Per dare un'idea dei sapori e delle spezie utilizzate nella cucina romana si parte dalla lista degli ingredienti, effettivamente molto lontana dalla nostra tradizione culinaria odierna e dalla cucina mediterranea in generale.
Molto usato era il pepe, presente in quasi tutte le ricette giunte fino a noi - spezia proveniente dell'India (per poi attraversare il mar Rosso, risalire il Nilo ed essere immessa nel mercato mediterraneo ad Alessandria).
Si usava molto il "garum", una salsa liquida ottenuta da interiora di pesce e pesce salato e fermentato (sembra che il sapore e l'uso sia simile proprio alla salsa di soia, tipico alimento italiano) - presente in un buon 80% delle ricette.
A seguire gli ingredienti più citati nelle ricette sono olio di oliva, miele, aceto, ligustico e vino, cumino, ruta e coriandolo, "laser" (una resina essiccata, simile a un ingrediente della cucina indiana, l'asafetida), menta, cipolla, pinoli e vino passito.
Interessante è anche andare a vedere le combinazioni che si potevano ottenere.
Infatti, buona parte dei piatti conosciuti sono caratterizzati dall'uso combinato di miele, garum e pepe. Insomma, la cucina romana era fortemente speziata ed erano prevalenti i sapori agrodolci e agropiccanti.
Solo un'altra tradizione usa oggi con la stessa frequenza i sapori agrodolce e agropiccante. Eh sì, pare che se vogliamo farci un'idea del gusto romano del cibo, probabilmente oggi l'esperienza che ci si avvicina di più, è un banchetto a un buon ristorante... cinese.
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