lunedì 22 agosto 2022

La civiltà sumera


Nella regione della Mesopotamia, alla confluenza dei fiumi Trigri ed Eufrate, fu la culla della prima civiltà umana: i Sumeri. Intorno al 3000 a.C., furono costruite le prime metropoli della regione, tra cui Eridu, Nippur, Lagash, Kish e Uruk.

I Sumeri furono pionieri nei campi dell'agricoltura, della letteratura e della matematica. Grazie all'ingegno che possedevano, riuscirono ad accumulare un potere inimmaginabile per l'epoca. Inoltre, i Sumeri furono ingegnosi nel gestire le acque del Tigri e dell'Eufrate in modo che i loro raccolti non si seccassero durante l'estate. Avendo raccolti più a lungo, la popolazione è cresciuta.

Tavoletta con scrittura cuneiforme; il tipo di scrittura usato dai Sumeri.


Ziggurat di Ur, uno dei pochi templi sumeri sopravvissuti negli anni.

Marduk, dio sumero e babilonese


domenica 21 agosto 2022

Ciro il Grande

 


E' stato un re persiano che governò la persia (Iran). È noto per aver rispettato i costumi e le religioni delle terre conquistate.

Ciro il Grande fu un capo benevolo della Persia che fiorì sotto il suo regno. Il suo impero sarebbe andato avanti anni dopo la sua morte per diventare così:



sabato 20 agosto 2022

Cosa accadde al re spartano dopo la battaglia delle Termopili?

Leonida, consapevole di essere stato aggirato, fece allontanare il grosso dell'esercito greco e rimase a guardia del passaggio con 299 Spartani, 700 Tespiesi, 400 Tebani e, forse, qualche centinaio di altri, che vennero per la maggior parte uccisi .

Chi vinse tra spartani e Persiani?


Leonida


Una manciata di combattenti ellenici sotto il comando del re spartano Leonida riuscì a frenare per tre giorni l'avanzata del potente esercito persiano e contribuì alla salvezza della Grecia.


venerdì 19 agosto 2022

Quale popolo dell’antichità subì i peggiori insulti razzisti?

I gutei non conoscono leggi, hanno solo istinti umani, intelligenza canina e forme da scimmia”.


Mesopotamia, 2200 a.C.


I gutei, un’orda proveniente dall’alto piano iranico, si riversò in Mesopotamia, spazzando via sumeri e accadi e imponendosi come i padroni della regione.

Il risentimento delle popolazioni assoggettate si manifestò sotto forma di disprezzo razziale.

Vennero chiamati “scimmie delle montagne” e furono tacciati di essere “indegni di far parte del Paese e non classificabili come esseri umani”.

L’odio razziale nei loro confronti si diffuse al punto che questi continuarono a essere considerati ottusi, selvaggi e nemici degli dèi per tutta la durata della loro esistenza.

Infatti, anche se un secolo dopo verranno sconfitti, la loro nomea perdurò fino alla loro estinzione.


giovedì 18 agosto 2022

Qual è un falso mito su Giulio Cesare?


Molti pensano che Cesare, quando morì, disse "Tu quoque, Brute, fili mi".

In realtà non lo disse. Lo scrittore latino Svetonio (70-126) riferisce che morendo Cesare pronunciò in greco, la lingua dell’élite romana, “Kai su teknon” (“Anche tu, figlio”). La frase (tradotta in seguito in latino con l’aggiunta del nome Bruto) ebbe però successo e divenne indebitamente famosa.

Questa frase, oltre a esprimere lo sgomento di Cesare nel vedere Marco Giunio Bruto tra i congiurati, esprime il dramma universale del tradimento.


mercoledì 17 agosto 2022

Quale replica ad un’accusa fu la più geniale?

Nel 371 a.C. si tenne la battaglia di Leuttra, combattuta tra gli spartani e la Lega beotica, capeggiata da Tebe.



Ebbero la meglio questi ultimi, guidati da Epaminonda.

Egli era riuscito a trasformare Tebe, una polis di secondaria importanza, nella dominatrice assoluta della penisola ellenica, in grado di sconfiggere persino gli spartani!

Eppure Meneclide, un oratore Tebano, lo accusò di essere inetto e presuntuoso, sottolineando come il generale ritenesse di poter gareggiare per gloria bellica persino con il grande Agamennone.

Allora Epaminonda gli rispose:

Meneclide, se pensi che io gareggi con Agamennone, sbagli, perché costui con tutta la Grecia, prese a malapena una sola città in dieci anni; io invece, con questa nostra sola città e in un sol giorno, ho dato la libertà a tutta la Grecia, sgominando gli spartani”.


martedì 16 agosto 2022

Nell’antica Roma il numero di matrimoni era basso

Verso la fine del II secolo a.C. la Repubblica romana vide un drastico calo nel numero dei matrimoni.



Molti cittadini anteponevano i piaceri passeggeri della vita alla costruzione di un legame duraturo.

Questo improvviso crollo di famiglie tradizionali allarmò le autorità statali, che decisero di intervenire per provare a ristabilire l’ordine.

Il censore Metello Numidico si rivolse ai suoi concittadini:

Se noi, cari quiriti, potessimo vivere senza mogli, certamente nessuno accetterebbe questa seccatura. Ma poiché la natura ha voluto da un canto che vivere con le mogli procuri inevitabilmente delle noie, dall’altro che non si possa vivere senza di loro, è necessario preoccuparsi della tranquillità perpetua, invece che del piacere di breve durata”.

Il discorso, sebbene molto apprezzato in epoche future, non ebbe un grande successo e il numero di matrimoni continuò a calare.