martedì 20 aprile 2021

L'idea del Cavallo di Troia di Ulisse fu davvero una trovata geniale o fu più che altro una gran fortuna che i Troiani ci siano cascati?


C'è un dettaglio cruciale sul cavallo di Troia che spesso viene messo da parte, ma rende la storia molto più convincente.

Nell'immagine, Sinone, un guerriero greco lasciato indietro dal resto dell'esercito greco.

Quando i Troiani si resero conto che le navi greche erano scomparse, ma che qualcos'altro era rimasto sulle loro spiagge, trovarono un certo Sinone legato alle gambe del cavallo di legno.
Sinone era un guerriero mediocre, ma per astuzia non lo batteva nessuno.
I Troiani lo interrogarono minacciandolo ripetutamente (non è chiaro se gli tagliarono o meno il naso).
Alla fine Sinone disse ai Troiani che i Greci si erano stufati del conflitto. Di come egli avesse avuto una lite con Ulisse, che lo aveva abbandonato lì, bollato come un traditore. E di come il cavallo di legno fosse un'offerta agli dei per garantirsi un viaggio sicuro verso casa.
Ma perché”, chiesero i Troiani, “creare un cavallo così bello, eppure così grande e ingombrante? Non sarebbe andato bene anche un equino di dimensioni naturali?"
Sinone rispose: “I Greci hanno assolutamente bisogno del favore degli dei per il difficile viaggio di ritorno, quindi il cavallo doveva essere bello e ben fatto. Ma temevano che Troia potesse portarlo dentro le mura, rubando loro il favore degli dei, quindi è stato realizzato più grande delle porte troiane!"
Il gran sacerdote Laocoonte era contrario a portare il cavallo dentro la città di Troia (in alcune versioni scagliò pure una lancia contro di esso), ma gli dei inviarono dei serpenti marini perchè lo uccidessero e si compisse così il destino di Troia.
I Troiani interpretarono questo episodio come un segno inequivocabile che il cavallo andava portato dentro le mura.
Rimossero così le architravi delle porte della città, per riuscire a farlo passare, sperando di accattivarsi la benedizione degli dei.
Sinone rimase in disparte, fuori dalla città. Potè così accendere un fuoco di avvertimento per i Greci, che stavano nascosti nella vicina isola di Tenedo, che li informava che i Troiani avevano abboccato e quindi ora potevano invadere Troia.
Probabilmente il primo caso di psicologia inversa in letteratura.


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