Come disse un uomo saggio molto più tardi: "Perché è lì (in Persia) che si trovavano i soldi".
L'Europa, dal punto di vista greco del IV secolo, era piuttosto dubbia come zona - una terra fredda e umida abitata da giganti lunatici e imprevedibili *. Le terre a nord erano considerate incivili e feroci. A sud e a est, invece, c'erano la cultura, la saggezza antica e soprattutto il denaro.
La Grecia prima di Alessandro non era mai stata eccessivamente rifornita di cibo; Atene perse la guerra del Peloponneso in gran parte perché, avendo perso la sua marina, non poteva più importare abbastanza cibo dalla regione del Mar Nero. L'Egitto, invece, era notoriamente il granaio del mondo mediterraneo – cosa che i greci conoscevano bene, dato che ai tempi di Alessandro c'erano stati ben tre secoli di stretti contatti economici e di periodiche alleanze contro i persiani.** Era un luogo comune che ogni saggio greco avesse "studiato in Egitto", anche se le storie pervenuteci non forniscono molti dettagli pratici a riguardo. Quindi, la parte egiziana dell'equazione era piuttosto semplice: ogni greco colto sapeva che l'Egitto era ricco - e che l'Egitto odiava i persiani. Atene e Sparta avevano entrambi formato alleanze antipersiane con l'Egitto in tempi diversi, in passato. L'Egitto era una parte fondamentale della strategia orientale di Alessandro – un modo veloce per trasformare una risorsa nemica in un amico e alleato.
Per quanto riguarda la Persia, i calcoli sono più complessi, ma essenzialmente si riduce a due osservazioni chiave: In primo luogo, i Persiani erano battibili - ai tempi di Alessandro erano pesantemente dipendenti dalla fanteria greca (per lo più mercenari) perché le loro tattiche mobili, basate sul tiro con l'arco, non funzionavano bene contro una falange corazzata greca. In secondo luogo, l'impero persiano era in realtà piuttosto traballante: c'erano state diverse rivolte nella generazione precedente ad Alessandro e la legittimità di Dario III era piuttosto dubbia (fu posto sul trono da un visir piuttosto intrigante, Bagoa). Come gli eventi dimostrarono successivamente, molti persiani non erano disposti a sacrificare la loro vita per Dario.
E – se fossi stato un giovane conquistatore ambizioso– non ti saresti lasciato sfuggire il fatto che il traballante trono di Dario poggiava su un enorme mucchio di denaro. I tesori reali di Persepoli, Susa ed Ecbatana rappresentavano circa 190.000 talenti d'argento (qualcosa come 5,7 milioni di chilogrammi d'argento). Il reddito annuo del tributo dei Persiani era di circa 7.600 talenti (= altri 228 mila kg) e 360 talenti d'oro che a quei tempi avrebbero avuto un valore 12 volte superiore a quello dell'argento.
Quando Alessandro – il più ricco individuo sovrano della Grecia continentale *** – invase l'Asia Minore, si divise una parte significativa del patrimonio reale per pagare i suoi eserciti. Aveva con sé circa 70 talenti in contanti; era indebitato per circa 200. In altre parole, stava affrontando un impero che era circa 2000 volte più ricco del suo stesso regno.
La guerra antica non era industriale - non funzionava solo in contanti. Il carisma e la fortuna (che Alessandro possedeva in abbondanza) erano molto più importanti di quanto lo fossero oggi. Ma, come dimostrano le tristi conseguenze della carriera di Alessandro, si può essere un omerico macedone e avere ancora un occhio di riguardo per il denaro. Anche se Alessandro fosse riuscito a sottomettere, diciamo, l'intera regione dei Balcani e l'Italia in cinque anni, non avrebbe mai ottenuto una frazione del ritorno del suo "investimento" che la sconfitta dei persiani, invece, avrebbe potuto portare. E se tracciate la mappa delle successive marce di Alessandro sul vecchio impero persiano, vedrete che la maggior parte dei luoghi in cui ha combattuto erano possedimenti persiani che stava "reclamando" piuttosto che nuovi mondi da conquistare – solo quando raggiunse il Punjab cominciò effettivamente a lasciare il vecchio dominio persiano. Probabilmente non è un caso che non sia andato molto oltre.
* Anche se Alessandro si fosser rivolto a nord le cose sarebbero state per lui assai difficili: circa cinquant'anni dopo la sua morte, le tribù galliche dei Balcani attraversarono velocemente la Macedonia e la Grecia – e come i Persiani, si barcamenarono attraverso le Termopili e non si fermarono finché non raggiunsero Delfi.
** la prima alleanza interstatale greco-egiziana contro la Persia fu sotto Policrate di Samo e il faraone Amasis II, due secoli prima di Alessandro. Ma gli egiziani si erano affidati ai mercenari greci per un secolo o più prima di allora - il regno di Tahpanhes risale al 650 a.C. circa).
*** Non ci sono abbastanza dati per confrontare realmente la ricchezza del regno macedone con i loro rivali più simili, i tiranni di Siracusa.













