
Occorre considerare gli aspetti
essenziali della battaglia delle Termopili.
Sì, è vero:
c'era un oracolo
che predisse che un re spartano
sarebbe dovuto morire in battaglia altrimenti la città sarebbe stata
distrutta; e Leonida molto probabilmente accettò di essere l'agnello
sacrificale, ma ciò non significa che pensasse che sarebbe morto
alle Termopili!
Sì, gli Spartani, insieme agli alleati
Perieci, Peloponnesiaci, Tebani e
Tespiesi
avevano poche chance di
farcela.
Ma non è la stessa cosa che dire che
tutti i 300 si aspettavano di morire. Leonida comandava la Guardia
scelta di una forza alleata il cui compito era di tenere il passo
alle Termopili fino a quando non fossero arrivati i rinforzi, tra cui
l'esercito spartano, i famosi e numerosi opliti di Atene e altro
ancora. Questa non era una missione suicida.
E sì, Leonida scelse di fare parte
della Guardia
solo uomini con figli in vita,
perché era logico aspettarsi che, data la situazione, la battaglia
sarebbe stata dura e ci sarebbero state delle perdite. Ma anche in
questo caso non è la stessa cosa che supporre che sarebbero morti
tutti.
Solo dopo che il passaggio secondario
attraverso le montagne fu scoperto e le truppe inviate per
presidiarlo furono sopraffatte dai Persiani, divenne chiaro che una
piccola forza avrebbe dovuto essere sacrificata per consentire il
ritiro della maggior parte delle truppe. Fu in quel momento - non in
partenza da Sparta - che
Leonida prese la decisione di
morire alle Termopili, perchè quello era il suo destino, e in
quel momento la sua Guardia del corpo seppe che, in quanto guardia
del corpo, sarebbero morti con lui.
Esistono prove aneddotiche tramandate
da Plutarco secondo cui Leonida cercò di salvare alcuni dei suoi
compagni chiedendo loro di andare a consegnare dei dispacci, ma gli
"uomini più anziani" capirono e si rifiutarono. Ciò è
coerente con un re determinato ad affrontare il suo destino, ma
angosciato dalla consapevolezza che la sua decisione trascinerà con
sé trecento dei migliori di Sparta.
Per quanto riguarda gli Spartani, che
secondo quanto tramandato avrebbero culturalmente il rifiuto della
ritirata, questo è un malinteso comune: questo mito affonda le sue
radici nella strenua difesa delle Termopili da parte di Leonida. La
prova più importante è il memoriale che gli Spartani stessi
eressero alle Termopili dopo che i Persiani furono cacciati dalla
Grecia.
Questo famoso monumento aveva una
dedica che diceva: "Vai e dì agli Spartani, o viandante, che
qui noi giaciamo in obbedienza alle loro leggi".
In figura, il monumento
che oggi campeggia sulle Termopili.
L'antico epitaffio è ampiamente
interpretato nel senso che i 300 Spartani che morirono alle Termopili
non avevano alcuna possibilità di ritirarsi. Questi uomini giacevano
sepolti nel Passo delle Termopili, così lontano da casa, perché le
"leggi" di Sparta proibivano la ritirata o la resa
indipendentemente dalle probabilità o dalla certezza della morte.
In realtà, le forze spartane si
ritirarono e si arresero in varie occasioni nel corso dei secoli (ad
esempio ad
Isie, oppure a
Sfacteria).
Gli Spartani non sembravano pensare che
ci fosse una "legge" contro la ritirata anche in situazioni
molto meno minacciose e meno disperate di quella che si parò davanti
a Leonida alle Termopili. Dobbiamo credere che Leonida e i suoi 300
fossero gli unici Spartani che vivevano e morivano secondo le leggi
di Sparta? O potrebbe esserci un'altra spiegazione dell'epitaffio?
La risposta, credo, può essere trovata
nel fatto che c'erano, secondo Erodoto, in realtà tre monumenti
separati eretti per commemorare gli uomini che combatterono alle
Termopili. In primo luogo, c'era un monumento collettivo che
recitava:
"Qui dalla terra del
Peloponneso, quattromila contro un milione qui un tempo
resistettero".
Ciò si riferiva chiaramente agli altri
alleati del Peloponneso che avevano combattuto con gli Spartani alle
Termopili nei primi due giorni.
C'era pure "un leone di pietra in
memoria di Leonida".
(No, sfortunatamente, questa non è una
foto del monumento dedicato a Leonida che è andato perduto, ma è
probabilmente ispirato dalle descrizioni che ne furono fatte. È il
Leone di Lucerna che commemora la perdita della Guardia Svizzera.)
In breve, c'erano due monumenti
spartani: uno dedicato a Leonida e uno agli altri Spartiati.
Leonida aveva un'opzione. Leonida
avrebbe potuto decidere di ritirarsi dal Passo non appena fosse
diventato indifendibile. Se l'avesse fatto, Leonida non avrebbe
infranto alcuna "legge", perché non esisteva una legge che
richiedesse agli Spartani di combattere fino alla morte.
Ma c'era una legge che richiedeva
l'obbedienza ai re di Sparta fintanto che erano al comando
dell'esercito di Sparta. Questa legge è documentata ed era
ampiamente rispettata. I re di Sparta potevano essere accusati,
processati ed esiliati una volta che erano a casa , ma non durante la
guerra, non mentre facevano una campagna all'estero. Finché
comandavano l'esercito in un impegno militare fuori da Sparta, le
loro truppe erano tenute ad obbedire a loro, e così facevano.
Sopra è una scultura trovata a
Sparta risalente agli inizi del V secolo a.C.. Sebbene sia
comunemente chiamata "Leonida" non rappresenta il grande re
spartano, come si vede dall'elmo che non ha la criniera del grande
condottiero.
Ciò significa che una volta che
Leonida decise di rimanere e morire - poiché senza dubbio credeva
fosse il suo destino basato sull'oracolo di Delfi - la sua guardia
del corpo non ebbe altra scelta che restare con lui.
L'erezione di due monumenti separati e
l'epitaffio ha senso in questo contesto. Leonida era il leone, che
decise di andare a combattere invece di vivere per combattere un
altro giorno. Dopo aver preso quella decisione coraggiosa, tuttavia,
la sua guardia del corpo non aveva scelta e loro morirono, secondo
l'epitaffio prima citato, non come eroi particolari ma semplicemente
"in obbedienza alle leggi".
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