Vennero vietati agli inizi del V secolo
dall'affermazione del cristianesimo, che era fermamente contrario a
questi spettacoli.
Ma in verità era già da tempo che i
giochi stavano via via sparendo per motivazioni pratiche:
organizzazione dei giochi nelle arene era costosissimo e curiosamente
spesso l'ingresso per il pubblico era gratuito o costituito solo da
cifre simboliche, questo perché erano offerti dall'imperatore o da
qualche ricco personaggio che li finanziava per ottenere consenso
elettorale. Con la crisi economica degli ultimi decenni dell'Impero e
la crisi delle istituzioni romane divenne praticamente impossibile
organizzare dei giochi paragonabili a quelli dell'epoca d'oro
dell'Impero.
Quello che rimasero furono le corse
delle bighe, che divennero il passatempo preferito dei Romani e
continuarono anche nell'Impero Bizantino.
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