È noto che i nostri antenati amavano gozzovigliare ed ubriacarsi senza alcun ritegno.
I metodi per contenere i fastidiosi effetti collaterali del bere smodato erano svariati e si impiegavano vari metodi come l’assunzione di sostanze quali la cenere di becco di rondine mescolata a vino e mirra oppure il polmone di pecora arrostito. Oppure si indossava una collana di foglie di alloro.
Prevenire, però, è meglio che curare e a questo scopo erano impiegate le pietre preziose, che si riteneva fossero in grado di contrastare dolori e malanni e tenere alla larga le malattie e i disturbi più vari. Una delle più impiegate era l’ametista.
Archeologi impegnati in scavi nella città di Yavne (Israele) che indagavano sui resti di una grande cantina vinicola, hanno riportato alla luce da un magazzino di anfore un antico anello d’oro con incastonata una gemma di ametista.
Sarà stato di qualche avventore pronto a lasciarsi inebriare dai piaceri del pregiato nettare protetto dal prezioso anello?
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