Com’è giusto che accada, i desideri devono essere commisurati alla realtà che ci circonda.
Nell’antica Roma molti uomini ambivano a diventare legionari, per lo status ed il prestigio che questo ruolo conferiva, ma oltre a possedere la cittadinanza romana, bisognava dimostrare all’atto pratico di possedere i requisiti fondamentali per poter intraprendere questa carriera.
Innanzitutto il soldato doveva saper marciare; esistevano due tipi di marce:
Iter Iustum, 30 km di marcia al giorno.
Iter Magnus, 36 km di marcia al giorno.
In caso di necessità queste distese potevano essere anche maggiori.
2. Era fondamentale riuscire a sopportare i pesi per portare la “sarcina”, uno zaino che conteneva il necessario per affrontare tutte le esigenze (cibo, padelle, vanga), che gli storici stimano di un peso che oscilla tra i 20- 50 kg.
3. Altro requisito cardine era che l’aspirante legionario doveva essere un valido costruttore, in grado di erigere ogni sera con rapidità e solerzia degli accampamenti che dovevano contenere oltre 20.000 uomini.
4. L’ultimo pilastro del buon legionario si basava sull’essere un valido combattente. Per esserlo davvero bisognava saper lottare in maniera ordinata, intelligente, seguendo le regole e perciò in perfetta sinergia con i propri compagni. I grandi lottatori “solisti” non sarebbero mai potuti diventare legionari (per questi soggetti andava bene il Colosseo) perché la forza dell’impero romano si basava sulla disciplina e coesione dell’esercito.
Fonti dal libro: “Il manuale del legionario Romano” di Giuseppe Cascarino.
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