Adriano, celebre imperatore romano, era caratterizzato da un forte interesse e amore per la cultura ellenistica, che lo portò a proclamare come suo amante Antinoo (uno schiavo di 13 anni) perché, secondo le fonti, era simile a una divinità greca per la sua bellezza. Secondo Casio Dione quest'ultimo si gettò nelle acque del Nilo, forse per allungare la vita all'imperatore (secondo una profezia), secondo altri venne ucciso e secondo altri si tolse la vita per via dei tradimenti dell'Imperatore.
Adriano infatti non esitava a "tradire" i suoi amanti con altri innumerevoli giovani. In ogni caso di questa storia cambia tutto fuorché il finale: Adriano infatti pianse così tanto la morte del suo giovanissimo amato che, disperato, divinizzò consegnandolo ai posteri dedicando lui città, templi e statue in ogni angolo del suo Impero.
«[...] Se m'assumo tutta la colpa, riduco quella giovane figura alle proporzioni d'una statuetta di cera che io avrei modellata, e poi infranta con le mie mani. Non ho il diritto di avvilire quel raro capolavoro che fu la sua fine; devo lasciare a quel fanciullo il merito della propria morte.» (Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar)
Ritratto di Antinoo (come Dionisio Osiride), marmo scolpito a tutto tondo, attualmente conservato ai Musei Vaticani di Roma.
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