giovedì 3 giugno 2021

Quante prove ci sono dell'esistenza dei giardini pensili di Babilonia?

I giardini pensili di Babilonia erano una delle sette meraviglie del mondo antico citate dallo storico Erodoto, dal sacerdote e astronomo babilonese Beroso e da altre fonti greche. Diodoro Siculo, nella sua Bibliotheca historica, consulta, probabilmente queste fonti e scrive, nel primo secolo:

"Il parco si estendeva per quattro pletri (circa 120 mt) su ciascun lato e, poiché l’approccio al giardino era inclinato come una collina (…) l’aspetto somigliava del tutto a quello di un teatro. Quando furono costruiti i terrazzi ascendenti, sotto di loro erano state fatte delle gallerie che portavano l’intero peso del giardino.

Inoltre, le mura (…) erano spesse due metri e mezzo, mentre il passaggio tra le due pareti era largo tre metri. Il tetto, composto da travi, aveva uno strato di canne sulle quali era disposto uno strato di bitume; sopra questi, due corsi di mattoni cotti legati da malta e, come terzo strato di copertura, del piombo al fine di conservare l’umidità dal terreno non poteva penetrare sotto. Al di sopra, la terra era stata ammassata a una profondità sufficiente per le radici degli alberi.

Le gallerie, ognuna sporgente dall’altra, ricevevano tutte la luce, con aperture che permettevano il passaggio di macchinari per rifornire i giardini di acqua o macchine che sollevavano l’acqua in grande abbondanza dal fiume."

Qui ne abbiamo una possibile veduta:



Dunque, sarebbe stata replicata una sorta di montagna, con una serie di giardini a terrazze, sostenute da muri realizzati in mattoni di argilla, canne e malta di bitume, riempiti della terra necessaria a far crescere fiori e piante.

Tale impresa di ingegneria avrebbe richiesto un enorme sistema di pompe, cisterne e shaduf, l’antico sistema di sollevamento dell’acqua azionato manualmente, per irrigare i giardini fino in cima.

Un complesso all’interno di Babilonia con cisterne e pozzi è stato rinvenuto dagli archeologi, ma la posizione di questa struttura, apparentemente monumentale, non è vicina alle rive dell’Eufrate, contraddicendo le descrizioni degli antichi autori. Altre strutture enormi, attribuibili al I millennio a.C., sono state scavate nei pressi delle rive del fiume, ma nessuna di queste rovine indica direttamente l’esistenza dei famosi giardini pensili.

Secondo alcuni studiosi, i giardini sarebbero sorti in effetti a Ninive (distante 450 km a nord di Babilonia), perché lì sono state trovate le rovine di un grande sistema di acquedotti che portava l'acqua dalle montagne e alcuni bassorilievi della città raffigurano lussureggianti giardini, con archi impreziositi da piante pendenti.



I “Giardini pensili di Ninive” sarebbero stati costruiti sovrapponendo una serie di terrazze, come un anfiteatro, che alla fine avrebbero culminato in un lago artificiale. Le foto, ormai de-classificate, provenienti da satelliti spia militari, mostrano i resti di una struttura che ricalcherebbe questa descrizione.

Ma come avrebbero fatto tanti autori antichi a confondere Ninive con Babilonia?

Dopo aver conquistato Babilonia nel 689 a.C., gli Assiri nominarono Ninive la “Nuova Babilonia”, da qui sarebbe sorto l'equivoco, ma il dibattito continua ed è di difficile soluzione, perché stiamo parlando di una zona, vicina a Mosul, teatro di guerra, dalla caduta di Sadam Hussein.










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