Nel cielo assolato di Roma, durante il
I secolo dopo Cristo, si susseguirono una serie di personaggi che la
storiografia ha consegnato ai posteri e il cui nome è famoso ancor
oggi, a 2 millenni dalla morte. Fra loro si possono ricordare
Ottaviano Augusto, Nerone, Caligola, Traiano ma anche alcune donne,
fra le quali le più famose sono Agrippina, Poppea e Messalina,
quest’ultima morta giovanissima nel 48 dopo Cristo, a soli 23 anni.
Messalina, nonostante la breve vita,
trovò il modo di far parlare di sé probabilmente più per le sue
abitudini sociali rispetto alle sue azioni compiute da Imperatrice.
Ma partiamo dall’inizio.
Messalina nasce in una famiglia
patrizia imparentata con la casata Giulio-Claudia, e a soli 14 anni
si trova obbligata a sposare Claudio, un uomo notoriamente affetto da
handicap fisici. Claudio è un membro marginale della dinastia
giulio-claudia, e rimane al di fuori dei salotti del potere sino ai
47 anni, quando il nipote Caligola lo promuove a console.
Nel giro di poco tempo, nel 41,
Claudio, grazie all’assassinio di Caligola, diventa l’uomo più
potente dell’Impero Romano, e con lui la giovanissima moglie
Messalina, Imperatrice di Roma.
Le prime azioni dei nuovi Imperatori
sono caratterizzanti di quell’epoca di forti chiaroscuri. Seneca
viene esiliato in Corsica, Giulia Livilla, sorella di Caligola, viene
esiliata a Ventotene dove viene uccisa e la zia Agrippina minore
viene richiamata a Roma.
Giovane e inquieta, Messalina non ama
l’ambiente regale cui appartiene e cerca la trasgressione anche fra
la gente del popolo. La leggenda più “scabrosa” che la
contraddistingue la vede travestita da prostituta sotto il falso nome
Licisca e, completamente depilata, i capezzoli dorati, gli occhi
segnati da una mistura di antimonio e nerofumo, offrirsi ai marinai o
ai gladiatori per qualche ora al giorno.
Le voci sul suo conto sono scandalose,
e la vogliono mascherata da meretrice mentre si concede persino nel
quartiere di Suburra, uno dei peggio frequentati di Roma, su letti
fatti di paglia che poco avevano a che vedere con i guanciali da
Imperatrice sui quali era abituata a dormire.
Per Plinio il Vecchio Messalina sfidò
addirittura la più celebre prostituta dell’epoca, riuscendo ad
avere rapporti con 25 uomini diversi in 24 ore e, “proclamata
invicta”, a detta di Giovenale, “lassata, viris nondum satiata,
recessit” (“stanca, ma non sazia di uomini, smise”).
Amante regolare di personaggi in vista
della Roma dell’epoca, fra cui si ricordano il governatore Appio
Giunio Silano e l’attore Mnestere, Messalina si innamorò infine di
Gaio Silio, marito di Giulia Silana, il quale ripudiò la moglie e
divenne l’amante ufficiale dell’Imperatrice.
Nel 48, durante l’assenza
dell’Imperatore Claudio che si trovava a Ostia, Messalina inscenò
il proprio matrimonio con Gaio Silio durante una festa dionisiaca
a palazzo, la goccia che fece traboccare il vaso della sopportazione
del marito tradito. Claudio sicuramente non aveva problemi di
gelosia, ma era terrorizzato dalla possibilità che qualcuno potesse
legittimamente avanzare pretese al trono di Roma.
L’Imperatore decretò quindi la
morte di Messalina e Gaio Silio
I due amanti furono raggiunti dai
soldati ma, mentre Gaio Silio non oppose resistenza all’inevitabile
sentenza, chiedendo semplicemente una morte rapida, Messalina tentò
di fuggire alla morte, scappando negli Horti Luculliani insieme alla
madre dove venne, infine, uccisa.
…Allora per la prima volta
Messalina intravide la sua sorte; prese la spada e la avvicinò
invano, tremando, alla gola e al petto, finché fu trafitta dal colpo
del tribuno…
La descrizione della sua morte, prima
un tentativo di suicidio e poi il colpo di grazia del militare, ci
viene data da Tacito nei suoi Annales, e fa ben immaginare quanto
possa esser stato drammatico, per una giovane piena di voglia di
vivere, essere uccisa per conto del marito.
Tacito ci racconta anche la reazione
del marito alla morte della moglie, che ci fa comprendere il cinismo
dei personaggi della Roma Imperiale:
“A Claudio mentre banchettava fu
annunciato che Messalina era morta, senza precisare se di mano
propria o altrui. Claudio non fece domande, chiese una coppa e
continuò il banchetto come di consueto“.
Nonostante le descrizioni
particolareggiate delle abitudini sessuali dell’Imperatrice, tali
presentazioni vanno ben contestualizzate nella Roma Imperiale.
Esisteva dall’epoca di Augusto una legge contro l’adulterio (“Lex
Iulia de adulteriis coercendis”), che puniva le mogli adultere con
l’esilio a vita. Nonostante il diritto, nella pratica i tradimenti
erano all’ordine del giorno, e gli aristocratici si preoccupavano
poco dei costumi sessuali degli uni o degli altri.
Diverso era il ragionamento politico,
che sfruttava le debolezze delle parti avverse per dipingere un
ritratto terribile dei propri concorrenti. Ecco che una Messalina
prostituta nel quartiere di Suburra potrebbe essere l’invenzione di
qualche senatore, o degli stessi seguaci di Claudio, per giustificare
l’assassinio dell’Imperatrice.
La giovane donna subì, fra le altre
cose, una vera e propria damnatio memoriae dopo la morte.
Tutte le sue statue furono distrutte, il suo nome cancellato da ogni
documento e il figlio maschio privato del diritto al trono di Roma.
Tiberio Claudio Cesare Britannico, suo figlio nato nel 41, fu infatti
escluso dal padre per il ruolo di Imperatore che fu dato,
illegittimamente, a Nerone, figlio di Agrippina, nel frattempo
sposatasi con Claudio stesso.
Britannico venne assassinato, su
ordine di Nerone, nel 55
In quella Roma di intrighi risulta
quindi significativo come Nerone, figlio di Agrippina, che era la zia
di Messalina e nuova moglie di Claudio, sposò la figlia di
Messalina, Claudia Ottavia, che finì, Ça va sans dire,
assassinata per ordine di Nerone
stesso.
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