venerdì 11 febbraio 2022

L'esercito che ha fatto più massacri nella storia


L'esercito che può essere considerato il più selvaggio della storia fu quello dei Cimbri, che combatterono contro la Repubblica Romana dal 113 al 101 a.C. Originaria dello Jutland (oggi Danimarca) questa tribù germanica si caratterizzava nel combattimento:

Le loro terribili grida di guerra che riempivano di paura i loro nemici, anche guerrieri incalliti come i romani.

Molti guerrieri Cimbri entravano in una trance di battaglia in cui ignoravano il dolore e qualsiasi sofferenza fisica, arrivando al punto di spogliarsi nudi e combattere i loro nemici in questo modo.

Le loro donne e i bambini che seguivano i guerrieri sui carri sacrificavano i prigionieri di guerra tagliando loro la gola e raccogliendo il loro sangue in vasi per onorare i loro dei.

I soldati cimbri hanno combattuto fino all'ultimo uomo, non cedendo finché tutti sono caduti o hanno rovesciato i loro avversari.


giovedì 10 febbraio 2022

La causa giudiziaria più antica di Antitrust

Nel IV secolo a.C. la popolazione ateniese era ormai troppo numerosa per poter sopravvivere solo con i prodotti ellenici. Di conseguenza importavano grano da terre lontane, che raggiungevano Atene via nave.



Data la sua vitale importanza, questo commercio era regolato da leggi molto severe, che però alcuni mercanti non osservarono.


Atene, 386 a.C.

L’agorà brulica di gente, incuriosita e animata dal desiderio di conoscere ogni retroscena di quei presunti furfanti.

L’accusa che grava su di loro è pesantissima: avrebbero creato un cartello per manipolare illegalmente i prezzi. Il loro compito canonico consisteva nel comprare il grano dai fornitori, imbarcarlo e infine rivenderlo al popolo ateniese.

L’accusa invece è sicura che i mercanti si fossero messi d’accordo per non competere tra loro, acquistare a basso costo più merce del consentito e imporre un prezzo esagerato ai consumatori.

La loro condanna avrebbe portato alla morte degli imputati.

La nostra sete di curiosità però questa volta non può trovare fonte per abbeverarsi perché purtroppo l’esito conclusivo del processo non ci è noto.

Parte dei documenti che narrano la vicenda sono andati perduti, ma si tratta certamente di uno dei più antichi procedimenti Antitrust della storia.


mercoledì 9 febbraio 2022

Una delle prime armi incendiarie dell’antichità

La falarica!



Era un giavellotto di produzione iberica costituito da una verga di ferro lunga 3 piedi (90 cm) terminante con un manico in legno.

L’asta metallica era dotata di una pianta stretta che poteva contenere stoppa impregnata di sostanze infiammabili come lo zolfo, la resina, il bitume e la stoppa, trasformandosi in un’arma incendiaria.

Utilizzata dagli Iberi contro i Cartaginesi durante l’assedio di Saguntum, non era ignota ai romani: lo scrittore latino Vegezio ne parla, nel IV secolo, nel suo celebre trattato sull’arte militare.


martedì 8 febbraio 2022

È vero che l'esercito romano era imbattibile?

L'esercito romano non era quasi imbattibile in battaglia.

Gli eserciti romani erano migliori dei loro contemporanei, ma la sconfitta era una cosa comune, anche sotto comandanti leggendari.

Giulio Cesare e le sue legioni d'élite vennero sconfitte più volte dai Galli.

Ciò che ha reso Roma così speciale è che quando dei nemici riuscivano a sconfiggere un esercito romano, Roma ne inviava un altro, più grande. Se riuscivi a sconfiggere anche quello, ne inviavano un altro e poi un altro e così




lunedì 7 febbraio 2022

Quali animali erano abitualmente utilizzati in battaglia dai Romani?



Lo vedi QUESTO? Parlare di cavalli, di cavalleria romana può essere troppo semplice … meglio allora cambiare bersaglio, puntare sui cani da guerra.

Il cane da guerra è un cane a tutti gli effetti domestico, ma addestrato a colpire, spesso selezionato in particolare per affiancare il legionario in diverse operazioni belliche: per attaccare, intimidire gli avversari o anche come cane da ricognizione. Spesso i Romani utilizzarono i molossi d'Epiro, i cd. Canis Pugnax, da cui derivarono i mastini abruzzesi e napoletani, …

British Museum, Londra - Molosso d'Epiro


Una razza oggi estinta, diffusa nel sud dell'Europa intorno all'VIII sec. a.C., razza che si pensa sia progenitrice di tutti i cani molossoidi che si diffusero, in seguito, nell'area del Mediterraneo. Ma da cui derivarono, anche, i "campioni" che accompagnavano in guerra



i legionari, ovvero anche, e soprattutto, i cani Corsi.



Cane Corso. Un cane da guardia, da difesa, da polizia e da inseguimento; è il discendente diretto dell’antico molosso epirota. Anticamente presente in tutta Italia, è rimasto soltanto in Lombardia nelle valli bergamasche, in Puglia e nelle regioni limitrofe di questa zona dell’Italia meridionale. Il suo nome probabilmente deriva dal latino “cohors" (spazio chiuso, corte, cortile), e significa quindi “protettore, guardia”. Morfologicamente, è un po’ più lungo che alto. Il termine corso non ha, nel caso di questo cane, niente a che vedere con la Corsica, l'isola francese, ma questa è l’unica certezza relativa alla denominazione; non si è ancora riusciti a spiegare perché questa razza sia stata così denominata. Una seconda ipotesi accreditata fa risalire il termine ad un antico aggettivo celtico-provenzale, cursus, traducibile con forte, potente, robusto. E infatti, Il cane corso è un cane di taglia medio-grande, muscoloso; il tronco è compatto e particolarmente robusto. La testa è proporzionata rispetto al corpo; il muso, largo e profondo; i denti ben sviluppati. Addestrato per compiti particolari (per es. la difesa personale, la caccia al cinghiale, la guardia, ecc.) rivela comunque coraggio e potenza. Un brutto cliente, se lanciato contro di te in battaglia o al tuo inseguimento.


Gli occhi sono di media grandezza, di colore scuro e distanziati. Le orecchie hanno forma triangolare, alte e aderenti alle guance. Gli arti, sia quelli anteriori che quelli posteriori, sono forti e robusti. L’altezza media varia dai 64 ai 68 cm nei maschi; le femmine leggermente più basse, dai 60 ai 64 cm; il peso dei maschi varia dai 45 ai 50 kg, le femmine dai 40 ai 45 kg. Il pelo è corto, aderente e lucido, molto robusto e fitto, a garantire un’ottima impermeabilità. La coda è alta, larga alla radice, la punta affusolata.


Un'altra razza apprezzata dai Romani antichi come animale da guerra erano i cani da pastore Illirici. Nella foto, un bell’esemplare:


Come altri cani della sua mole, si ritiene che anche il pastore Illirico discenda dai grandi cani da pastore che giunsero in Europa dall'Asia. Si ritiene essere anch'esso un diretto discendente del Molosso d'Epiro, il cane che diede origine alla stirpe dei molossoidi. La coda è lunga, il colore grigio ferro o grigio scuro. La testa, le orecchie e le parti anteriori delle membra sono coperte di pelo corto. Il resto del corpo è ricoperto di pelo lungo e folto, pressoché piatto e un po' grosso. Gli occhi sono a mandorla, né sporgenti né infossati, di color castano scuro o chiaro, di espressione calma ma penetrante, mai spaurita. I denti hanno forma di una “V” e sono di lunghezza media. La razza ha un'altezza media di circa 70 cm per i maschi e di 64 cm per le femmine, e un peso che si aggira sui 70 kg per i maschi e 55 per le femmine. Ha un carattere forte e coraggioso che gli permette da sempre di affrontare le prove più dure. Il suo impiego più tipico in tempo di pace era, infatti, difendere le greggi dagli assalti di lupi, orsi e altri predatori.


Un corpo massiccio e robusto, dunque, associato ad una canna nasale piuttosto lunga per una migliore ventilazione, un cranio grosso e piuttosto piatto; denti duri e sviluppati, impiantati profondamente nell'osso per sostenere una forte presa, con una forza muscolare notevole. Altro brutto cliente, se lanciato contro di te in battaglia, o al tuo inseguimento.

Facciamo uno, o due passi indietro … la leggenda della fondazione di Roma assunse la forma che conosciamo solo in tarda epoca, quando ormai i Romani avevano esteso la loro egemonia su tutta la penisola; non abbandonando l’originaria similitudine comportamentale con altri popoli viciniori, essi scelsero il canide selvaggio, “la lupa”, come animale totemico, mitologico.

Lupa Capitolina, Palazzo del Campidoglio - Roma


I primi centri di allevamento ed addestramento di cani da battaglia sorsero in particolare a Capua, vera e propria “fabbrica” di mezzi, animali e uomini (“da guerra e arena”) a seguito di attività commerciali e conquiste da territori stranieri, piuttosto che da individuazione e recupero nei territori locali; in particolare in Campania Felix, dove alcuni esemplari di questo tipo vivevano già probabilmente importati dai Fenici e quindi allevati dagli Etruschi. Il coraggio, la forza e il temperamento di questi cani “Bellator” o “Pugnator” o “Pugnaces” (come lo storico greco Stradone chiama i cani che combattono) era tale che combattevano al fianco dei soldati, ne vegliavano il sonno e, se debitamente addestrati, potevano essere impiegati anche nelle comunicazioni. Non a caso, Plinio il Vecchio riporta che i cani “erano gli ausiliari più fedeli e più economici”. Nel 231 a.C., con il loro aiuto i legionari di M. Pomponio Matone risolsero il problema dei Peliti in Sardegna ( i “mastini Fonnesi” sono i discendenti di questi cani). Tre secoli prima di Cristo, Alessandro Magno utilizzava i Molossi nelle battaglie campali per seminare il panico tra i ranghi nemici. Fu così che anche “Peritas”, il suo cane favorito, simile ad un muscoloso levriero, morì combattendo.

Per l'uomo, Alessandro il Macedone, che i Romani antichi apprezzarono più di ogni altro, incarnazione della gioventù, del vigore, dell'intelligenza e del coraggio.

Ah, dimenticavo: avete presente una delle scene iniziali del film "Il Gladiatore", di Ridley Scott, in cui si vede un cane da guerra osservare attento per un istante Massimo Decimo Meridio, prima di affiancarlo e poi seguirlo mentre cavalca per raggiungere il suo reparto di equites sulla collina?


Non è un caso, i collaboratori del regista han voluto affiancare all'eroe cinematografico l'amico più fedele dell'uomo. Solo che il cane utilizzato è un pastore tedesco, razza non ancora nata all'epoca in cui il film è ambientato. Va beh, comunque fa la sua brava figura e tutti lo ricordiamo, anche se non ha pronunciato una sola battuta.


domenica 6 febbraio 2022

Come fu possibile per Ardashir, il figlio di un insignificante capo tribale del distretto di Khir, riuscire in poco più di una decade a conquistare l'impero dei Parti, impresa mai riuscita nemmeno ai potenti Romani ?

Nel 224 i Romani vengono a sapere che Artabano IV sovrano della Partia è stato ucciso e che il suo posto è stato preso dallo sconosciuto Ardashir della casa di Sasan.


I Parti.


Come è stato possibile in così poco tempo che un impero che per secoli ( dal 53 aC. ) aveva dato filo da torcere, nello scacchiere mediorientale, ai Romani fosse dissolto in un lasso di tempo così breve?

Il c.d. impero partico, contrariamente al coevo impero romano, era uno stato feudale, con un’organizzazione centrale, ridotta ai minimi termini. Il sovrano partico aveva a sua disposizione solo un piccolo esercito, che costituiva la sua guardia pretoriana, nonche disponeva delle truppe localizzate nelle fortificazioni che presidiavano le frontiere. Mancava sia una vera amministrazione locale, alle dipendenze dirette del sovrano, sia un esercito permanente. L’amministrazione locale era affidata ai grandi aristocratici del regno, quando non addirittura ai sotto-re locali, dotati di piena autonomia interna, In caso di guerra, il sovrano doveva ricorrere alle milizie delle grandi casate nobiliari ( le sette grandi casate dei Parti ) e dei sotto-re locali, che a onor del vero, rapidamente, fornivano le truppe richieste al sovrano. Questo sistema, però, funzionava perfettamente, finche i suoi sottoposti temessero, o quanto meno rispettassero l’autorità del monarca partico, il cui prestigio all’epoca era in forte declino.

La Parthia e i suoi sotto-regno vassalli.


I sudditi erano stufi delle guerre con i Romani. Oltre due secoli, senza nessun risultato tangibile, e nell’ultimo secolo ben 3 volte la capitale dell’impero era stata conquistata e saccheggiata dai Romani ( Trajano, Avidio Cassio e Settimo Severo ) .L’ultima volta proprio, pochi anni prima, nel 197 a opera di Settimo Severo, che si era addirittura portato via in catene, la popolazione della città, per venderla come schiavi. La dinastia arsacide, per tanto stava perdendo il proprio prestigio, non essendo più vista come forte e capace di garantire la sicurezza e prestigio dell’Ira. Per tanto i signori locali si rendono sempre piu indipendenti e si hanno pure sollevazioni interne , e addirittura una guerra civile tra lo scià designato Vologasi VI e il fratello Artabano per la successione al trono. Lotta fraticida che si era conclusa con la vittoria dell’usurpatore Artabano IV.Mentre il legittimo sovrano, sconfitto, ma non ucciso, si era ritirato con le sue forze in Mesopotamia, facendo di Seleucia il suo quartier generale. Approfittando di questa lotta fratricida, pure i Romani avevano di nuovo attaccato l’impero Partico, sebbene l’assassinio dell’imperatore Caracalla, pone fine all’avanzata Romana in territorio Partico.

Approfittando di questa situazione di caos ed anarchia, Pabag nel 205-206 si ribellò e rovesciò Gochihr, sovrano del regno vassalo ( dei Parti ) di Persis , prendendo la città di Istakhr.


La Persis, antico, cuore dell’impero Achmenide, ma allora costituente un regno marginale dell’impero Partico. Inizialmente i Parti, presi dalla loro guerra interna e con i Romani, nemmeno fanno caso a questo cambio di potere in un area margianale del loro grande regno. Cosicchè Pabag e i suoi due figli possono dedicarsi alla conquista delle terre confinanti con la Perside, Sarà solo nel 224, terminata la guerra per la successione al trono, che Artabano IV, prende l’iniziativa per schiacciare questo insolente principe provinciale. Ma inaspettatamente è vinto dal piu piccolo, ma meglio equipaggiato e piu motivato ( venendo da una serie di vittorie sotto il loro principe Ardashir, nel frattempo succeduto al padre Pabag ) che riescono a sconfiggere e uccidere Arbatano IV. Subito dopo la vittoria, le 7 grandi case dei Parti, invece di lanciargli contro un esercito e schiacciare Arbatano, decidono di fargli atto di sottomissione, continuarono a detenere il potere in Iran, ora con i Sasanidi come loro nuovi signori.Il primo esercito sasanide (spah) era identico a quello partico. [Infatti, la maggior parte della cavalleria sasanide era composta dagli stessi nobili partici che un tempo avevano servito gli Arsacidi. I ricordi dell'impero arsacide non svanirono mai del tutto, con che vi furono tentativi di ristabilire l’impero partico fin nel tardo VI secolo, ad opera dei nobili partici Bahram Chobin e Vistahm,

. Per alcuni anni, continuerà a governare la Mesopotamia Vologasi, ma attorno al 228, i Sassanidi conquistano anche il suo regno.Poco dopo anche i vari dinasti arsacidi locali vengono deposti da Ardashir , resisterà solo l’Armenia dove governa il figlio di Arbatano IV, l’ultimo regnante Arsacide, ma li sono sconfitti. Cosi la casa Arsacide continuerà a governare, con l’aiuto di Roma, e della religione cristiana, fatta di lì a poco, religione ufficiale, quella terra montuosa, da cui più volte verranno respinti, gli esercidi sassanidi.

Le principali famiglie nobili partiche (note come le Sette Grandi Case dell'Iran) continuarono a detenere il potere in Iran, ora con i Sasanidi come loro nuovi signori.[13][7] Il primo esercito sasanide (spah) era identico a quello partico. [Infatti, la maggior parte della cavalleria sasanide era composta dagli stessi nobili partici che un tempo avevano servito gli Arsacidi. I ricordi dell'impero arsacide non svanirono mai del tutto, con i tentativi di ripristinare l'impero nel tardo VI secolo fatti dai dinasti partici Bahram Chobin e Vistahm, che alla fine si rivelarono infruttuosi.

I sasanidi non solo assumeranno l'eredità della Partia come nemesi persiana di Roma, ma, come ci informa Erodiano tenteranno anche di ripristinare i confini dell'Impero achemenide conquistando brevemente il Levante, l'Anatolia e l'Egitto dall'Impero romano d'Oriente durante il regno di Khosrau II (590-628 d.C.).[ Tuttavia, perderanno questi territori a favore di Eraclio, l'ultimo imperatore romano prima delle conquiste arabe. Tuttavia, per un periodo di più di 400 anni, succedettero al regno partico come principale rivale di Roma. Loro, in quanto originari della Perside, sentono molto più dei semibarbari, Parti ( originari della tribù dei Parni, una tribù ai confini tra Iran e mondo nomadico) il loro conmpito di restauraratori dell'antica gloria Persina, tanto è che si dichiarano discendenti di Dara II, l'ultimo re della leggendaria dinastia kayaniano , le cui origini mitiche risalirebbero alla lontana epoca Achmenide. Ciò li portò a una serie interminabili di guerre con l'impero Romano, con sorti alterne, e che causeranno il definitivo tracollo dello stato sassanide, a seguito delle sconfitte subite a opera dell'imperatore romano d'oriente Eraclio, di cui seppero approfittare gli arabi.


sabato 5 febbraio 2022

Qual è l'impresa più impressionante che un singolo individuo nella storia abbia compiuto?

Sono sempre stato molto impressionato da Augusto, il primo imperatore romano. Immagina di avere diciassette anni. Praticamente un ragazzino. Il tuo prozio ti fa studiare in qualche remota città italiana e ti arriva la notizia che questo prozio, tuo padre adottivo, è stato assassinato.



Roma è un disastro. Un pasticcio completo e totale. Decenni di guerra civile hanno distrutto la società. Ci sono pirati nei mari. Signori della guerra che combattono tra loro, senatori e generali che trattano i soldati sotto il loro comando come eserciti privati. I tuoi amici ti esortano a rinunciare all'eredità del tuo prozio... a non accettare la sua eredità, che ti è stata conferita. Perché accettarla può significare la tua morte.



Ma ci vai comunque accompagnato non da eserciti, ma da quattro dei tuoi più cari amici: un soldato, un poeta, il figlio di un senatore e un altro tuo amico con cui hai studiato insieme. Vai a Roma, e anche arrivarci è pericoloso. A quel punto vinci in astuzia il senato. Sei più astuto di Marco Antonio, che si crede un erede di Cesare migliore e più adatto.


Inizialmente "perdoni" gli assassini del tuo prozio, poiché molti al senato li sostengono. Riesci a ricevere la tua eredità apparendo innocuo, solo un altro adolescente romano. Ma ora hai un nome. Un nome grande e importante. Un nome potente. E negli anni a venire guadagni le tue legioni, e dai la caccia e uccidi gli assassini di tuo zio, uno per uno. A poco a poco ti affermi a Roma. Ottieni sempre più legioni. Più o meno guidi Marco Antonio in Egitto, solo per alla fine combatterlo, sconfiggerlo e farlo suicidare insieme a Cleopatra, dopo di che anche l'Egitto appartiene una volta per tutte a Roma.

Spazzi i mari e annienti i pirati presenti, tra cui il figlio di Pompeo Magno, uno dei più grandi rivali del tuo prozio. Vendichi tuo zio nel modo più spettacolare, schiacci tutti i suoi nemici, proteggi i confini del tuo impero e sopravvivi a innumerevoli tentativi di ucciderti da parte di chi ti è più vicino.

Restauri e costruisci un potente impero che durerà per secoli. Inizi una potente dinastia. Riporti la tua nazione e cultura al suo antico splendore e inauguri un'era di pace e prosperità assolutamente senza precedenti. E hai deciso di fare tutto questo da adolescente, raggiungi tutti i tuoi obiettivi e lasci il tuo paese ricco e pacifico oltre misura dopo cinquant'anni di regno ... solo perché i tuoi discendenti rovinino poi tutto.