mercoledì 18 agosto 2021

Se la bisessualità era considerata normale e predefinita nell'antica Grecia e Roma, allora c'erano re e imperatori che avevano apertamente dei mariti?

Il sesso o le situazioni sessuali percepite sono sempre state un'irritazione per me quando si parla degli antichi greci. Gli storici hanno seriamente giudicato male gli atteggiamenti degli antichi greci verso il sesso a causa di supposizioni fatte da prove circostanziali. È un insieme di diversi fattori che, in superficie, sembrano indicare un certo stile di vita che ha portato a questo equivoco e fino ad oggi nessuno ha affrontato la questione in modo obiettivo. Se crediamo agli storici, allora quasi ogni Dio o Eroe dell'antica Grecia ha avuto relazioni omosessuali con giovani ragazzi. Questo semplicemente non è il caso.

I Romani sono, credo, largamente responsabili di gran parte della confusione. Essi stessi discendevano presumibilmente dai Troiani sconfitti dopo la caduta di Troia. Fu più di mille anni dopo che i Romani conquistarono la Grecia e ne adottarono la cultura. Non adottarono esattamente la cultura e le credenze politeiste, le adattarono per soddisfare i loro fini. È un difetto comune con la religione.

Durante quel periodo gli imperatori romani erano ben noti per i loro eccessi. I loro storici hanno fornito molte informazioni sulla Grecia e i filosofi, ma ancora una volta, questo era molto da una prospettiva romana. In effetti c'è molto poco dell'ideologia romana che è rimasta fedele a quella dei greci.

La letteratura sembrerebbe essere la prova più affidabile per valutare la mentalità degli antichi greci. Anche questo ha le sue insidie, anche se ignoriamo in gran parte gli storici romani. Il problema viene nella traduzione del testo antico. Inoltre, molti manufatti che erano la fonte di una traduzione non esistono più.

Un altro grande problema è l'evoluzione di una lingua molto in transizione, e tutti i suoi dialetti regionali. Un primo esempio è la parola greca per 'amore'. Ci sono molte parole diverse e tutte si riferiscono a un diverso tipo di amore. Eros, Philia, Agape e Storge sono quelle che mi sono familiari, ma ce ne sono altre tre che ho trovato elencate, incluso Ludus (amore giocoso) che mi sembra latino e forse di origine romana. Quello che può essere stato 'amore fraterno' ai tempi di Aristotele, potrebbe non aver avuto la stessa inflessione ai tempi di Socrate, o durante l'epoca omerica. I greci usavano la parola amore proprio come noi oggi useremmo like.

Anche le ceramiche e le opere d'arte (affreschi, mosaici, sculture, ecc.) sono fuorvianti, soprattutto se la vostra mente è già stata programmata da un preconcetto basato su altre "prove". Non c'è dubbio che gli antichi greci consideravano la nudità abbastanza normale, anche se non era così comune come molti immaginano. Nella rappresentazione artistica, con pochissime eccezioni, erano solo gli atleti e i bambini ad essere visti nudi. Ci sono alcuni esempi di scene sessuali in manufatti greci antichi, ma la stragrande maggioranza che i profani attribuiscono ai greci sono in realtà di origine romana.

Né, per quanto posso dire, ci sono esempi di atti omosessuali su alcun manufatto di origine greca. Ce ne sono diversi di origine romana. Di origine greca ci sono una o due raffigurazioni che la gente scambia per atti omosessuali e che in realtà ritraggono incontri eterosessuali. Non c'è nulla che possa essere identificato positivamente come un atto omosessuale. Immagino che questa affermazione susciterà un po' di scherno da parte di alcuni, per cui fornirò alcuni esempi. Le seguenti immagini sono quelle che ho trovato facendo una ricerca specifica alla ricerca di atti omosessuali su manufatti greci.


L'immagine qui sopra è forse l'esempio più spesso citato come "prova" dell'omosessualità tra gli antichi greci. Sembra davvero convincente, finché non si vede il quadro generale.



I capelli corti della donna e il petto un po' piatto danno l'aspetto iniziale di un maschio.



Questo suggerirebbe anche una scena omosessuale ed è spesso citato come tale, ma un esame più attento mostra abbastanza chiaramente che la donna dai capelli corti ha i seni.



martedì 17 agosto 2021

Esisteva la polizia nell’antica Roma?

Certo! Bisogna però fare un distinguo relativo al periodo storico che viveva l’Urbe e alle mansioni da svolgere.

Nel periodo Repubblicano coloro che erano predisposti all’ordine pubblico erano gli EDILI CURULI; svolgevano funzioni di:

  1. approvvigionamento di cibo nelle città;

  2. vegliare il popolo nei momenti ludici;

  3. controllo del territorio.

Inoltre gli edili avevano il compito di emanare una serie di direttive principali, applicate per migliorare la sicurezza nelle città e mantenere l’ordine pubblico.

I NOCTURNI invece agivano al calar del sole, con funzione di controllo nei mercati per sedare eventuali liti e tafferugli.

I VICOMAGISTRI controllavano i templi ed i quartieri.


Durante l’età Imperiale, Augusto modificò le organizzazioni militari e paramilitari.

Nacquero le COORTI URBANE, soldati adibiti al controllo delle strade, feste, mercati e zone malfamate.

Le COORTI VIGILI operavano la sera ed erano gli addetti all’illuminazione notturna. Avevano il fondamentale compito di estinguere i numerosi incendi che dilaniavano la città praticamente ogni notte. Controllavano anche le prigioni.



lunedì 16 agosto 2021

Qual è il cavallo più famoso della storia?

Ricordo ancora uno dei miei primi viaggi a Salonicco in cui chiesi con gli occhi stupiti di un bambino delle delucidazioni su questa imponente statua:

Ma chi è quel condottiero sul cavallo?”

Non lo so, andiamo a vedere”

La scritta “Ἀλέξανδρος o Μέγας” che si trovava sul lato dell’opera fugava ogni nostro dubbio.

Ma ad impressionarmi maggiormente non fu il condottiero macedone, bensì quell’imponente destriero di cui non conoscevo il nome.

Sai come si chiamava il cavallo?”

E lei dall’alto dei suoi quattro anni di saggezza in più mi rispose serafica: “Bucefalo”


Il suo nome deriva dal greco bous – Kephale (“testa di bue”) e gli storici non concordano sul motivo: alcuni ipotizzano per la notevole stazza dell’animale, mentre altri asseriscono che con il nome Bucefalo si indicavano tutti i cavalli provenienti dalla regione della Tessaglia.

Bucefalo era indomabile e non si lasciò mai montare da nessun altro se non dal suo padrone Alessandro Magno, con cui instaurò un indissolubile legame.

L’equino morí nel 326 durante la battaglia dell’Idaspe.

Nel punto in cui Bucefalo fu seppellito, Alessandro Magno fondò la città di Bucefala, oggi Jehlum, in Pakistan.


domenica 15 agosto 2021

Quale imperatore romano era un pederasta?

 


Diversi imperatori romani furono omoeroticamente coinvolti, ma erano altri tempi, che -fortunatamente/sfortunatamente- stanno ora ritornando.

I due più famosi furono Nerone (che si sposò due volte, la prima con Pitagora e la seconda con Sporo, che alla morte del suo sposo, si suicidò); l'altro fu Claudio che si sposò con Antinoo, in onore del quale fondò una città in Egitto (Canopo) e a cui dedicò un tempio come fosse un dio, dopo la sua prematura giovanil morte nel Nilo.

Anche Giulio Cesare, un imperatore ante litteram era legato sessualmente a diversi uomini, il più famoso dei quali fu il Re di Bitinia Nicomede IV (e, Cesare fu chiamato per questo "La Regina di Bitinia").

Almeno un'altra ventina di imperatori furono bisessuali, con nozze o meno ufficiali: ma, ripeto, a quei tempi il rapporto omosessuale aveva una valenza ben diversa a quella che gli abbiamo dato dagli anni 50.


sabato 14 agosto 2021

I soldati romani ricevevano premi per le loro gesta?

L’esercito Romano prevedeva per i suoi componenti svariati premi, anche perché nessun giovane avrebbe intrapreso la carriera militare se non ci fosse stata una base positiva.



Infatti, anche le reclute potevano ricevere dei premi come l’armilla (un bracciale di metallo) o la torque (un collare metallico) se si distinguevano in battaglia.

I soldati ricevevano premi minori, che venivano elargiti per delle azioni non straordinariamente eroiche ma rappresentavano comunque un vanto. Se un soldato uccideva un cavaliere nemico, gli veniva data una falera (medaglia). La patera (scodella) veniva data se uccideva un fante nemico.

Premi più importanti, conferiti anche per spronare al meglio i soldati (ed i generali) nelle operazioni militari, furono:

1. la corona navale, che veniva data al primo soldato che riusciva a saltare sulla nave avversaria, oppure ad un ammiraglio che riusciva a distruggere la flotta nemica.

2. La corona castrense veniva data al primo soldato che conquistava l’accampamento nemico.

3. La corona muraria veniva data al primo condottiero che riusciva a valicare le mura nemiche.


4. La corona civica veniva data ad un soldato che con il proprio intervento salvava la vita ad uno o più cittadini o soldati romani.


5. La corona ossidionale era un premio che veniva dato al generale che grazie al proprio intervento salvava l’esercito dalla disfatta.


6. La corona triumphalis veniva data al generale vittorioso di una battaglia importante. La notizia del successo giungeva a Roma, ed il senato organizzava il trionfo.


Fonti dal libro “I legionari dell’antica Roma” di Nic Fields.


venerdì 13 agosto 2021

Cosa mangiava il legionario romano?

Il rancio del legionario Romano prevedeva il lardo, formaggio e posca (acqua mista ad aceto) corroborato da gallette di grano.



I soldati dovevano macinarsi autonomamente il grano, e ad ognuno ne spettavano 900 grammi al giorno.

Il soldato di guarnigione aveva qualche privilegio in più, avendo a disposizione prodotti sotto sale, salumi e carne. Più raramente volatili e rognoni.

La famiglia dei militari non li abbandonava, e spesso inviava leccornie come datteri ripieni di noci, pinoli e biscotti di farina fritti nell’olio.

La completa assenza di verdura e frutta fresche giustificavano le carenze vitaminiche dei soldati, comportandone la precoce fine a tavola, se non avveniva prima in battaglia.


giovedì 12 agosto 2021

Perché i soldati romani non indossavano i pantaloni?

Fino all’epoca del principato i pantaloni erano considerati segno di effeminatezza. Ottaviano Augusto, che era molto freddoloso, sembra li portasse in inverno (metteva anche tre tuniche una sopra l’altra) ma non appare mai con le gambe coperte nelle raffigurazioni.

(La parola feminalia che indicava i pantaloni però non deriva dalla femmina ma dal femore).

Tra l’altro i pantaloni erano una usanza barbara, dal momento che facevano parte dei costume dei Celti, dei persiani e di altri popoli, e si sa quanto i romani fossero sciovinisti al riguardo.





Le cose cominciarono a cambiare durante il principato, e prima di ogni altra parte nelle guarnigioni militari situate in nord Europa. Con il freddo che faceva d’inverno, ai legionari non servì molto tempo per adattare al loro uso gli abiti locali.



Questa è la Colonna Traiana, e vi compaiono auxiliares con le bracae. Interessante, i legionari romani raffigurati sulla stessa colonna non le portano. Questo è in linea con tutta la iconografia della colonna, che (secondo me) non è del tutto naturalistica ma è spesso frutto di convenzioni


Come si è detto, le brache dei legionari arrivavano al ginocchio, che è una soluzione molto logica: i polpacci, quando faceva freddo, potevano essere protetti dalle pezze da piedi (in epoca tardo imperiale, vere e proprie fasce mollettiere) e, nel caso si dovesse guardare un corso d’acqua poco profondo, o quando piovesse, le pezze potevano essere cambiate facilmente senza che si bagnassero anche le brache.

Verso la fine dell’impero di Occidente si diffusero calzoni lunghi, che spesso comprendevano anche il piede. Anche il legionario aveva da tempo abbandonato le calighe per adottare delle scarpe più comode:

(Come facessero quando si bagnavano, non lo so. Probabilmente avevano due paia di tutto).