domenica 25 aprile 2021

I 300 spartani che combatterono alle Termopili, mentre si dirigevano verso la battaglia, sapevano che là avrebbero trovato morte certa?

I 300 Spartani alle Termopili, una difesa eccezionale > Recencinema



Occorre considerare gli aspetti essenziali della battaglia delle Termopili.
Sì, è vero: c'era un oracolo che predisse che un re spartano sarebbe dovuto morire in battaglia altrimenti la città sarebbe stata distrutta; e Leonida molto probabilmente accettò di essere l'agnello sacrificale, ma ciò non significa che pensasse che sarebbe morto alle Termopili!
Sì, gli Spartani, insieme agli alleati Perieci, Peloponnesiaci, Tebani e Tespiesi avevano poche chance di farcela.
Ma non è la stessa cosa che dire che tutti i 300 si aspettavano di morire. Leonida comandava la Guardia scelta di una forza alleata il cui compito era di tenere il passo alle Termopili fino a quando non fossero arrivati i rinforzi, tra cui l'esercito spartano, i famosi e numerosi opliti di Atene e altro ancora. Questa non era una missione suicida.
E sì, Leonida scelse di fare parte della Guardia solo uomini con figli in vita, perché era logico aspettarsi che, data la situazione, la battaglia sarebbe stata dura e ci sarebbero state delle perdite. Ma anche in questo caso non è la stessa cosa che supporre che sarebbero morti tutti.
Solo dopo che il passaggio secondario attraverso le montagne fu scoperto e le truppe inviate per presidiarlo furono sopraffatte dai Persiani, divenne chiaro che una piccola forza avrebbe dovuto essere sacrificata per consentire il ritiro della maggior parte delle truppe. Fu in quel momento - non in partenza da Sparta - che Leonida prese la decisione di morire alle Termopili, perchè quello era il suo destino, e in quel momento la sua Guardia del corpo seppe che, in quanto guardia del corpo, sarebbero morti con lui.
Esistono prove aneddotiche tramandate da Plutarco secondo cui Leonida cercò di salvare alcuni dei suoi compagni chiedendo loro di andare a consegnare dei dispacci, ma gli "uomini più anziani" capirono e si rifiutarono. Ciò è coerente con un re determinato ad affrontare il suo destino, ma angosciato dalla consapevolezza che la sua decisione trascinerà con sé trecento dei migliori di Sparta.
Per quanto riguarda gli Spartani, che secondo quanto tramandato avrebbero culturalmente il rifiuto della ritirata, questo è un malinteso comune: questo mito affonda le sue radici nella strenua difesa delle Termopili da parte di Leonida. La prova più importante è il memoriale che gli Spartani stessi eressero alle Termopili dopo che i Persiani furono cacciati dalla Grecia.
Questo famoso monumento aveva una dedica che diceva: "Vai e dì agli Spartani, o viandante, che qui noi giaciamo in obbedienza alle loro leggi".

In figura, il monumento che oggi campeggia sulle Termopili.

L'antico epitaffio è ampiamente interpretato nel senso che i 300 Spartani che morirono alle Termopili non avevano alcuna possibilità di ritirarsi. Questi uomini giacevano sepolti nel Passo delle Termopili, così lontano da casa, perché le "leggi" di Sparta proibivano la ritirata o la resa indipendentemente dalle probabilità o dalla certezza della morte.
In realtà, le forze spartane si ritirarono e si arresero in varie occasioni nel corso dei secoli (ad esempio ad Isie, oppure a Sfacteria).
Gli Spartani non sembravano pensare che ci fosse una "legge" contro la ritirata anche in situazioni molto meno minacciose e meno disperate di quella che si parò davanti a Leonida alle Termopili. Dobbiamo credere che Leonida e i suoi 300 fossero gli unici Spartani che vivevano e morivano secondo le leggi di Sparta? O potrebbe esserci un'altra spiegazione dell'epitaffio?
La risposta, credo, può essere trovata nel fatto che c'erano, secondo Erodoto, in realtà tre monumenti separati eretti per commemorare gli uomini che combatterono alle Termopili. In primo luogo, c'era un monumento collettivo che recitava: "Qui dalla terra del Peloponneso, quattromila contro un milione qui un tempo resistettero".
Ciò si riferiva chiaramente agli altri alleati del Peloponneso che avevano combattuto con gli Spartani alle Termopili nei primi due giorni.
C'era pure "un leone di pietra in memoria di Leonida".


(No, sfortunatamente, questa non è una foto del monumento dedicato a Leonida che è andato perduto, ma è probabilmente ispirato dalle descrizioni che ne furono fatte. È il Leone di Lucerna che commemora la perdita della Guardia Svizzera.)
In breve, c'erano due monumenti spartani: uno dedicato a Leonida e uno agli altri Spartiati.
Leonida aveva un'opzione. Leonida avrebbe potuto decidere di ritirarsi dal Passo non appena fosse diventato indifendibile. Se l'avesse fatto, Leonida non avrebbe infranto alcuna "legge", perché non esisteva una legge che richiedesse agli Spartani di combattere fino alla morte.
Ma c'era una legge che richiedeva l'obbedienza ai re di Sparta fintanto che erano al comando dell'esercito di Sparta. Questa legge è documentata ed era ampiamente rispettata. I re di Sparta potevano essere accusati, processati ed esiliati una volta che erano a casa , ma non durante la guerra, non mentre facevano una campagna all'estero. Finché comandavano l'esercito in un impegno militare fuori da Sparta, le loro truppe erano tenute ad obbedire a loro, e così facevano.


Sopra è una scultura trovata a Sparta risalente agli inizi del V secolo a.C.. Sebbene sia comunemente chiamata "Leonida" non rappresenta il grande re spartano, come si vede dall'elmo che non ha la criniera del grande condottiero.
Ciò significa che una volta che Leonida decise di rimanere e morire - poiché senza dubbio credeva fosse il suo destino basato sull'oracolo di Delfi - la sua guardia del corpo non ebbe altra scelta che restare con lui.
L'erezione di due monumenti separati e l'epitaffio ha senso in questo contesto. Leonida era il leone, che decise di andare a combattere invece di vivere per combattere un altro giorno. Dopo aver preso quella decisione coraggiosa, tuttavia, la sua guardia del corpo non aveva scelta e loro morirono, secondo l'epitaffio prima citato, non come eroi particolari ma semplicemente "in obbedienza alle leggi".


Nessun commento:

Posta un commento