mercoledì 14 luglio 2021

I Romani sono mai stati curiosi di sapere cosa c'era dall'altra parte dell'Atlantico? O non si preoccupavano troppo di esplorare?

I Romani, come tutti i popoli antichi, consideravano le colonne d'Ercole, situate, secondo il mito, nello stretto di Gibilterra, il confine del mondo conosciuto, una realtà non accessibile all'uomo. Questo è sicuramente vero, e sarebbe una spiegazione sufficiente : tuttavia dobbiamo considerare che i Romani furono grandi commercianti ed esploratori. A differenza del mito, i Romani attraversarono lo stretto di Gibilterra ed intrapresero scambi commerciali con la sponda atlantica della Penisola iberica. Si ricordi la " Torre di Cepione", un faro di avvistamento nell'Oceano Atlantico, creato dai Romani.



Detto questo, è facile presumere che i Romani si siano chiesti che cosa nascondesse quella distesa di acque, quel mare infinito.

Le conoscenze geografiche dell'epoca, seppur non paragonabili a quelle del giorno d'oggi, erano abbastanza sviluppate. Lo stesso Aristotele ci dice che era possibile raggiungere l'India passando per Ovest. Questo deve pur significare qualcosa…

Inoltre, secondo il divulgatore scientifico Cadelo, sono state trovate, in un relitto romano, delle tracce di dna estranee al popolo stesso dei Romani e delle popolazioni mediterranee. Questo non è una prova sufficiente ma può farci venire qualche dubbio.

Inoltre in alcuni mosaici e statue romane dei primi secoli dc , sono state trovate delle rappresentazioni di mais e ananas, culture totalmente sconosciute nel mondo mediterraneo e orientale. Sono coltivazioni propriamente " americane" e solo là si potevano sviluppare. Questo ci fa sorgere qualche dubbio in più


Ora, non è sicuramente documentata la presenza dei Romani in America, o di loro avventure nell'Oceano Atlantico, ma pensate davvero che, un popolo intraprendente come i Romani, non abbia creduto che ci fosse qualcosa un pò più in là, magari dei nuovi territori ?


martedì 13 luglio 2021

Alessandro Magno è arrivato a credersi un Dio?


Un giorno Alessandro Magno andò a consultare il celebre oracolo di Ammone, dio egiziano identificabile con il dio Sole. Giunto dove dimorava, il profeta si rivolse a lui così: “come se il dio fosse suo padre”. Dopo questo particolare saluto, Alessandro domandò del suo impero, e cioè se il profeta gli avrebbe concesso di diventare signore di tutti i popoli.

Il dio rispose che ciò gli veniva concesso.

Alcuni pensano che il profeta si rivolse a lui in greco, con affetto, dicendogli: «o paidion» («o figlio»), alla fine della parola, data l’imperfetta conoscenza della lingua, pronunciò «s» invece di «n», e ne uscì: «o paidios» («o figlio di Zeus»); Alessandro fu felice per questo sbaglio nella pronuncia, e volentieri fece diffondere poi la voce che lo stesso dio lo aveva denominato figlio di Zeus.

La divinizzazione di Alessandro nacque, così, a causa di un equivoco linguistico.

Ma forse gli costò la vita, c’è chi dice che i suoi generali vedevano malamente questa cosa e congiurarono contro di lui.


lunedì 12 luglio 2021

La battaglia più incompresa della storia?

Battaglia di Cannae


L'anno è il 215 a.C. e Annibale sta devastando le terre romane da un anno. Ha già sconfitto due eserciti romani a Trebia e al Lago Trasimeno, distruggendo completamente l'esercito romano entrambe le volte. Ora Roma ne ha avuto abbastanza e ha radunato un esercito due volte più grande del normale. Più di ottantamila uomini marciarono verso sud, a Cannae, dove Annibale aveva i suoi quartieri invernali. Annibale aveva solo cinquantamila uomini, ma era un astuto tattico che conosceva bene le debolezze romane.

Annibale posizionò la sua formazione in un cuneo, con le sue truppe migliori posizionate sulla punta e deboli mercenari stranieri sulle ali. I Romani attaccarono con noncuranza, il loro esercito era più grande e gran parte delle forze di Annibale erano mercenari stranieri di dubbio valore. L'élite di Annibale combatté e si ritirò allo stesso tempo, spingendo i Romani verso l'interno.


Battaglia di Cannae, inizio. Le truppe romane attaccano e i cartaginesi si ritirano in modo organizzato



Una volta che il cuneo si invertì, i romani furono circondati. Le forze cartaginesi li assalirono da entrambi i lati. I romani erano ammassati vicini e non potevano manovrare, la storia dice che i cartaginesi tagliarono linee e linee di soldati romani che non potevano correre e non potevano combattere. Settantamila romani morirono quel giorno e quelli che sopravvissero si alzarono dal campo dei cadaveri come fantasmi e chiesero di essere uccisi come i loro fratelli.

Battaglia di Cannae, i cartaginesi attaccano. La loro cavalleria numida sconfisse i cavalieri romani e tagliò tutte le linee di ritirata

Mi stai chiedendo di credere che le truppe romane di terza categoria - Roma ha già perso i suoi migliori combattenti in due battaglie precedenti, ricordi? - siano stati abbattuti in un combattimento galante dove si trovavano da mercenari cartaginesi di seconda categoria, che sono stati messi alle loro ali? Le perdite cartaginesi sono state registrate come cinquemila uomini o giù di lì, questo include gli uomini uccisi durante la ritirata organizzata, gli uomini uccisi nei combattimenti di cavalleria così come qualsiasi cosa i Romani siano riusciti a uccidere mentre erano attaccati dai fianchi.

Ecco cosa penso sia successo davvero. La tattica del cuneo di Annibale ha funzionato perfettamente. Quando i romani hanno capito di essere stati aggirati e che le forze cartaginesi li stavano attaccando da tutti i lati, il loro morale è crollato e sono scappati. Immagino che una delle ali abbia ceduto per prima e questo si sia propagato a cascata in tutta la formazione. La maggior parte dei romani che morirono a Cannae non furono uccisi impacchettati in una stretta formazione, con mercenari cartaginesi di seconda scelta che tagliavano linee infinite di uomini. La maggior parte fu schiacciata a morte dai loro fratelli, cercando di scappare dai cartaginesi. Altri ancora furono investiti dai cavalli o dalla fanteria cartaginese. Questo è il motivo per cui il tasso di casualità era così sbilanciato, la maggior parte dei Romani a Cannae non ha combattuto affatto, è stata uccisa solo cercando di scappare.

Dato che Roma alla fine vinse la guerra grazie a un'eccezionale abilità statistica e in seguito distrusse Cartagine, e dato che le registrazioni all'epoca richiedevano periodiche copiature su nuove pergamene, Roma scelse di raccontare la storia a modo suo, con eroiche truppe romane che morivano in una battaglia che era stata vinta dalla genialità del generale nemico e dall'arroganza del console romano. Questa parte sulla genialità di Annibale e sull'arroganza romana era vera, ma dubito che i romani fossero così eroici come ritratti dalla storia romana.


domenica 11 luglio 2021

I romani più ricchi erano ricchi quanto i moderni miliardari?

In realtà erano molto più ricchi di tutti i miliardari di oggi COMBINATI. Cesare Augusto controllava gran parte degli stati più potenti del mondo, incluso l'Egitto, la sua ricchezza in dollari moderni è stimata in 4,6 TRILIONI di dollari.



sabato 10 luglio 2021

Un fatto interessante su Lepido?



Nel 36 a.C. il triumviro romano Lepido reclamò per sé il dominio sulla Sicilia, rompendo gli accordi con i due potenti colleghi Ottaviano e Antonio. Per tutta risposta Ottaviano si recò personalmente dal rivale, nei pressi di Messana, deciso a far valere la propria autorità.

L’incontro tra i due triumviri fu particolarmente epico, almeno secondo la narrazione propagandistica dello storico Velleio Patercolo: «Nessun condottiero romano aveva mai compiuto niente di più coraggioso: senza armi, portando con sé nient’altro che il proprio prestigio, Ottaviano entrò nel campo di Lepido, evitò i dardi che gli venivano scagliati contro per ordine di quel farabutto e, sebbene il mantello gli fosse stato trapassato da un colpo di lancia, osò portar via l’aquila di una legione. Emerse così la differenza tra i due comandanti: i soldati seguirono Ottaviano disarmato, mentre Lepido, dieci anni dopo che era giunto a un potere del tutto immeritato, abbandonato dai suoi uomini e dalla fortuna, si prostrò alle ginocchia del vincitore».

Altri autori meno ruffiani descrissero un breve assedio culminato in una diserzione di massa in favore di Ottaviano. In ogni caso Lepido ebbe salva la vita, ma venne privato del potere politico e mandato in esilio.


venerdì 9 luglio 2021

Cosa sarebbe successo se l'ISIS fosse nata all'interno dell'impero romano?

Per l'Impero Romano i ribelli che provavano a creare un loro stato indipendente non erano una novità, e i fanatici religiosi che volevano creare un loro stato basato sul mandato divino li avevano già sconfitti a Gerusalemme.

Se l'ISIS fosse nato in un'altra provincia romana le legioni sarebbero state mandate a schiacciare la rivolta, e non avrebbero usato i guanti di velluto.

I romani non avevano "regole di ingaggio" e la Convenzione di Ginevra non esisteva: le legioni metteranno sotto assedio ogni città e avamposto in mano all'ISIS antico e una volta entrati uccideranno sul posto ogni maschio adulto, le donne e i bambini che erano con loro verranno venduti come schiavi e ogni oggetto di valore sarà preso dai legionari che vogliono arrotondare lo stipendio.

I leader dell'ISIS saranno catturati vivi, se possibile, e portati a Roma per celebrare il trionfo del generale che li aveva sconfitti. Il generale guiderà le sue legioni in una grandiosa parata per le vie della capitale guidando una biga trainata da cavalli bianchi, mentre i capi dell'ISIS cammineranno davanti a lui in catene e indossando la loro uniforme. Alla fine della parata verranno strangolati di fronte al pubblico.

I territori dell'ISIS torneranno sotto il controllo dei governatori romani, gli abitanti che non si sono uniti alla rivolta saranno liberi di praticare la loro cultura a condizione che rispettino le leggi romane e onorino anche gli dei romani e l'imperatore (dopo saranno liberi di pregare il dio che vogliono). Se i locali non accettano queste condizioni l'Impero continuerà a mandare le legioni finchè gli abitanti non impareranno la lezione.

Non esiste alcuna "legge sharia", ora c'è solo Roma.




giovedì 8 luglio 2021

Perché per un soldato spartano era così importante ritornare da una battaglia con il proprio scudo?

Lo Scudo Spartano era un componente dell’armatura molto importante, non solo per difesa personale ma anche per difesa del compagno.

Lo scudo era molto grande confronto a quelli che usavano normalmente gli altri Greci. Serviva per creare la famosa falange Oplita.



Essi decisero di tenere sui loro scudi il simbolo dei loro avi fondatori della città. Sparta era la bellissima regina di Lacedemone , da qui il simbolo della Lambda. Questo scudo era la base dell’esercito Oplita ma, era di usanza per i guerrieri più esperti usare diversi simboli sugli scudi, ognuno di esso rappresentava una forza che veniva sbattuta in faccia al nemico.

Tori, Gorgona, Torri, Galli, Serpenti , Scorpioni erano alcuni dei simboli usati di vario colore , ognuno con i propri valori e poteri derivati dalla forza divina. Non dovete immaginare l'epoca Greca come oscura e priva di colori, anzi era un’ esaltazione dei colori più vivaci e sgargianti. I battaglioni erano fantastici da vedere, molto colorati, di rosso acceso nel loro caso, con tutti gli scudi colorati con simbologie divine e mostruose impresse sopra.

All’epoca i Guerrieri non si nascondevano ma vivendo di gloria combattevano il nemico di fronte, perhè tutti dovevano vedere il vincitore. Le battaglie erano per lo più ricoperte di onore e gloria, poemi, canzoni da narrare nei lunghi anni avvenire. Uno dei detti buon auguranti dell’epoca era la famosa frase :

”Ritorna con tuo scudo, o su di esso."

Infatti i feriti spesso venivano trasportati sopra i loro scudi.