domenica 5 giugno 2022

Cosa accadde alle persone che assassinarono Cesare?

In tutto, il gruppo di cospiratori che tramava contro Cesare era numeroso, con almeno 60 uomini. Tuttavia, molti di questi uomini si limitarono a intingere le mani nel sangue di Cesare e a cercare di prendersi il merito.



I veri assassini sono i seguenti:

  1. Tillius Cimber: fu lui a dare il via all'assassinio.

  2. Publio Servilio Casca: il primo ad attaccare Cesare, tagliandogli la spalla.

  3. Gaio Cassio Longino: Il primo a pugnalare Cesare.

  4. Titiedius Servilius Casca: fu il secondo uomo ad accoltellare Cesare

  5. Decimo Giunio Bruto Albino: Il terzo ad accoltellare Cesare, lo pugnalò alla coscia.

  6. Marco Giunio Bruto: Bruto sferrò il colpo finale, uccidendo Cesare con una pugnalata all'inguine.

Questi 6 uomini furono i principali che uccisero Cesare. C'erano molti altri cospiratori che hanno aiutato, ma questi sono i veri assassini.

Cosa accadde loro? Niente di buono.

Dopo l'assassinio, Marco Antonio incontrò questi uomini e Cicerone per trovare un accordo. Gli assassini avevano commesso un errore.

L'omicidio di Cesare poteva essere giustificato legalmente come tirannicidio. A Roma, l'omicidio di un tiranno era legale. Tuttavia, se Cesare veniva dichiarato tiranno, tutte le sue decisioni venivano annullate. Si scopre che tutti questi assassini erano stati nominati da Cesare.

Quindi l'accordo era che le leggi e le nomine di Cesare sarebbero rimaste in vigore e che avrebbero condotto un funerale pubblico come segno di unità.

Durante il funerale, Marco Antonio si alzò per parlare. Per prima cosa parlò di quanto Cesare amasse il popolo e di come avesse donato loro le sue ricchezze. Lesse il testamento di Cesare che prevedeva che ogni cittadino ricevesse l'equivariante di 3 mesi di salario. Poi tirò fuori una statua di cera di Cesare che raffigurava graficamente le ferite da taglio.

La folla impazzì e cominciò ad attaccare i congiurati. Si scatenò il delirio e tutti gli assassini di Cesare furono costretti a fuggire.

Questi uomini si diressero verso Oriente e radunarono un grande esercito per marciare su Roma. Nel frattempo, l'erede di Cesare e Antonio misero insieme il loro esercito.

Ci fu una battaglia e gli assassini di Cesare persero.

  • Bruto, Casca, Tizio e Cassio si uccisero dopo essere stati sconfitti.

  • Decimo fu ucciso da Antonio all'inizio di una piccola guerra civile.

  • Cimber morì in combattimento durante la battaglia con Ottaviano e Antonio.

Per quanto riguarda gli altri complottisti che hanno aiutato, sono stati tutti uccisi da Ottaviano e Antonio.

Quando Ottaviano divenne console, epurò Roma da tutti coloro che erano contrari a Cesare, compreso Cicerone.


sabato 4 giugno 2022

Come si addestravano i legionari romani? Si trattava di un duro addestramento (anche se comparato ad altri eserciti dell'antichità)?



Le reclute dovevano imparare la marcia a lunga distanza: ogni mese i soldati dovevano percorrere 30 chilometri, completamente equipaggiati. Metà della distanza marciando, l'altra metà correndo. Inoltre veniva loro insegnato come costruire un campo, come lanciare il giavellotto, nuotavano e andavano a cavallo. Due volte al giorno facevano degli esercizi (i veterani solo una volta), dovevano imparare come saltare su e giù da un cavallo (non era un'impresa da poco considerando che non c'erano staffe allora) con l'equipaggiamento completo. Ciononostante, la cosa più importante di tutte era l'abilità di usare la spada.

Veniva fissato un paletto nel terreno, all'altezza di un essere umano. Il soldato armato di scudo di vimini e spada di legno doveva attaccare il paletto. Inoltre, doveva lanciare il pilum e partecipare a finte battaglie in cui le armi erano protette con delle custodie per evitare di farsi male sul serio.

Sin dall'inizio, le abilità acquisite dalle giovani reclute venivano usate correttamente. Se qualcuno era un fabbro, diveniva un armaiolo, se era un calzolaio, faceva scarpe per i soldati e quelli che erano specializzati nella lavorazione del legno lavoravano alle armi d'assedio. Se qualcuno non avesse delle particolari abilità, poteva facilmente entrare nel gruppo degli ispettori o dei responsabili della pulizia delle strade. Quelli erano i doveri dei legionari quando non c'erano le battaglie, ma una volta che le trombe davano il segnale per combattere, tutti dovevano essere pronti al loro posto e armati completamente.

C'era una divisione tra esperti, veterani e giovani. I legionari più anziani e più esperti raccontavano storie e insegnavano alle nuove generazioni come comportarsi sul campo di battaglia.

Anche le funzioni differivano. I veterani venivano inseriti nel bel mezzo del combattimento o da qualche parte in cui avrebbero ribaltare il risultato della battaglia, mentre lo scopo principale dei soldati più giovani era semplicemente quello di immobilizzare o fare da esca contro il nemico.


venerdì 3 giugno 2022

I Germani erano guerrieri migliori dei Romani?

I ricchi romani assumevano guerrieri germanici come guardie del corpo. Erano impressionanti in altezza. Avevano una media di 6 piedi e 2 pollici/ 1.879 metri di altezza. I romani maschi adulti avevano una media di soli 5 piedi e 4 pollici/ 1.625 metri. Mangiavano più latticini rispetto ai romani normali. Suebi, Alamanni, Marcomanni e Quadi portavano i capelli in una crocchia chiamata nodo Suebi. I Franchi si rasarono la nuca. Erano bravi a lanciare asce chiamate francisca.


Ai giovani germanici non era permesso tagliarsi i capelli né radersi la barba finché non uccidevano un uomo.


giovedì 2 giugno 2022

Sparta era più una città-stato offensiva o difensiva?

La guerra greca era quasi per definizione offensiva durante la maggior parte dell'era classica poiché le mura erano viste come alquanto sospette. C'era una sorta di accordo informale per non costruirli.

Insieme all'avversione per gli arcieri e le altre truppe ausiliarie, il risultato fu che il classico scontro di falangi opliti dominava.

Le norme di cui sopra alla fine hanno iniziato a crollare, come sempre. Ma per un po' hanno resistito.



Sotto: lo scontro delle lance, il modo corretto di combattere per un vero greco


mercoledì 1 giugno 2022

Nell'Antico Egitto, due persone sposate potevano divorziare?

Durante il Medio Regno, nell'Antico Egitto, esisteva il divorzio come forma di proprietà, la quale, presto, richiese l'intervento della legge negli affari riguardanti l'eredità e la preservazione dei beni.

L'intervento della legge permetteva la stipulazione di contratti coniugali ai quali i coniugi dovevano adeguarsi.



Il divorzio nell'Antico Egitto, durante l'epoca saitica, era consentito solamente al marito mentre la donna aveva solamente la possibilità di tutelare i propri diritti mediante contratti che rendevano il divorzio svantaggioso nell'interesse dell'uomo, che, alle volte, doveva anche dare alla donna i suoi beni a favore del figlio maggiore.

Nelle epoche successive anche la donna ottenne la facoltà di divorziare.


domenica 22 maggio 2022

Perché l'esercito romano si dimostrò superiore alla temibile falange macedone?

Per comprendere come i romani annichilirono la potente falange macedone, regina dei campi di battaglia per centinaia di anni, occorre prendere in considerazione le tattiche di battaglia della fanteria dei due eserciti, basate su principi totalmente diversi e che alla fine dei conti risultarono favorevoli ai romani.



FANTERIA MACEDONE

Dopo la sua esperienza tebana, Filippo II, padre di Alessandro Magno, attuò una radicale riforma dell’esercito introducendo quella falange macedone che oggi rientra nel nostro immaginario, superando di fatto il classico modello della falange oplitica.

- i Pezeteri erano la spina dorsale dell’esercito macedone, la fanteria pesante che formava la falange e che veniva posta al centro dello schieramento. Essi erano armati con una picca, chiamata sarissa, lunga 5-7 metri ed uno scudo di piccole dimensioni fissato con una cinghia alla spalla sinistra, in modo da permettere al soldato di impugnare la pesante sarissa con entrambe le mani. Essi venivano disposti in formazione rettangolare, con gli uomini delle prime cinque file che tenevano puntate le sarisse orizzontalmente verso il nemico, formando una selva di picche quasi impenetrabile. Gli uomini delle file più indietro invece tenevano le picche in posizione verticale, in modo da ostacolare la traiettoria dei proiettili nemici, altrimenti letali per i pezeteri ingombrati dal loro armamento.



Come è possibile notare dall’immagine qui sotto, il muro di picche era in grado di tenere a distanza il nemico e di spezzarne la carica. I nemici che superavano le picche della prima fila macedone, venivano “incanalati” tra le aste di queste e diventavano bersagli fissi per le sarisse delle file retrostanti.



- Gli Ipaspisti, ovvero “portatori di scudo” erano invece quei corpi di fanteria d’élite posti ai fianchi della falange, in modo tale da proteggerla da eventuali attacchi laterali, essendo essa estremamente vulnerabile in quei punti. Questi uomini avevano un armamento simile agli opliti (scudo aspis, corazza, schinieri, elmo, spada e lancia leggermente più lunga di quella in uso ai greci), in modo da garantire una maggiore flessibilità rispetto ai compagni nel centro dello schieramento.


FANTERIA ROMANA

Prenderemo come esempio la fanteria romana al tempo delle terza guerra macedonica ( 171 a.C. - 168 a.C. ), in cui si svolse la battaglia “simbolo” della superiorità tattica dei romani rispetto ai macedoni, la battaglia di Pidna. La fanteria del tempo era suddivisa in Hastati, Principes e Triarii, anche se per vari fattori evolutivi, queste differenze andavano sempre più assottigliandosi. In ogni caso per il discorso in questione occorre sapere che l’esercito romano era organizzato con la suddivisione della legione in manipoli, ovvero in più piccole unità tattiche elementari di 120 uomini (60 per i Triarii). L’ordine di battaglia basilare era l’acies triplex, ovvero una formazione su tre linee, ognuna di 10 manipoli distanziati tra loro, di cui la prima era formata dagli Hastati, la seconda dai Principes e la terza dai Triarii.



Dopo aver tracciato in linee molto generali la differenza tra le fanterie dei due eserciti salta subito all’occhio un qualcosa di molto importante e cruciale per il nostro discorso. I romani, avevano una organizzazione tattica tutta incentrata sulla flessibilità e la manovrabilità delle truppe, appunto divise in manipoli, i quali garantivano un elevato grado di mobilità in ogni situazione e su ogni terreno, come impararono a proprie spese durante le guerre sannitiche.

Lo stesso non poteva dirsi per la falange macedone, la quale trovava la sua forza nella compattezza della formazione. Un cedimento in qualche punto dello schieramento o la mancanza di coordinazione avrebbe potuto mandare in frantumi l’utilità della falange.

Fu proprio ciò a determinare in massima parte la superiorità tattica dei romani. Semplicemente, con la loro organizzazione flessibile erano in grado di mandare in “tilt” la falange aggredendola laddove questa risultava più debole o meno compatta.

Basti l’esempio della battaglia di Pidna del 168 a.C. considerata quale lo scontro simbolo del tramonto della falange in luogo della superiorità romana.

In questa battaglia il re macedone Perseo stava inizialmente vincendo lo scontro. Si racconta che la compatta falange avanzò facendo strage di Peligni e Marrucini, bellicosi alleati italici dei romani, i quali coraggiosamente ma invano tentarono di mozzare le sarisse macedoni con le spade o di strapparle al nemico con le mani.

A quel punto il comandante romano, Lucio Emilio Paolo, ordinò la ritirata dei suoi uomini sul monte Olocro. Perseo, fomentato dall’iniziale successo, spedì la sua falange all’inseguimento commettendo un errore fatale. Infatti la rigida falange, inerpicatasi sul terreno scosceso ed irregolare del monte finì per scompattarsi fatalmente. La macchinosa falange era ora in crisi e mostrò tutta la sua vulnerabilità. Emilio Paolo se ne rese conto e fu a quel punto che raggruppò i manipoli in vari punti del territorio collinoso, distribuendoli opportunamente nei punti in cui la falange macedone era più in difficoltà. Ordinò poi l’attacco in quei punti prima indicati, sfruttando a pieno la flessibilità del suo esercito e sbaragliando la falange macedone, fortemente inferiore nel corpo a corpo rispetto ai romani armati di scudi oblunghi e spade corte, essendo le loro sarisse di tremendo intralcio.

Non ci fu scampo per i macedoni, i quali in meno di due ore lasciarono sul campo 20.000 morti a fronte dei 100 morti per i romani (o almeno così riportano le fonti di parte).



sabato 21 maggio 2022

Una battaglia fondamentale nota con un nome inventato

Le tribù di Iceni e Trinovanti avevano sbaragliato i Romani presso Colchester, ma la loro sete di vendetta nei confronti dell’usurpatore non era ancora stata placata.



Anche presso Londinium e Verolamium la furia delle genti locali fu inarrestabile ed in pochi mesi mezza Britannia fu in fiamme.

La fanteria della IX legione fu sterminata e il procuratore Catone, massima autorità romana sull’isola, fuggì in Gallia: 70mila morti romani secondo Tacito.

Ma Roma non poteva tollerare tutto ciò, ed il conto fu presentato dal proconsole Svetonio Paolino, in un “luogo dall’accesso angusto, una gola chiusa alle spalle da una selva”, che gli storici non hanno mai identificato.

Così lo scontro che segnò il futuro dell’Inghilterra si ricorda con un nome inventato: battaglia di Watling Street.

Fu un’ecatombe, con 80mila morti, stavolta quasi tutti locali. L’Inghilterra fu romanizzata ed è per questo che oggi in inglese vittoria si dice “victory” alla latina e non “buddug” alla celtica.