Sì, erano guerrieri abili, ma pessimi soldati. Guerrieri e soldati non sono la stessa cosa. È come comparare un pugile con una squadra di calcio.
I galli erano un popolo frammentato. Per questo non hanno mai organizzato operazioni in grandi unità. I Romani erano frammentati politicamente ma possedevano articolazioni di uomini piuttosto grandi e quest'organizzazione in unità faceva parte della loro mentalità.
Un romano era un soldato, non un guerriero. Operava all'interno di un team, che a sua volta faceva parte di una squadra più grande. Partecipava in operazioni complesse e pianificate, e cambiava le sue disposizioni in base agli ordini ricevuti.
Il generale Patton una volta spiegò:
“An Army is a team. It lives, sleeps, eats, and fights as a team. This individual heroic stuff is pure horse shit”
Ovvero: Un esercito è come una grande squadra. Si vive, si dorme, si mangia e si combatte in squadra. La retorica dell'eroe individuale è pura idiozia.
I romani, invece, prendevano in giro la cultura del guerriero. Senti cosa diceva Vegezio nel suo Epitoma rei militaris
La vittoria nella guerra non dipende interamente dai numeri o dal coraggio; solo l'abilità e la disciplina dei soldati possono assicurarla. Scopriamo che i romani non dovevano la conquista del mondo a nient'altro che l'addestramento militare costante, l'esatta osservanza della disciplina nei loro campi e la coltivazione indisciplinata di altre forme d'arte della guerra. Senza questi elementi, quale possibilità avrebbero avuto gli irrilevanti numeri degli eserciti romani contro la moltitudine dei Galli?
In conclusione, per i Romani, i Galli non erano altro che ottimi "pugili". Ovvero, puro intrattenimento.
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