venerdì 4 febbraio 2022

Come facevano gli ingegneri romani a costruire ponti e fortificazioni così velocemente?

Prima di rispondere bisogna specificare se stiamo trattando di ingegneria civile o militare.

  • OPERE CIVILI - La loro realizzazione, differiva di poco dai metodi attuali, Il committente, che poteva essere lo Stato, per esempio un acquedotto, o un privato cittadino (facoltoso) per una villa, si rivolgevano ad un architetto/ingegnere che curava il progetto e la realizzazione, facendo da tramite con vere e proprie ditte edili in possesso di operai e artigiani specializzati, la manovalanza a basso costo era fornita da salariati e/o da schiavi. - Le opere potevano essere commissionate direttamente, o tramite gare d'appalto, il subappalto era una pratica comune. Per quanto costruire fosse, burocraticamente parlando, più facile che ai nostri giorni, esistevano anche un "Catasto" e un "Regolamento edilizio".


INSULA - grandi caseggiati costruiti in laterizio e calcestruzzo, a differenza di quelli attuali gli appartamenti più pregiati erano quelli dei primi piani.

  • OPERE MILITARI - La legione, non era solo una "macchina da guerra", ma un insieme di uomini, capace di "Erigere oltre che Distruggere".

Possiamo dividere le opere militari in due categorie, a seconda se esse erano temporanee o permanenti.

  • OPERE TEMPORANEE


CASTRUM - Campo di pernottamento, era il più comune delle opere temporanee in genere serviva per una sola notte e veniva allestito dopo la marcia di trasferimento. Ogni legionario, che trasportava, oltre alle armi e agli utensili di dotazione, anche elementi dell'accampamento, conosceva perfettamente la loro collocazione e quale era il suo compito specifico nell'allestimento del Castrum. La continua pratica permetteva tempi di realizzazione brevissimi.



FORTEZZA ROMANA I - II sec. d.C, (ricostruzione) - Opera difensiva semi-permanente la cui durata dipendeva dalle necessità operative. per quanto complessa, si poteva erigere in pochi giorni.


Opere d'assedio/difesa - Gli ingegneri militari romani erano molto pratici e in genere reperivano sul posto i materiali più adatti per queste costruzioni, ma se potevano evitavano opere in muratura e si avvalevano il più possibile di terrapieni, fossati e palizzate. Si trattava di realizzazioni efficienti, ma al contempo economiche e di facile realizzazione.


Cinta difensiva in legno con terrapieno e fossato - Il tempo di realizzazione poteva variare a seconda delle complessità e della lunghezza, da qualche giorno ad un paio di mesi. Il terreno antistante veniva disseminato di vere e proprie "Trappole antiuomo"


OPERE PERMANENTI


  • LE STRADE - Avevano una grande rilevanza strategica, esse permettendo un rapido e agevole spostamento sia delle truppe che delle merci. Tracciarle e costruirle era uno dei compiti più importanti delle legioni, ognuna delle quali aveva fra i suoi Tribuni ingegneri e agrimensori capaci dei progetti più arditi, le strade romane non sono solo quello che vediamo, ma il loro fondo, varia a seconda del terreno che attraversano, se necessario per procedere per quanto possibile in linea retta, sono sbancate colline, costruiti ponti e gallerie. Tutte le strade portano a Roma, ma nella realtà partivano da Roma e raggiungevano tutti gli angoli dell'impero.


STRADA ROMANA IN COSTRUZIONE, si notino i vari strati, la pavimentazione finale con grosse pietre piatte accostate alla perfezione, era nella realtà, posta solo nei centri urbani e nelle loro adiacenze. Era all'epoca, mal comune, lamentarsi di quanto fossero polverose le strade extraurbane dei romani


Insediamenti permanenti, quando si voleva/doveva restare in un territorio, i Castrum diventavano permanenti e venivano realizzati in muratura e laterizio ma al loro interno rispettavano sempre la disposizione caratteristica del campo temporaneo, molti di questi forti sono stati il "seme" di insediamenti urbani successivi.


CASTRUM PERMANENTE - Porta pretoria, l'ingresso principale, con il suo corpo di guardia. Si tratta di un vera e propria fortezza, i tempi di realizzazione, se pur brevi, dipendevano da quanti soldati vi erano stanziati.


LE TECNICHE DI COSTRUZIONE

Per le loro opere gli Architetti/ingegneri romani utilizzavano tutta una serie di materiali e tecniche lavorative modernissime per l'epoca. Dalle prime realizzazioni in pietra, e marmo, estremamente costose e di non veloce realizzazione, si passò presto all'uso di materiali più leggeri ed economici, come il Tufo, il laterizio e il calcestruzzo, riservando i marmi ed in particolare il travertino al solo rivestimento delle facciate per le realizzazioni più prestigiose, Templi, Anfiteatri, Basiliche.


  • MURO ROMANO - solitamente si trattava di due pareti equidistanti in pietra o mattoni, lo spazio che le divideva veniva riempito di "Calcestruzzo" una miscela di composta di pietrisco, e/o frammenti di laterizio sabbia, calce e "Pozzolana", (Cenere vulcanica), che una volta asciutta diventava dura come la pietra e resistente nel tempo.


TIPOLOGIE DI MURATURA.



OPUS RETICULATUM - Se ne trovano esempi in tutti i territori dell'Impero.

le pareti erano composte da blocchetti standardizzati e potevano essere assemblati anche da manodopera non particolarmente specializzata.


  • ARCO - merita un discorso tutto suo i Romani lo copiarono dagli Etruschi ed essendo gente pratica ne fecero un uso veramente estensivo , lo troviamo in quasi tutte le loro realizzazioni, ponti, acquedotti, arene ed edifici in genere.


Ponte Emilio - Conosciuto come Ponte Rotto, fu uno dei primi ponti in muratura dell’antica Roma, probabilmente il più lungo. Per la sua importanza, fu restaurato più volte nei secoli fino al crollo definitivo avvenuto nel1557 a causa di un'alluvione. Oggi una sola arcata superstite si erge ancora nei pressi dall’Isola Tiberina.



ACQUEDOTTO - Ipotesi di realizzazione di un acquedotto



COLOSSEO - L'intera sua struttura fu edificata in circa cinque anni.


N.B. - Per quanto abbia cercato di essere stato esauriente, (Spero almeno di esserlo stato), la realtà è molto più complessa di quanto ho esposto, dato che l'argomento abbraccia un arco temporale di oltre sette secoli. (senza contare i Bizantini)



giovedì 3 febbraio 2022

Quali erano i popoli della penisola iberica, prima della conquista Romana e sua romanizzazione ?

Al momento della conquista Romana, nella penisola iberica vivevano i seguenti popoli:

IBERI: Questa popolazione autoctona, della penisola, ma che secondo alcuni era giunta in epoca remota dal Nord Africa. Vivevano lungo tutta la fascia mediterraneo spagnola, e giungeva sino al sud della Francia (Linguadoca), dove conviveva con i Liguri e I Galli, giunti da Nord.


Guerrieri Iber e delle altre nazioni dell'Hispania pre-romana.


TURDETANI: Questa popolazione viveva nell'attuale Andalusia centrale ed orientale, includendo l'area della mitica Tartasso. Anche questo popolo pare fosse di lingua non indo-europea, e perse parte del suo territorio, durante l'avanzata dei celti nell'Algarve.

AQUITANI: Il limite nord dei suoi territori secondo Giulio Cesare era la Garonna. Oltre la quale vivevano i Galli. Sebbene Cesare faccia capire che il loro limte meridionale fosse rappresentato dai Pirenei, nonostante le affinità culturali degli Aquitani, con gli Iberi, come lo stesso Cesare dichiara, in realtà i loro domini si estendevano anche a sud dei Pirenei. Probabilmente , in origine, non vivevano a sud dei Pirenei, ma si espansero in dette aree, , in risposta alla pressione Gallica sui propri territori settentrionali. Non chiari sono i loro limiti meridionali. Forse giungevano fino alla Cantabria a sud-ovest e alla Valle dell'Ebro verso Sudovest. Area nella quale i loro insediamenti erano mescolati a quelli degli Iberi. I territori Aquitanici transpierenaici in epoca Romana formarono la provincia di Novempopulania, in ricordo delle nove maggiori genti aquitaniche sottomesse dai Romani, nell'area tra la Garonna e i Pirenei. Gli Aquitani (e i protovasconi, il loro ramo meridionale ), probabilmente antenati, degli attuali Baschi, sebbene avessero abiti simili a quelli degli Iberici e ne compartissero parte del lessico, pare che non avessero la medesima origine, ma che dette affinità si debbono solo al lungo contatto tra loro e a convergenze ambientali. Per tanto i Baschi non sarebbero da considerare i gli ultimi discendenti del popolo degli Iberici, il quale dette il nome alla penisola spagnola, ma discendenti degli Aquitani.

Alla fine del secondo millennio a.C., raggiungo la Penisola Iberica, provenendo da est le avanguardie Indoeuropee. che dilagheranno verso ovest.

Le popolazioni pre-indoeuropee resistono, comunque in buona parte del paese. Soprattutto nell'est e sud del paese, nonché in alcune aree montuose del nordovest.

Tra questi popoli Indo-Europei che troveranno in Spagna i Romani, probabilmente il più antico sono i Lusitani. Dalle scarne notizie giunteci sulla loro lingua, si è potuto determinare che la loro lingua non era Celtica, come quella dei Celtiberi e Galaici, ma al più protoceltica, sebbene secondo altri rappresentano una rama degli Italici o dei Liguri celtizzati.



CELTIBERI Il termine "Celtiberi" compare in Diodoro Siculo , Appiano e Marziale , secondo i quali indicava un misto di Celti ed Iberici Anche per Strabone l termine designava una mescolanza tra i due popoli, ma specificava che i Celti ne costituivano il gruppo dominante. La storiografia moderna, a parte alcune opinioni isolate come quella di Johann Kaspar Zeuss , ritiene invece che i Celtiberi fossero in massima parte di origine celtica, e non il frutto di un meticciaggio fra le due etnie (pur ammettendo la possibilità di incroci). Oggi il termine è impiegato per designare, semplicemente, i Celti stanziati nella Penisola iberica.

Celtiberi.

Il nucleo centrale dell'insediamento celtiberico corrisponde a un'area dell'odierna Spagna centrale, a cavallo tra le regioni di Castiglia, Aragona e La Rioja, e compresa tra il medio bacino dell' Ebro e l'alto corso del Tago. . La penetrazione in quest'area risale all'VIII-VI sec a-C. , anche se è molto probabile che alcune infiltrazioni proto-celtiche e di gruppi isolati di Celti fossero avvenute anche in epoche precedenti, ( cultura dei campi d'urne . È possibile che, quando si insediarono nella Penisola iberica, i popoli provenienti dalla culla originaria dei Celti (l'area della Cultura di Hallstatt ), includessero anche alcuni gruppi minoritari di altri popoli indoeuropei, che una volta superati i Pirenei, inoltre, si mescolarono talvolta con le popolazioni autoctone preesistenti .

In un secondo momento, i Celtiberi si espansero verso sud (nell'attuale Andalusia ) e verso nord-ovest, fino a toccare le coste atlantiche della penisola (Galizia ). A indicare i confini esatti della penetrazione celtica nella Penisola iberica sono la toponomastica (caratteristici sono i prefissi seg- e i suffissi -samo e, soprattutto, -briga) e la diffusione del corpus delle iscrizioni in celtiberico all'interno del quale spiccano i Bronzi di Botorrita.


Mappa che mostra il nucleo originario delle popolazioni dell'Hispania pre-romana.


I principali nuclei urbani dei Celtiberi, strutturati secondo il tipico schema indoeuropeo della fortezza collinare ", furono Numanzia, Kalakoricos (l'odierna Calahorra) . La loro economia, come quella della Spagna fino a epoca recente, era basata sulla pastorizia transumante, attuata sotto la protezione di un'elite guerriera.

I Celtiberici non hanno un'organizzazione politica unitaria, solo, momentanee coalizioni quando attaccati dai potenti stranieri ( Cartaginesi prima e Romani poi ). I principali gruppi, che costituivano i celtiberi erano gli Arevaci,, Bellii Titti, Lusoni, e Pelendoni. Controversa e' l'attribuzione ai celtiberi propriamente detti di Vaccaei, Carpentani,, Orcadi e Lobetoni.

Il celtiberico era una lingua celtica continentale, caratterizzato da alcuni tratti singolarmente arcaici. Nonostante che la loro lingua fosse totalmente differente da quella delle popolazioni Iberiche della costa, a cavallo fra il IV ed il III secolo a.C. adottaronoun tipo di alfabeto sviluppato, attorno al V sec, a.C.. dalle popolazioni iberiche ( alfabeto Iberico ). ​

Nel nordest vivevano i Galaici , un popolo celta o celtizzato, con una propria lingua. Altre popolazioni celtizzate, ma di non chiara classificazione sono gli Astures ed i Cantabri del nord, nonché i Turduti oppidani della costa dell'attuale Portogallo centrale.

Molti storici antichi ipotizzano anche la presenza in epoca antica di popolazioni Liguri nella penisola Iberica, ma mancano prove contundenti al riguardo ( vedasi tra le altre la ricerca di Martin Almgro Basch" Ligures en Espana ").Al complicare tutto ciò vi è anche capire cosa s'intende con il termine liguri ( "generici barbari dell'Occidente, un popolo pre-indoeuropeo, oppure la prima ondata Indoeuropea direttasi verso Occidente?) .

https://biblioteca.org.ar/libros/140779.pdf

Nessuna certezza si ha, invece, sull'appartenenza etnica degli abitanti delle Baleari, detti Balearici, dagli autori classici.. Per taluni, hanno origini affini ai Balari della Sardegna, per altri rappresentano un popolo pre-indoeuropeo, restato tagliato fuori, dai loro affini Aquitani, dall'avanzata degli Iberi, provenienti da sud e degli e Indoeuropei provenienti da nord, mentre per altri ancora rappresentano un popolo Ligure ( nell'accezione indo-europea di questi ) ecc. .All'ethnos Ligure si ascrivono anche, almeno in parte, le popolazioni della vicina isola di Corsica. Ma ad oggi, mancano certezze in merito alla loro affiliazione.

Frombolieri delle Baleari.


Nella costa si avevano anche insediamenti commerciali greci e soprattutto fenici e cartaginesi,.

Mappa degli insediamenti greci ( in verde ) e punici ( in rosso ), nella penisola Iberica.


Mappa delle lingue nella penisola Iberica, all'epoca della conquista Romana.

Tutte queste lingue scompaiono rapidamente, dopo la conquista Romana, e l'istallazione in loco di numerosissime famiglie, provenienti dalla penisola italiana. Particolarmente intensa sarà la colonizzazione delle aree del Levante spagnolo e dell'Andalusia ( provincia Romana della Betica ).Non per nulla, una recente indagine genetica ha portato a affermare che vi è maggiore affinità genetica tra andalusi e italiani del centro ( l'area da cui veniva anche la famiglia del maggior imperatore Romano, d'origine "spagnola", Marco Ulpio Trajano,) , che tra gli andalusi e gli spagnoli del nord del paese. Aree di minor insediamento di famiglie italiche, tanto è che in dette aree è sopravvissuta l'unica lingua pre-romana dell'Occidente. Il basco, derivato dall'Aquitano ( o dalla famiglia proto-vascona come dicono i linguisti ).


Mappa delle colonie Romane nella penisola iberica.


mercoledì 2 febbraio 2022

I primi abitanti dell'Egitto erano neri


  • 10.000 anni fa gli abitanti dell'attuale Egitto erano probabilmente cacciatori/raccoglitori neri.

  • 8.000 anni fa, i contadini bianchi dell'est dominavano demograficamente la regione, mescolandosi gradualmente verso sud fino a quando la popolazione era completamente nera a nord della Nubia.



  • Da 5000 anni migrazioni permanenti e scambi con il mondo intero. La popolazione è omogenea ma le differenze tra nord e sud dell'Egitto rimangono molto marcate (almeno culturalmente) per almeno 2000 anni.


martedì 1 febbraio 2022

Quale era il premio più importante per i gladiatori?

Il vincitore riceveva la palma della vittoria o una corona, insieme al premio in denaro. Al gladiatore vittorioso dunque spettavano il benessere e il successo. Dopo molte vittorie, un gladiatore poteva addirittura ottenere il congedo.



lunedì 31 gennaio 2022

Gli antichi romani sono mai arrivati in Russia?

La flotta Romana pattugliava l'intero Mar Nero, che quasi era un lago Romano.


Mappa dell'Impero Romano.


Inoltre controllavano la penisola di Crimea. La Crimea era strategica per i Romani, in quanto permetteva di controllare le rotte che dalle steppe dell'Asia e dal nord ivi giungevano. I mercanti Romani avevano contatti con le popolazioni Scitiche a nord della Crimea e quindi non escluderei che qualche Romano si inoltrasse, per fare buoni affari, anche nelle aree a nord della steppa, usando i fiumi. In talune epoche queste aree furono relativamente tranquille, come quando furono unificate sotto il dominio dei Goti i cui territori si estendevano dall'Ucraina fin quasi al Baltico.


Rotte commerciali del Mondo Antico.


domenica 30 gennaio 2022

Ci sono state tribù germaniche che si sono stanziate in Grecia negli ultimi anni dell'Impero Romano?


Ulfila che spiega il Vangelo ai Goti germanici. I Goti si trasferirono per la prima volta dalla Svezia in epoca romana repubblicana.

Assolutamente. Il mio preferito era il cristianizzatore dei Goti, Ulfila. Schiavo greco dei Goti si convertì molti nel tempo, ed è onorato come lo sono i Santi Clemente dei Bulgari e Cirillo e Metodio degli Slavi. Il suo gregge iniziale ebbe il permesso di trasferirsi a Nicopoli, nella Tracia bizantina, nell'attuale Bulgaria.

I Goti si stabilirono e divennero effettivamente una classe molto potente in alcune aree greche, e specialmente a Costantinopoli, dove divennero guardie del corpo dell'imperatore greco. Quindi divennero disprezzati e ne seguirono rivolte, a quel punto si assimilarono semplicemente e divennero greci bizantini come tutti gli altri.


sabato 29 gennaio 2022

Perché Cesare disse "alea iacta est"?

Aulo, domani si fa la storia di Roma.

Scrivi ai posteri che io Caio Julio, detto il cesare consigliato dagli Dei stanotte ho deciso.

Ma Caio ti è apparso Marte in sogno in persona?

No amico stanotte ho scommesso la mia vita con Il padrone dell'Ade, a lui mi sono rivolto.

Ma come hai fatto?

Stanotte approfittando della luna sono uscito dalla tenda e ho raggiunto quel piccolo villaggio poco distante, proprio sulle rive del Rubicone, lì mi avevano riferito esserci un piccolo tempio dedicato a Ade, così feci.

Il tempietto era meno che un Are con incisa la parola Ave, uomo, ricordati che tanto devi morire, qui arriverai nel bene o nel male. Rifletti.

Così mi rimase in mente "Memento mori", "Memento mori" e riflettevo a quelle parole.



Mentre fissavo l'altare notai un'ombra e il luccichio di una lama, pensavo fosse la mia ora, pensai un sicario.

Per mia fortuna era invece Marco Junio, Bruto per tutti. Si avvicinò con il pugio sguainato, ma subito gli cadde l'arma forse perché mise le mani in tasca ed estrasse un dado.

Bruto, rozzo e maldestro ma un figlio per me, mi propose di lanciare quel dado, se avessi vinto potevo portare la X a Roma se avessi perso mi sarei dovuto arrendere qui e lasciare intatta la Republica.

Presi il dado e accettai, se la faccia proposta all'Ade fosse stata quattro avrei vinto.

Pregai il Dio dell'abisso e lanciai, il dado iniziò a roteare e non terminava più, così lo bloccai, lo sai Cesare non perde tempo. Alzai il palmo e fermai il dado nascondendo il risultato.

Bruto allora si altero' e mi chiese perché quel gesto, che lasciassi agli Dei la scelta e facessi vedere il numero.

Gli ho risposto che il dado è ormai lanciato e il fato è già deciso, qualunque risultato fosse stato sarei andato a Roma. Alzai il palmo e osservammo il risultato degli Dei.

"Alea iacta est !"

QUATTOUR!

Bruto fuggì piangendo, non lo capisco quel ragazzo.

Ma allora disse Aulo, Cesare sei benedetto dagli Dei!!!

Certo Aulo, ma tieni e conserva questo dado a futura memoria di me vado a riposare, domani mi aspetta Roma.

Cesare se ne andò .

Aulo allora prese il dado per riporlo ma gli cadde in terra sul tappeto della tenda, guardò il risultato, quattour. Spaventato prese il dado e lo rilancio' quattour. Continuò a rilasciarlo e sempre quattour.

Diavolo di un Cesare!!! E buttò il dado ne fuoco…


Una vampate attizza le fiamme, mentre si intravedeva un numero…due e poi tre. Ventitré.