I giardini pensili di Babilonia erano
una delle sette meraviglie del mondo antico citate dallo storico
Erodoto, dal sacerdote e
astronomo babilonese
Beroso
e da altre fonti greche.
Diodoro Siculo,
nella sua
Bibliotheca historica,
consulta, probabilmente queste fonti e scrive, nel primo secolo:
"Il parco si estendeva per
quattro
pletri
(circa 120 mt) su ciascun lato
e, poiché l’approccio al giardino era inclinato come una collina
(…) l’aspetto somigliava del tutto a quello di un teatro. Quando
furono costruiti i terrazzi ascendenti, sotto di loro erano state
fatte delle gallerie che portavano l’intero peso del giardino.
Inoltre, le mura (…) erano spesse
due metri e mezzo, mentre il passaggio tra le due pareti era largo
tre metri. Il tetto, composto da travi, aveva uno strato di canne
sulle quali era disposto uno strato di bitume; sopra questi, due
corsi di mattoni cotti legati da malta e, come terzo strato di
copertura, del piombo al fine di conservare l’umidità dal terreno
non poteva penetrare sotto. Al di sopra, la terra era stata ammassata
a una profondità sufficiente per le radici degli alberi.
Le gallerie, ognuna sporgente
dall’altra, ricevevano tutte la luce, con aperture che permettevano
il passaggio di macchinari per rifornire i giardini di acqua o
macchine che sollevavano l’acqua in grande abbondanza dal fiume."
Qui ne abbiamo una possibile veduta:

Dunque, sarebbe stata replicata una
sorta di montagna, con una serie di giardini a terrazze, sostenute da
muri realizzati in mattoni di argilla, canne e malta di bitume,
riempiti della terra necessaria a far crescere fiori e piante.
Tale impresa di ingegneria avrebbe
richiesto un enorme sistema di pompe, cisterne e shaduf, l’antico
sistema di sollevamento dell’acqua azionato manualmente, per
irrigare i giardini fino in cima.
Un complesso all’interno di Babilonia
con cisterne e pozzi è stato rinvenuto dagli archeologi, ma la
posizione di questa struttura, apparentemente monumentale, non è
vicina alle rive dell’Eufrate, contraddicendo le descrizioni degli
antichi autori. Altre strutture enormi, attribuibili al I millennio
a.C., sono state scavate nei pressi delle rive del fiume, ma nessuna
di queste rovine indica direttamente l’esistenza dei famosi
giardini pensili.
Secondo alcuni studiosi, i giardini
sarebbero sorti in effetti a Ninive
(distante 450 km a nord di
Babilonia), perché lì sono state trovate le rovine di un grande
sistema di acquedotti che portava l'acqua dalle montagne e alcuni
bassorilievi della città raffigurano lussureggianti giardini, con
archi impreziositi da piante pendenti.

I “Giardini pensili di Ninive”
sarebbero stati costruiti sovrapponendo una serie di terrazze, come
un anfiteatro, che alla fine avrebbero culminato in un lago
artificiale. Le foto, ormai de-classificate, provenienti da satelliti
spia militari, mostrano i resti di una struttura che ricalcherebbe
questa descrizione.
Ma come avrebbero fatto tanti autori
antichi a confondere Ninive con Babilonia?
Dopo aver conquistato Babilonia nel 689
a.C., gli Assiri nominarono Ninive la “Nuova Babilonia”, da qui
sarebbe sorto l'equivoco, ma il dibattito continua ed è di difficile
soluzione, perché stiamo parlando di una zona, vicina a Mosul,
teatro di guerra, dalla caduta di Sadam Hussein.