C'è un dettaglio cruciale sul
cavallo di Troia
che spesso viene messo da parte, ma
rende la storia molto più convincente.
Nell'immagine, Sinone,
un guerriero greco lasciato indietro dal resto dell'esercito greco.
Quando i Troiani si resero conto che le
navi greche erano scomparse, ma che qualcos'altro era rimasto sulle
loro spiagge, trovarono un certo
Sinone
legato alle gambe del cavallo di
legno.
Sinone era un guerriero mediocre, ma
per astuzia non lo batteva nessuno.
I Troiani lo interrogarono
minacciandolo ripetutamente (non è chiaro se gli tagliarono o meno
il naso).
Alla fine Sinone disse ai Troiani che i
Greci si erano stufati del conflitto. Di come egli avesse avuto una
lite con Ulisse, che lo aveva abbandonato lì, bollato come un
traditore. E di come il cavallo di legno fosse un'offerta agli dei
per garantirsi un viaggio sicuro verso casa.
“Ma perché”, chiesero i
Troiani,
“creare un cavallo così
bello, eppure così grande e ingombrante? Non sarebbe andato bene
anche un equino di dimensioni naturali?"
Sinone rispose:
“I Greci hanno assolutamente
bisogno del favore degli dei per il difficile viaggio di ritorno,
quindi il cavallo doveva essere bello e ben fatto.
Ma temevano che Troia potesse
portarlo dentro le mura, rubando loro il favore degli dei, quindi è
stato realizzato più grande delle porte troiane!"
Il gran sacerdote
Laocoonte
era contrario a portare il cavallo
dentro la città di Troia (in alcune versioni scagliò pure una
lancia contro di esso), ma gli dei inviarono dei serpenti marini
perchè lo uccidessero e si compisse così il destino di Troia.
I Troiani interpretarono questo
episodio come un segno inequivocabile che il cavallo andava portato
dentro le mura.
Rimossero così le architravi delle
porte della città, per riuscire a farlo passare, sperando di
accattivarsi la benedizione degli dei.
Sinone rimase in disparte, fuori dalla
città. Potè così accendere un fuoco di avvertimento per i Greci,
che stavano nascosti nella vicina
isola di Tenedo, che li
informava che i Troiani avevano abboccato e quindi ora potevano
invadere Troia.
Probabilmente il primo caso di
psicologia inversa in letteratura.
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