
Nella mattina del 31 dicembre 192,
l'Imperatore Commodo morì (l'amante Marcia gli offrì una coppa di
vino avvelenato che però l'imperatore rigettò subito; ma subito
dopo, l'istruttore Narcisso, prezzolato, lo strangolò). Per il
defunto Imperatore fu decretata la
damnatio memoriae, mentre i
pretoriani acclamavano Publio Elvio Pertinace nuovo Imperatore.
Questi cercò di portare una parvenza di ordine e disciplina, ma i
pretoriani si ammutinarono e dopo 86 giorni dalla sua ascesa al
trono, il 28 marzo del 193 fu trucidato.
Molti erano i modi per conquistare il
trono, ma in quel 193 ne fu escogitato uno nuovo e particolare.
L'impero fu messo all'asta.
Scesero in campo due senatori, Flavio
Sulpiciano (suocero di Pertinace) e Didio Giuliano. Entrambi si
rivolsero ai pretoriani per avere il trono. Fu allora che i
pretoriani decisero di mettere all'asta l'Impero chiedendo ai due
pretendenti quanto avrebbero versato alle truppe per essere acclamati
principi. Didio Giuliano, ricchissimo, propose una cifra ben più
alta di Sulpiciano. Ebbe così il trono, ma il popolo lo accolse a
sassate.
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