lunedì 19 luglio 2021

Che tipo di donna era oggetto di invidia nell'antica Grecia?

Le Heteras, donne che offrivano piaceri amorosi e intellettuali agli uomini.

A differenza della maggior parte delle altre donne nella società greca dell'epoca, le Heteras erano libere.




Le Heteras (ἑταῖραι) nell'antica Grecia non erano semplicemente delle prostitute, come alcuni dicono.

Erano compagne colti di uomini colti e ricchi. Come straniere, non erano soggetti alla legislazione locale.

Potevano avere i propri affari, proprietà, profitti e denaro, cosa che era proibita alla donna nativa greca, che dipendeva o da suo padre, da suo marito o da suo fratello maggiore.

Per questo motivo, erano invidiate. Alcune si dedicavano esclusivamente alla prostituzione, ma molte altre no.

Ci sono altri interpreti che affermano anche che le Heteras non erano realmente prostitute, come la storia più popolare insiste a designarle.

Erano donne libere, il che significa che non appartenevano a una famiglia greca tradizionale.


domenica 18 luglio 2021

Morivano più soldati per malattie prese nel campo che in una vera battaglia.

Vero. Tuttavia, le cose non sono così semplici come vorremmo. Durante la guerra civile americana, i due terzi dei decessi furono causati da (non in ordine):

  • Polmonite e influenza (troppe cause)

  • Colera (sanificazione)

  • Tifo (sanificazione)

  • Diarrea/dissenteria (igiene)

  • Malaria (trasportata da zanzare)

  • Tifo (diffuso da pidocchi e altri insetti)

Il tifo è relativamente nuovo (circa 1500 dC). Tuttavia, il resto è con noi da molto tempo e la gente non aveva idea di cosa fare fino a poco tempo fa. Tuttavia, con malattie trasmesse dall'acqua avevano dei sospetti.

Sappiamo che facevano vino e birra. Ciò che è meno noto è che avevano due versioni di ciascuno. Una birra debole, la Birra piccola, veniva ampiamente consumato. La birra piccola non ti faceva ubriacare ma uccideva i batteri.

Come altri mezzi erano disponibili vini diluiti, per evitare di consumare acqua semplice. Tuttavia, c'è una grande incognita su tutto questo. Lo sanno tutti, se lasci che il processo continui, un'altra creatura prende il sopravvento, Acetobacter acetie aceto:


L'aceto è stato a lungo apprezzato e ha un'ampia varietà di usi. Tuttavia, il suo uso era così onnipresente, nessuno ha scritto sul suo uso preciso come bevanda.

Questo mi porta al punto. Non c'erano registrazioni di molti antichi eserciti che perdevano oltre il 60 percento dei loro uomini a causa di batteri intestinali. Gli storici si sono chiesti perché?

Alcuni storici affermano che l'aceto è la ragione. I romani bevevano la posca. Una ricetta moderna è:

  • 1,5 tazze di aceto di vino rosso.

  • 0,5 tazze di miele.

  • 1 cucchiaio di semi di coriandolo tritati.

  • 4 tazze d'acqua.

  • Fate bollire in modo che il miele si dissolva.

  • Fate raffreddare in modo che raggiunga la temperatura ambiente.

  • Filtra i semi di coriandolo.

In effetti, Vegezio afferma che un comandante deve fornire alle truppe aceto come parte delle razioni standard, quando una campagna doveva iniziare.

Le Istituzioni Militari dei Romani:

Nelle spedizioni difficili gli antichi distribuivano le vettovaglie ad un'indennità fissa a ciascun uomo senza distinzione di rango; e quando l'emergenza è passata, il governo ha rappresentato tutte le proporzioni. Le truppe non dovrebbero mai desiderare legna e foraggio in inverno o acqua in estate. Dovrebbero avere grano, vino, aceto e persino sale, in abbondanza in ogni momento.

Sappiamo per certo che i romani non erano gli unici soldati a farlo. In particolare, trascinare l'aceto durante la campagna. Livio afferma, l'esercito di Annibale stava trasportando enormi quantità di aceto con sé mentre attraversavano le Alpi:

Livio descrive la traversata delle Alpi di Annibale

Vi costruirono contro un enorme mucchio di alberi ad alto fusto che avevano abbattuto e potato, e quando il vento fu abbastanza forte da far esplodere il fuoco diedero fuoco al mucchio. Quando la roccia era incandescente vi versavano sopra dell'aceto per disintegrarla.

Tuttavia, nel tempo, la pratica di portare in giro l'aceto con l'esercito ha smesso di essere una pratica militare.


sabato 17 luglio 2021

I guerrieri spartani erano davvero così temuti e valorosi?

Diciamo che la vita per i maschi nella Polis di Sparta seguiva un modello differente da altre città come ben raccontato da alcuni personaggi come Plutarco. Lo sport era all'ordine del giorno e ciò forgiava sicuramente anche la discplina oltre al corpo.

Artefice di ciò fu sicuramente Licurgo, che in base ai criteri di studio del loro tempo ideò anche una dietà ricca di proteine ma sicuramente povera nella quantità. I maschi imparavano non solamente ad essere forti ma erano anche astuti, basti pensare che il furto in città e nelle campagne era tollerato e i guerrieri erano puniti solo nel caso fossero scoperti in quanto ció faceva trasparire una mancanza di furbizia.

Il resto ovviamente è stato fatto dalla storia e dalle memorie che su Sparta si sono prima tramandate e poi inscenate al cinema.



venerdì 16 luglio 2021

Gli Spartani si coprirono di olio prima di una battaglia per intimidire il nemico?

I Persiani inviarono esploratori negli accampamenti degli Spartani prima della Battaglia del 300. Le spie persiane riferirono al re persiano stupito che gli Spartani stavano oliando i loro corpi, intasando i capelli e facendo esercizi di stretching.

I Persiani non sapevano che gli Spartani erano consapevoli di non avere alcuna speranza di sopravvivere alla battaglia. Si stavano preparando a morire dopo che il re Leonida disse loro di fare una ricca colazione, perché avrebbero cenato nell'Ade. Non erano preoccupati di tornare vittoriosi con i loro scudi, o su di loro. Non sarebbero mai tornati dalla battaglia delle Termopili.




giovedì 15 luglio 2021

I soldati dell'antica Roma riscontrarono disturbi mentali come quelli moderni?

I soldati dell’antica Roma erano essere umani esattamente come noi, animati dalle sensazioni proprie di un condottiero, paura e rabbia ovviamente spiccavano fra tutte.



Fondamentale figura predisposta a non far perdere il controllo delle truppe era il generale; maggiore era la sua lucidità, più i soldati ne traevano benefici.

La psichiatria ha analizzato dei parametri che possono portare a sviluppare un disturbo post-traumatico da stress.


Essi sono:

  1. L’evento traumatico, ed una guerra certamente lo è.

  2. La cultura del popolo di appartenenza, e quella romana era una cultura meno moralista della nostra (schiavi trattati come bestie ad esempio).

  3. La “filosofia” personale, l’addestramento dei guerrieri era volto a rendere gli animi privi di remore.

  4. I danni fisici (soprattutto alla testa) aumentano molto l’insorgenza di questo problema. Ma i legionari grazie alle protezioni di elmi e scudi difficilmente venivano colpiti al capo. Le braccia e le gambe erano le zone più soggette a lesioni.

Inoltre sono scarse le fonti che attestano di pazienti affetti di disturbo post traumatico da stress (le più famose trattano le vicende post belliche di Caio Mario e Ulpio Optato).

In undici secoli di storia romana le così scarse testimonianze e i parametri elencati precedentemente, mi inducono perciò a pensare che effettivamente i soldati di Roma non fossero soggetti predisposti a questo tipo di problema.


mercoledì 14 luglio 2021

I Romani sono mai stati curiosi di sapere cosa c'era dall'altra parte dell'Atlantico? O non si preoccupavano troppo di esplorare?

I Romani, come tutti i popoli antichi, consideravano le colonne d'Ercole, situate, secondo il mito, nello stretto di Gibilterra, il confine del mondo conosciuto, una realtà non accessibile all'uomo. Questo è sicuramente vero, e sarebbe una spiegazione sufficiente : tuttavia dobbiamo considerare che i Romani furono grandi commercianti ed esploratori. A differenza del mito, i Romani attraversarono lo stretto di Gibilterra ed intrapresero scambi commerciali con la sponda atlantica della Penisola iberica. Si ricordi la " Torre di Cepione", un faro di avvistamento nell'Oceano Atlantico, creato dai Romani.



Detto questo, è facile presumere che i Romani si siano chiesti che cosa nascondesse quella distesa di acque, quel mare infinito.

Le conoscenze geografiche dell'epoca, seppur non paragonabili a quelle del giorno d'oggi, erano abbastanza sviluppate. Lo stesso Aristotele ci dice che era possibile raggiungere l'India passando per Ovest. Questo deve pur significare qualcosa…

Inoltre, secondo il divulgatore scientifico Cadelo, sono state trovate, in un relitto romano, delle tracce di dna estranee al popolo stesso dei Romani e delle popolazioni mediterranee. Questo non è una prova sufficiente ma può farci venire qualche dubbio.

Inoltre in alcuni mosaici e statue romane dei primi secoli dc , sono state trovate delle rappresentazioni di mais e ananas, culture totalmente sconosciute nel mondo mediterraneo e orientale. Sono coltivazioni propriamente " americane" e solo là si potevano sviluppare. Questo ci fa sorgere qualche dubbio in più


Ora, non è sicuramente documentata la presenza dei Romani in America, o di loro avventure nell'Oceano Atlantico, ma pensate davvero che, un popolo intraprendente come i Romani, non abbia creduto che ci fosse qualcosa un pò più in là, magari dei nuovi territori ?


martedì 13 luglio 2021

Alessandro Magno è arrivato a credersi un Dio?


Un giorno Alessandro Magno andò a consultare il celebre oracolo di Ammone, dio egiziano identificabile con il dio Sole. Giunto dove dimorava, il profeta si rivolse a lui così: “come se il dio fosse suo padre”. Dopo questo particolare saluto, Alessandro domandò del suo impero, e cioè se il profeta gli avrebbe concesso di diventare signore di tutti i popoli.

Il dio rispose che ciò gli veniva concesso.

Alcuni pensano che il profeta si rivolse a lui in greco, con affetto, dicendogli: «o paidion» («o figlio»), alla fine della parola, data l’imperfetta conoscenza della lingua, pronunciò «s» invece di «n», e ne uscì: «o paidios» («o figlio di Zeus»); Alessandro fu felice per questo sbaglio nella pronuncia, e volentieri fece diffondere poi la voce che lo stesso dio lo aveva denominato figlio di Zeus.

La divinizzazione di Alessandro nacque, così, a causa di un equivoco linguistico.

Ma forse gli costò la vita, c’è chi dice che i suoi generali vedevano malamente questa cosa e congiurarono contro di lui.