circa 400 opliti comandati da Epitada a Sfacteria. Atene non conosce il numero reale del contingente spartano, perciò non attacca.

Ma la situazione è disastrosa e quegli uomini rischiano di morire di fame sull’isola; proprio la possibilità di perdere tutti quei valorosi guerrieri in quella maniera convince Sparta a chiedere una trattativa. Atene, in cambio della garanzia di salvezza di tutti i soldati isolati a Sfacteria, offre condizioni che non possono essere accettate in nessun modo da Sparta.


Passano le settimane ma sull’isola scoppia un incendio che distrugge parte della vegetazione, abbastanza da mostrare la reale consistenza del contingente spartano e favorire l’approdo in relativa sicurezza a Demostene e Cleone. Quest’ultimo sbarca sull’isola e occupa la parte alta di Sfacteria, da dove i suoi arcieri hanno gioco facile nel tiro al bersaglio sui nemici.

I pochi superstiti si rifugiano in un promontorio quasi inaccessibile, da dove i nemici non riescono a stanarli. Ma un comandante messeno attraverso un passaggio così impervio e pericoloso da non essere nemmeno difeso dagli spartani, riesce ad accerchiarli.

Gli opliti spartani gettano le armi e si arrendono: vengono fatti prigionieri e sono condotti ad Atene, dove rimangono come ostaggi fino alla fine della guerra.


giovedì 18 novembre 2021

Quante pietre ha utilizzato Davide per uccidere Golia ?

Davide scelse 5 pietre da un ruscello, ma gli serviva solo 1:




Nelle mani di un esperto, un proiettile o un sasso pesante possono raggiungere velocità fino a 100 mph (160 km/h).

Anche con semplici munizioni, la fionda era/è sorprendentemente efficace. I frombolieri potevano raggiungere velocità di "muso" più elevate rispetto agli arcieri e i loro proiettili soffrivano meno resistenza dell'aria durante il volo rispetto alle frecce, conservando più energia cinetica fino all'impatto.

Un pastore aveva molto tempo per esercitarsi.



A volte combattevano nemici grandi e potenti, quindi per Davide il gigante Golia potrebbe non essere stato così intimidatorio come lo sarebbe stato per noi.


mercoledì 17 novembre 2021

Perché i romani non hanno sviluppato una cattiva reputazione tra i cristiani a differenza degli ebrei considerando che hanno ucciso Gesù?

Perché quando nacque il Cristianesimo non era altro che una delle tante sette ebraiche.

E l'ebraismo, a sua volta, non era che una goccia nell'Oceano ellenistico-romano.

I primi cristiani, peraltro, erano disprezzati sia dagli ebrei (in quanto eretici) che dai Romani (che li disprezzavano in quanto ebrei).

Pochi anni dopo però il Cristianesimo, dopo aver cercato di penetrare più a fondo nell'Ebraismo, cominciò a guardare ai pagani e a evangelizzarli.

Per rendersi però più accettabile ai loro occhi, le colpe (o presunte tali) dei Romani dovevano essere nascoste il più possibile.
Così anche quando si iniziarono a scrivere i vangeli si cercò il più possibile di evitare di inserirvi dettagli anti-romani: i cristiani dovevano d'altra parte figurare come cittadini modello e la loro fede non doveva figurare pericolosa all'autorità imperiale.

Questo a maggior ragione quando iniziarono le prime persecuzioni anti-cristiane (all'inizio rivolte solo a Roma e nelle sue vicinanze) e, soprattutto, dopo la Distruzione del Tempio nel 70 d.C.



In pratica i cristiani non volevano più identificarsi negli ebrei, cercando così di smarcarsi anche da tutti i pregiudizi che i pagani attribuivano loro.

Per questo la colpa dei Romani nell'esecuzione di Gesù fu sempre messa in secondo piano.

A maggior ragione questo avverrà quando, con Costantino, l'impero romano stesso diventerà sempre più cristiano.
In quella situazione gli unici nemici rimasti erano gli ebrei.

Comunque si può dire che non ne sappiamo ancora abbastanza sulla singolarissima situazione politica della Giudea nel 30 d.C., complici sia la scarsità generale di documentazione che la gestione piuttosto "fluida" della stessa autorità imperiale.

Essendo una regione molto particolare, i Romani le concessero una relativa autonomia nelle faccende interne che però era compito del prefetto imperiale applicare più o meno largamente.

Non si sa, in pratica, se la condanna di Pilato fu semplicemente una conferma pro-forma di quanto stabilito dal Sinedrio, o una condanna politica del tutto indipendente, viste anche le motivazioni (ribellione e sedizione).



In pratica, al di là dei significati teologici della morte di Cristo, non sappiamo ancora oggi di cui ricade l'effettiva condanna.


martedì 16 novembre 2021

I soldati romani ricevevano premi per le loro gesta?

L’esercito Romano prevedeva per i suoi componenti svariati premi, anche perché nessun giovane avrebbe intrapreso la carriera militare se non ci fosse stata una base positiva.



Infatti, anche le reclute potevano ricevere dei premi come l’armilla (un bracciale di metallo) o la torque (un collare metallico) se si distinguevano in battaglia.

I soldati ricevevano premi minori, che venivano elargiti per delle azioni non straordinariamente eroiche ma rappresentavano comunque un vanto. Se un soldato uccideva un cavaliere nemico, gli veniva data una falera (medaglia). La patera (scodella) veniva data se uccideva un fante nemico.

Premi più importanti, conferiti anche per spronare al meglio i soldati (ed i generali) nelle operazioni militari, furono:

1. la corona navale, che veniva data al primo soldato che riusciva a saltare sulla nave avversaria, oppure ad un ammiraglio che riusciva a distruggere la flotta nemica.

2. La corona castrense veniva data al primo soldato che conquistava l’accampamento nemico.

3. La corona muraria veniva data al primo condottiero che riusciva a valicare le mura nemiche.


4. La corona civica veniva data ad un soldato che con il proprio intervento salvava la vita ad uno o più cittadini o soldati romani.


5. La corona ossidionale era un premio che veniva dato al generale che grazie al proprio intervento salvava l’esercito dalla disfatta.


6. La corona triumphalis veniva data al generale vittorioso di una battaglia importante. La notizia del successo giungeva a Roma, ed il senato organizzava il trionfo.