Perché quando nacque il Cristianesimo
non era altro che una delle tante sette ebraiche.
E l'ebraismo, a sua volta, non era che
una goccia nell'Oceano ellenistico-romano.
I primi cristiani, peraltro, erano
disprezzati sia dagli ebrei (in quanto eretici) che dai Romani (che
li disprezzavano in quanto ebrei).
Pochi anni dopo però il Cristianesimo,
dopo aver cercato di penetrare più a fondo nell'Ebraismo, cominciò
a guardare ai pagani e a evangelizzarli.
Per rendersi però più accettabile ai
loro occhi, le colpe (o presunte tali) dei Romani dovevano essere
nascoste il più possibile.
Così anche quando si iniziarono a
scrivere i vangeli si cercò il più possibile di evitare di
inserirvi dettagli anti-romani: i cristiani dovevano d'altra parte
figurare come cittadini modello e la loro fede non doveva figurare
pericolosa all'autorità imperiale.
Questo a maggior ragione quando
iniziarono le prime persecuzioni anti-cristiane (all'inizio rivolte
solo a Roma e nelle sue vicinanze) e, soprattutto, dopo la
Distruzione del Tempio nel 70 d.C.

In pratica i cristiani non volevano più
identificarsi negli ebrei, cercando così di smarcarsi anche da tutti
i pregiudizi che i pagani attribuivano loro.
Per questo la colpa dei Romani
nell'esecuzione di Gesù fu sempre messa in secondo piano.
A maggior ragione questo avverrà
quando, con Costantino, l'impero romano stesso diventerà sempre più
cristiano.
In quella situazione gli unici nemici rimasti erano gli
ebrei.
Comunque si può dire che non ne
sappiamo ancora abbastanza sulla singolarissima situazione politica
della Giudea nel 30 d.C., complici sia la scarsità generale di
documentazione che la gestione piuttosto "fluida" della
stessa autorità imperiale.
Essendo una regione molto particolare,
i Romani le concessero una relativa autonomia nelle faccende interne
che però era compito del prefetto imperiale applicare più o meno
largamente.
Non si sa, in pratica, se la condanna
di Pilato fu semplicemente una conferma pro-forma di quanto stabilito
dal Sinedrio, o una condanna politica del tutto indipendente, viste
anche le motivazioni (ribellione e sedizione).

In pratica, al di là dei significati
teologici della morte di Cristo, non sappiamo ancora oggi di cui
ricade l'effettiva condanna.