venerdì 10 giugno 2022

C'erano altri gruppi religiosi nell'Impero Romano che erano anch'essi perseguitati in modo simile dalle autorità, o i cristiani sono unici in questo senso?

Assolutamente no. I cristiani furono perseguitati in quanto, oltre a fare molto proselitismo (a differenza degli ebrei, con i quali erano spesso confusi) erano una religione molto diversa (almeno dalle origini) dal sincretismo romano-ellenistico-orientale che era già diventato il pantheon imperiale del I^ secolo.

In linea di massima i Romani tendevano ad assorbire i popoli sottomessi e prendere il meglio di loro, ivi comprese le divinità, come nel rituale dell'evocatio, quando, in prossimità di assediare una città nemica, si invitavano gli déi presenti nei templi di uscirne per prendere possesso di analoghi templi costruiti dai Romani.

Appena entravano in contatto con religioni diverse valutavano di volta in volta se quei riti potevano anche adattarsi alla loro mentalità o meno.

Con la conquista della Grecia non ci fu nessun problema: già nella Penisola italica erano presenti molte colonie greche con le quali i Romani erano già entrati in contatto. Perciò non fu difficile identificare ben presto la maggior parte (non tutti) i propri déi con quelli greci o etruschi, nella maggior parte dei casi assorbendone anche la relativa mitologia.

L'operazione però risultò più difficile con altre culture e relative divinità che furono osteggiate se non perseguitate.

Qualche esempio.

Il culto di Cibele (ridenominata "Magna Mater") fu osteggiato inizialmente dai Romani. I suoi sacerdoti (definiti Galli) erano castrati e pertanto fu assolutamente proibito ai cittadini romani farne parte.

A Roma il rapporto con la Grande Madre frigia sembra quindi esser stato articolato e complesso: caratterizzato, almeno nel periodo repubblicano, in parte da una tendenza all’assimilazione e alla “romanizzazione” in parte da un profondo disagio e rifiuto nei confronti dei riti violenti ed orgiastici propri del culto frigio della dea (e collegati in particolare all’ambigua figura del suo sposo eunuco, Attis) che eludevano qualsiasi controllo da parte della classe dirigente. Questi riti erano quindi confinati entro l’area del santuario palatino della dea, così da sottrarli agli occhi (e alle coscienze) dei cittadini romani, ai quali sembra che fosse proibito di prendere parte alle cerimonie celebrate.

Anche Iside ebbe non poca difficoltà a imporsi. Più volte furono distrutti i suoi templi e perseguitati sacerdoti e fedeli. L'odio verso la dea egizia aumentò dopo la sconfitta di Cleopatra e Marco Antonio. L'imperatore Tiberio fece gettare nel Tevere la statua della dea e crocifiggere i suoi sacerdoti.

Il druidismo (diffuso presso le popolazione celtiche di Gallie e Britannia) fu completamente sradicato dall'Impero.
Secondo Svetonio, Augusto fece dei passi per proibire la "religio Druidarum" a chi era divenuto cittadino romano; Plinio riferisce che sotto Tiberio un decreto del senato fu emanato contro i druidi gallici ("e tutta quella razza di indovini e guaritori". Svetonio ripete che Claudio nel 54 d. C. "abolì completamente la religione barbara e inumana dei druidi nella Gallia".
L'ultima resistenza druidica avvenne sotto il principato di Nerone nell'Isola di Mona (Anglesey) dove tutti i druidi furono uccisi.



Lo stesso ebraismo venne più tollerato che ammirato. Il dio degli Ebrei era diverso dagli altri, non solo era Uno ma non ammetteva di venire chiamato o identificato con lo stesso nome degli altri.
Inoltre gli Ebrei stessi, per via della loro religione, non potevano mischiarsi troppo coi pagani, non potevano mangiare certi cibi, dovevano rispettare il risposo assoluto nello Shabbath: cose che i Romani facevano fatica ad accettare.
Le rivolte giudaiche furono la ciliegina sulla torta.
Episodi ripetuti di malgoverno da parte dei prefetti romani in Giudea diedero modo a zeloti e sicari (le sette religiose-politiche meno disposte ai compromessi coi Romani) di ribellarsi all'impero.
L'esito fu la distruzione (involontaria) del Tempio di Gerusalemme e la riduzione della Giudea a una provincia come le altre.


Quando, sotto Adriano, ci fu una nuova guerra. le conseguenze furono ancora più tragiche per gli ebrei. Adriano proibì loro di tornare a Gerusalemme che divenne una città ellenistica sotto il nome di Aelia Capitolina e decapitò completamente la classe religiosa ebraica.

Anche i Samaritani non erano visti di buon occhio dai Romani.
Sotto il procuratore Ponzio Pilato molti di essi furono uccisi in occasione di una loro adunata sul monte Garizim proibita da Pilato, e a questa strage è attribuita la destituzione del procuratore e il suo invio a Roma a giustificarsi presso Tiberio (Antichità, XVIII, 4,1-2).

Durante la I^ Guerra Giudaica molti Samaritani si adunarono sul Garizim per opporre resistenza ai Romani: Vespasiano inviò contro di loro Cereale comandante la Legione V, che li assalì uccidendone 11.600 (Guerra giud., III, 7, 32).

Questi sono solo alcuni esempi. I Romani accettavano le religioni vicine alla loro, ma furono sempre diffidenti a dir poco con quelle troppo diverse dalla loro indole e che per di più potevano portare a gravi problemi sociali e politici.

Il Cristianesimo aveva tutte le premesse per essere rifiutato. Intanto perché era una costola dell'Ebraismo (e pertanto ne ereditò tutte le antipatie), faceva anche un proselitismo mai visto e voleva, almeno inizialmente, cambiare la Società Romana così come era costituita.

Ovvio che i Romani non lo potevano permettere e pertanto nacquero le cosiddette persecuzioni. In verità, tranne alcune davvero sanguinose, non ci furono persecuzioni vere e proprie solo per il fatto di essere cristiani, quanto dal comportarsi come tali.

Senza dimenticare che spesso tra una persecuzione e l'altra ci furono a volte anche molti anni di relativa tolleranza, dove i cristiani poterono praticare i loro culti in maniera quasi ufficiale.

In seguito, quando il Cristianesimo divenne, prima "religio licita" e poi, con Teodosio, l'unica religione ufficiale dell'Impero, furono a loro volta i cristiani a perseguitare gli altri culti. Soprattutto le religioni "pagane", una volta assorbito ciò che si poteva di loro assorbire e riconvertiti i tempi in chiese cristiane (come il Pantheon), tutto il resto venne eradicato.
Anche l'ebraismo non se la passò troppo bene anche se, rispetto ai pagani, a loro venne perlomeno concesso di professare la loro fede, sia pure con molte limitazioni.


giovedì 9 giugno 2022

Gli antichi Romani scrivevano in corsivo?

Sebbene nelle lettere, epigrafi e documenti informali il corsivo è sempre assente, ciò non vuol dire che nei documenti informali gli antichi Romani non lo usassero.



Ne esistevano di due tipi:

- la più antica, “capitale corsiva”;

- la “minuscola corsiva” del III secolo, usata fino all’Alto Medioevo.

In entrambe, i caratteri assumevano una forma inclinata e le singole lettere cominciavano a legarsi tra loro.

Le testimonianze archeologiche in corsivo sono rare a causa dei materiali deperibili su cui erano vergate.


mercoledì 8 giugno 2022

Perché nella cultura egizia si mummificavano i defunti?

 


Perchè per accedere all'altra vita si doveva avere il corpo integro. Secondo il Libro dei morti si nasceva con due anime: il Ba ed il Ka. Il Ka restava col corpo nella tomba, mentre il Ka viaggiava verso l'altro mondo dove avrebbe ricevuto il giudizio finale da Osiride, dopo che Anubi avesse pesato il cuore del deunto. Se questo era più leggero della piuma di Maat la vita del morto era giudicata buona e Osiride lo avrebbe accompagnato nel regno dei cieli, altrimenti sarebbe stato lasciato ad Ammut che lo avrebbe divorato. Il risultato della pesata era attentamente registrato da Toth.



martedì 7 giugno 2022

Iliade, perché la gente preferisce Ettore ad Achille ?

Perché Ettore è un uomo combatte per difendere il suo paese e la sua famiglia, quindi è un personaggio più vicino al nostro sistemi di valori.



Achille invece è motivato prima dalla gloria e successivamente dalla vendetta, che per i Greci erano motivazioni ugualmente valide ma per noi moderni un po' meno.


lunedì 6 giugno 2022

Quale centurione romano era il più cruento con i propri uomini?

Spesso i centurioni erano talmente severi con i loro uomini da essere più temuti del nemico.



Il loro simbolo di comando era la vitis, un bastone ricavato da un tralcio di vite con il quale avevano il diritto di percuotere a piacimento i legionari indolenti o colpevoli di piccole mancanze.

Quello della vite, come scrive Plinio, era l’unico tipo di legno con cui potesse essere colpito un cittadino romano.

Il centurione Lucilius, citato da Tacito, era stato soprannominato dai suoi uomini Cedo Alteram (“dammene un’altra”), in quanto era solito spezzare la vitis sulla schiena dei propri uomini, chiedendone subito una nuova.


domenica 5 giugno 2022

Cosa accadde alle persone che assassinarono Cesare?

In tutto, il gruppo di cospiratori che tramava contro Cesare era numeroso, con almeno 60 uomini. Tuttavia, molti di questi uomini si limitarono a intingere le mani nel sangue di Cesare e a cercare di prendersi il merito.



I veri assassini sono i seguenti:

  1. Tillius Cimber: fu lui a dare il via all'assassinio.

  2. Publio Servilio Casca: il primo ad attaccare Cesare, tagliandogli la spalla.

  3. Gaio Cassio Longino: Il primo a pugnalare Cesare.

  4. Titiedius Servilius Casca: fu il secondo uomo ad accoltellare Cesare

  5. Decimo Giunio Bruto Albino: Il terzo ad accoltellare Cesare, lo pugnalò alla coscia.

  6. Marco Giunio Bruto: Bruto sferrò il colpo finale, uccidendo Cesare con una pugnalata all'inguine.

Questi 6 uomini furono i principali che uccisero Cesare. C'erano molti altri cospiratori che hanno aiutato, ma questi sono i veri assassini.

Cosa accadde loro? Niente di buono.

Dopo l'assassinio, Marco Antonio incontrò questi uomini e Cicerone per trovare un accordo. Gli assassini avevano commesso un errore.

L'omicidio di Cesare poteva essere giustificato legalmente come tirannicidio. A Roma, l'omicidio di un tiranno era legale. Tuttavia, se Cesare veniva dichiarato tiranno, tutte le sue decisioni venivano annullate. Si scopre che tutti questi assassini erano stati nominati da Cesare.

Quindi l'accordo era che le leggi e le nomine di Cesare sarebbero rimaste in vigore e che avrebbero condotto un funerale pubblico come segno di unità.

Durante il funerale, Marco Antonio si alzò per parlare. Per prima cosa parlò di quanto Cesare amasse il popolo e di come avesse donato loro le sue ricchezze. Lesse il testamento di Cesare che prevedeva che ogni cittadino ricevesse l'equivariante di 3 mesi di salario. Poi tirò fuori una statua di cera di Cesare che raffigurava graficamente le ferite da taglio.

La folla impazzì e cominciò ad attaccare i congiurati. Si scatenò il delirio e tutti gli assassini di Cesare furono costretti a fuggire.

Questi uomini si diressero verso Oriente e radunarono un grande esercito per marciare su Roma. Nel frattempo, l'erede di Cesare e Antonio misero insieme il loro esercito.

Ci fu una battaglia e gli assassini di Cesare persero.

  • Bruto, Casca, Tizio e Cassio si uccisero dopo essere stati sconfitti.

  • Decimo fu ucciso da Antonio all'inizio di una piccola guerra civile.

  • Cimber morì in combattimento durante la battaglia con Ottaviano e Antonio.

Per quanto riguarda gli altri complottisti che hanno aiutato, sono stati tutti uccisi da Ottaviano e Antonio.

Quando Ottaviano divenne console, epurò Roma da tutti coloro che erano contrari a Cesare, compreso Cicerone.


sabato 4 giugno 2022

Come si addestravano i legionari romani? Si trattava di un duro addestramento (anche se comparato ad altri eserciti dell'antichità)?



Le reclute dovevano imparare la marcia a lunga distanza: ogni mese i soldati dovevano percorrere 30 chilometri, completamente equipaggiati. Metà della distanza marciando, l'altra metà correndo. Inoltre veniva loro insegnato come costruire un campo, come lanciare il giavellotto, nuotavano e andavano a cavallo. Due volte al giorno facevano degli esercizi (i veterani solo una volta), dovevano imparare come saltare su e giù da un cavallo (non era un'impresa da poco considerando che non c'erano staffe allora) con l'equipaggiamento completo. Ciononostante, la cosa più importante di tutte era l'abilità di usare la spada.

Veniva fissato un paletto nel terreno, all'altezza di un essere umano. Il soldato armato di scudo di vimini e spada di legno doveva attaccare il paletto. Inoltre, doveva lanciare il pilum e partecipare a finte battaglie in cui le armi erano protette con delle custodie per evitare di farsi male sul serio.

Sin dall'inizio, le abilità acquisite dalle giovani reclute venivano usate correttamente. Se qualcuno era un fabbro, diveniva un armaiolo, se era un calzolaio, faceva scarpe per i soldati e quelli che erano specializzati nella lavorazione del legno lavoravano alle armi d'assedio. Se qualcuno non avesse delle particolari abilità, poteva facilmente entrare nel gruppo degli ispettori o dei responsabili della pulizia delle strade. Quelli erano i doveri dei legionari quando non c'erano le battaglie, ma una volta che le trombe davano il segnale per combattere, tutti dovevano essere pronti al loro posto e armati completamente.

C'era una divisione tra esperti, veterani e giovani. I legionari più anziani e più esperti raccontavano storie e insegnavano alle nuove generazioni come comportarsi sul campo di battaglia.

Anche le funzioni differivano. I veterani venivano inseriti nel bel mezzo del combattimento o da qualche parte in cui avrebbero ribaltare il risultato della battaglia, mentre lo scopo principale dei soldati più giovani era semplicemente quello di immobilizzare o fare da esca contro il nemico.