martedì 12 luglio 2022

Come poteva un reggimento di soldati di epoca romana o medievale resistere a una carica frontale di cavalleria senza picchieri a disposizione?

Fortunatamente per noi, ci fu uno scrittore romano che si prese la briga di scrivere un trattato tattico su come organizzarsi militarmente contro gli Alani. Si trattava di un esercito prevalentemente di cavalleria.




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Essi procedono così disposti. All'arrivo sul posto designato, Egli dispone la cavalleria a circondare il quadrato vuoto della linea di battaglia e invia gli esploratori sul terreno elevato allo scopo di tenere sotto osservazione il nemico. Al segnale convenuto essi si armano in silenzio e una volta armati prendono posizione in linea di battaglia.

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L'ordine di battaglia è il seguente. Ogni ala di fanteria occupa il terreno elevato dell'area, perché la spedizione avrà luogo in questo tipo di terreno. Prossimi all'ala destra vi sono gli armeni di Vasace e Arbelo, che difenderanno il terreno elevato su quell'ala, perché sono tutti arcieri.

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Schierati di fronte a loro c'è la fanteria della coorte italiana. Pulcro, al comando della coorte italiana, li guida tutti. Qui egli è al comando, con Vasace e Arbelo e tanto le loro fanterie che cavallerie.

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Sulla sinistra, tenendo la parte più alta dell'ala, sono disposti questi uomini: gli alleati dell'Armenia Minore, la fanteria leggera del Trapezo e i lancieri della Rizia. Posizionati di fronte a questi ci sono duecento Aplani e i cento Cirenaici, in modo che la fanteria pesante costituisca un baluardo davanti ai giavellottieri, i quali scagliano proiettili sopra di loro dal terreno più elevato.

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Al centro la fanteria della XV Legione tiene l'intero fianco destro estendendosi ben oltre mezza via dato che i suoi uomini sono molto più numerosi. La parte rimanente del lato sinistro è occupata completamente dalla fanteria della XII Legione, fin sotto il margine dell'ala sinistra. Essi sono schierati con la profondità di otto uomini e in ordine chiuso.

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I primi quattro ranghi sono legionari, armati di pilum, che ha una punta di ferro lunga e affusolata, Il primo rango li tiene davanti a sé come difesa, così che se il nemico viene vicino a loro, essi conficchino la punta di ferro nei petti dei loro cavalli.

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Gli [...] uomini dietro a questi del terzo e quarto rango scagliano una salva di pila ovunque trovino un bersaglio, ferendo i cavalli e trafiggendo i cavalieri, e quando un pilum è conficcato in uno scudo o in un corsetto corazzato e si piega, a causa della morbidezza del ferro, rendono il cavaliere impacciato. I ranghi successivi sono giavellottieri.

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Un nono rango dietro di essi è costituito da arcieri appiedati, quelli dei Numidi, dei Cirenaici, dei Bosforici e degli Itirei.

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Le macchine da guerra sono schierate dietro ciascuna ala in modo da tirare al nemico che carica dal più lontano possibile, così pure da dietro l'intera linea di battaglia.

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L'intera cavalleria è schierata assieme dietro la fanteria, divisa tra ausiliari e otto coorti di cavalleria. Le coorti di cavalleria hanno di fronte a sé la fanteria e gli arcieri come protezione. Le rimanenti sei coorti di cavalleria sono al centro [...].

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Di queste, gli arcieri a cavallo prendono posizione subito dietro la linea di battaglia per tirare sopra di essa e quanti sono giavellottieri o lancieri o armati di spada o di ascia controllano ciascuna ala e attendono un segnale convenuto.

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Attorno a Senofonte si pone la guardia di cavalleria e circa 200 uomini della fanteria pesante, le guardie del corpo, e in particolare i centurioni aggregati alla cavalleria della guardia o i comandanti delle guardie del corpo, così pure i decurioni della cavalleria della guardia.

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Attorno a lui anche un centinaio di giavellottieri leggeri della guardia, in modo che osservando l'intera linea di battaglia, essi possano muoversi e porre rimedio a qualsiasi problema dovesse porsi alla sua attenzione.

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Valente, lo stesso uomo al comando della XV Legione, comanda l'intera ala destra, inclusa la cavalleria. Al comando dell'ala sinistra sono i Tribuni della XII Legione.

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Così disposti vi è silenzio finché il nemico si avvicina a distanza di tiro. Comunque, appena essi si sono avvicinati, tutti emettono il più possente e spaventoso grido al dio della guerra e proiettili e pietre sono lanciate dalle macchine, frecce dagli arcieri, giavellotti dai fanti, sia leggeri che pesanti. Pietre sono tirate al nemico dagli alleati disposti in terreno elevato e l'intera salva proviene da tutte le direzioni e concentrata in un unico spazio, in modo da causare confusione tra i cavalli e distruggere il nemico.

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Ci si può aspettare che sotto questo indescrivibile tiro di sbarramento la carica degli Sciti non riesca ad avvicinarsi alla linea di battaglia della fanteria. Se di fatto essi riuscissero ad avvicinarsi, la fanteria imbraccerà gli scudi e si appoggerà con le spalle per ricevere la carica con la maggiore solidità possibile. Nella parte più folta dello scontro, i primi tre ranghi tengono gli scudi sovrapposti l'un con l'altro, in modo da essere i più saldi possibile, mentre un quarto rango lancia i giavellotti sopra le loro teste. Il primo rango affonda o scaglia i pila senza risparmio, sia ai cavalli che ai cavalieri.

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Se il nemico è respinto e si sviluppa una rotta piena, la linea di fanteria si apre e la cavalleria insegue attraverso i varchi: non tutta, ma solo la metà delle coorti di cavalleria, essendo stato indicato in precedenza quali per prime dovessero andare all'inseguimento.

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L'altra metà segue in buon ordine gli inseguitori e non si lascia andare all'inseguimento, così che se la rotta prosegue essi possono continuare l'inseguimento con cavalli freschi e se gli sconfitti si riorganizzano essi possono attaccare quanti si volgono a combattere.

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Allo stesso tempo anche gli arcieri armeni vanno alla caccia tirando frecce mentre avanzano in modo da non dare tregua a quanti sono in fuga. I giavellottieri senza corazza seguono anch'essi a passo di corsa. Né la linea di battaglia della fanteria pesante rimane sul posto, ma avanza a passo rapido anziché lento, così che se si incontra una resistenza più forte da parte del nemico, possa fornire alla cavalleria il proprio muro di scudi.

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Questo è quanto dovrebbe accadere se la fuga prenda il nemico dalla sua prima carica. Se essi si riorganizzano e tentano di ruotare attorno e avviluppare le ali, i fianchi degli arcieri della fanteria leggera devono estendersi verso un terreno ancora più alto, perché io non ritengo che il nemico, vedendo le ali diventare più deboli per la estensione, forzi una strada attraverso di esse e rompa la fanteria.

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Ma se essi aggirassero una o entrambe le ali c'è l'assoluta necessità per la cavalleria di essere portata contro il fianco delle loro lance. Qui la cavalleria veramente cadrà su di loro, non più schermagliando, ma alcuni con le spade che portano ed altri con le asce. Essendo gli sciti non corazzati ed avendo cavalli non protetti [qui si interrompe].

Questo è un testo latino scritto in un'epoca in cui l'esercito romano era una forza armata davvero superba. La tattica descritta sopra non è scritta per un singolo reggimento (che allora non esisteva) ma piuttosto per un intero esercito che lavorava di concerto.

Con questo in mente ecco i punti chiave:

  • 1: Schiera il tuo esercito sulle alture; Ciò ostacola l'avanzata della cavalleria e consente di sparare armi missilistiche sopra le truppe amiche.

  • 2: schiera la fanteria pesante di fronte alle truppe più vulnerabili.

  • 3: La fanteria dovrebbe essere schierata a otto ranghi in profondità, i primi quattro ranghi dovrebbero brandire il pilum come lance ed essere ordinati in formazione estremamente ravvicinata.

  • 4: Dietro di loro devono essere posizionate persone con giavellotti, archi e artiglieria.

  • 5: Un massiccio rilascio di frecce, giavellotti e artiglieria dovrebbe essere ordinato per spaventare e uccidere i cavalli che, si spera, fermino la loro carica durante l'avanzata.

  • 6: Se questa pioggia di missili concentrati fallisce, i primi tre ranghi dovrebbero restare estremamente compatti per formare un muro vivente in modo che riescano a resistere all'impatto dei cavalli e dei cavalieri nel miglior modo possibile.

  • 7: Dopo aver sconfitto la cavalleria, la cavalleria romana e le truppe di arcieri e giavellotti dovrebbero continuare a infierire contro i nemici in modo che non si radunino, non si riformino e non carichino di nuovo.


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