lunedì 1 febbraio 2021

I Romani sono mai stati curiosi di sapere cosa c'era dall'altra parte dell'Atlantico? O non si preoccupavano troppo di esplorare?

Noi diamo mentalmente troppo per scontata la presenza del continente americano. Neppure Colombo aveva alcuna ragione di pensare che ci fosse un continente in mezzo al suo tragitto verso l'Asia. Se si immagina che non esista, mettendosi nella condizione mentale degli antichi, tutto ciò che rappresenta quel mare è una fonte di pericoli e basta, tra tempeste e il senso dello sconosciuto evitato con paura dagli umili marinai di 20 secoli fa. Non avevano alcuna ragione. Si guardi questa riproduzione della cartina di Tolomeo, del II secolo.



L'Europa è all'estremità della cartina, perché era all'estremità del mondo, e tutta la parte interessante era a Oriente, raggiungibile attraverso vie e rotte più conosciute. Non c'era nulla in quella distesa d'acqua senza fine. I più colti, a conoscenza delle prove della sfericità della Terra, scoperte dai filosofi greci, potevano anche immaginare, come avrebbe fatto Colombo, che oltre ci sarebbe stata l'Asia, ma a differenza di lui conoscevano le dimensioni reali del mondo, e non avrebbero mai affrontato una traversata di un mare dato dalla somma di Atlantico e Pacifico più la porzione del continente mancante. Paradossalmente a quell'epoca c'erano popolazioni asiatiche che forse sapevano dell'esistenza dell'America, ma erano molto arretrate, lassù, nelle gelide terre che si affacciavano sullo stretto di Bering. E poi il popolo romano non aveva la spinta culturale, politica o economica verso l'esplorazione. Tutti questi aspetti pratici gli gravitavano attorno. Era orgoglioso della sua civiltà, il resto era solo barbarie. Sapevano dell'esistenza della Cina, e la Cina sapeva dell'esistenza dell'Impero Romano, ma le terre dell'Asia con i suoi regni e interi imperi, impedivano contatti diretti. Solo alcune merci, per il tramite di molte mani, avevano fatto il lungo viaggio.


Nessun commento:

Posta un commento