giovedì 30 dicembre 2021

Qual è stata la vittoria bellica più veloce della storia Romana?

Ponto, 47 a.C.

In Oriente, uno dei regni più floridi è quello del Ponto. Il sovrano Farnace coltiva l’idea di recuperare territori che erano stati strappati precedentemente dai Romani. Compie così alcune incursioni in cui invade la Cappadocia e l’Armenia, zone strategiche molto importanti. Contro Farnace perciò si era già lanciato Domizio, generale romano che però aveva subito una clamorosa sconfitta.



Dopo questa vittoria Fornace invade altri luoghi espandendo la sua influenza ed il suo esercito. Cesare, che si trovava in Egitto, decide di volgere contro il sovrano nemico, e marcia con l’esercito attraverso l’Armenia.

Il regnante del Ponto, intimorito dall’avanzata di Cesare, invia degli ambasciatori per mediare. In realtà Dione Cassio, storico romano, spiega come questo fosse uno stratagemma per prendere tempo e far sì che Cesare tornasse a Roma per poter riprendere la sua campagna di conquista, potenziandosi.

Il generale romano non si lascia ingannare e agisce furbescamente: finge di accettare la pace, continuando la sua marcia. Lo stesso giorno in cui giunge inizia immediatamente lo scontro presso Zela (oggi Zila in Turchia). I due eserciti nemici si appostano su due colline limitrofe; Farnace con la cavalleria inizia l’attacco, cercando di sorprendere l’esercito avversario da una mossa non comune.

I caduti romani sono svariati ma Cesare con la sua abilità leggendaria di disporre gli uomini riesce ben presto ad avere la meglio, costringendo a far indietreggiare l’esercito di Fornace, che si ritrova circondato dalla collina e dall’esercito nemico. Vengono sbaragliati e sterminati quasi totalmente in brevissimo tempo. Farnace riesce a salvarsi la vita fuggendo.


Cesare dopo la vittoria fa erigere un trofeo e compone un messaggio da inviare al Senato per informarlo della vittoria: “Veni. Vidi. Vici. “Venni. Vidi.Vinsi.”

L’azione fulminea sbigottì tutta Roma perché solitamente prima di intraprendere una battaglia o guerra veniva avvisato il Senato, mentre in questa circostanza la notizia della vittoria arrivò simultanea a quella dell’inizio dello scontro.


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