Un giorno Alessandro Magno andò a consultare il celebre oracolo di Ammone, dio egiziano identificabile con il dio Sole. Giunto dove dimorava, il profeta si rivolse a lui così: “come se il dio fosse suo padre”. Dopo questo particolare saluto, Alessandro domandò del suo impero, e cioè se il profeta gli avrebbe concesso di diventare signore di tutti i popoli.
Il dio rispose che ciò gli veniva concesso.
Alcuni pensano che il profeta si rivolse a lui in greco, con affetto, dicendogli: «o paidion» («o figlio»), alla fine della parola, data l’imperfetta conoscenza della lingua, pronunciò «s» invece di «n», e ne uscì: «o paidios» («o figlio di Zeus»); Alessandro fu felice per questo sbaglio nella pronuncia, e volentieri fece diffondere poi la voce che lo stesso dio lo aveva denominato figlio di Zeus.
La divinizzazione di Alessandro nacque, così, a causa di un equivoco linguistico.
Ma forse gli costò la vita, c’è chi dice che i suoi generali vedevano malamente questa cosa e congiurarono contro di lui.
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