C'è l'imbarazzo della scelta!
Cavalli nominati Consoli o Senatori, navi colossali
(o meglio, maxi yacht dell'epoca) attrezzate come regge
imperiali a passeggio sul vulcanico lago di Nemi negli ameni dintorni
dell'Urbe, calzature militari quotidianamente indossate (come
se Filippo, principe consorte della regina Elisabetta d'Inghilterra,
calzasse anfibi accompagnandoli al doppiopetto), amori
promiscui e libagioni da record, perle bevute immerse nell'aceto di
vino …
Gaio Giulio Cesare Germanico, noto
come Caligola
(12-41 d.C.), visse, insieme alle
sorelle, in un clima di
grande terrore
sotto il regno di Tiberio.
Era diretto discendente di
Augusto
e di
Giulio Cesare.
Sua madre era
Agrippina Maggiore,
la figlia del generale di Augusto
e suo miglior amico,
Marco Vipsanio Agrippa
(quello che fece per primo
erigere il Pantheon). Il padre era
Germanico Giulio Cesare, il
generale più famoso e amato al tempo di Augusto, già indicato come
possibile suo successore. Ma Caligola era anche il nipote di Marco
Antonio, generale di Cesare, avversario di Augusto e marito di
Cleopatra.
Sua nonna era
Antonia Minore, figlia di
Marco Antonio e
Ottavia, la sorella di
Augusto. Dal momento che era evidente questa forte appartenenza alla
famiglia Giulia, era inevitabile che il giovane crescesse
nell'ambiente di corte, insieme ai soldati. Da qui il soprannome di
“piccola caliga”, la
classica calzatura chiodata dei legionari, che frequentava al seguito
del famoso padre. Tutte queste esperienze fecero sì che Gaio
nutrisse sempre un profondo affetto, in particolare, per la sorella
Giulia Drusilla
(16-38 d.C.). Non sapremo mai se
le accuse di incesto con Drusilla (e anche con le altre due sorelle,
Agrippina minore
-15-59 d.C. - e
Giulia Livilla
- 18-41 -, per non far torto ad
alcuna), che
Cassio Dione Cocceaiano
(155–235, di molto successivo a
Caligola, quindi difficilmente in possesso di informazioni di prima
mano) e
Gaio Cassio Longino
(5 a.C.-69 d.C.) rivolgevano a
Caligola, fossero fondate o beceri calunnie.
Alto, colorito livido, sproporzionato,
collo e gambe gracili, occhi e tempie infossati, fronte larga, pochi
capelli e assai villoso in tutto il resto del corpo: così lo
descriveva
Gaio Svetonio Tranquillo
(70 ca.–140 ca.),
che non lo aveva mai visto in
vita sua, manco per scherzo.
Forse, Gaio aveva effettivamente
rapporti sessuali con le sorelle.
Svetonio
tiene comunque ad informarci del fatto
che i rapporti incestuosi tra Gaio e Drusilla iniziarono tra il 29 e
il 32, periodo che trascorsero in casa della nonna
Antonia minore
(36 a.C.-37 d.C.), che pare li
avesse sorpresi più volte in comportamenti … inequivocabili. Di
certo, Drusilla era la sorella preferita da Caligola, che l’aveva
fatta liberare dal precedente matrimonio con
Lucio Cassio Longino
(I sec. a.C.-41 d.C.) e fatta
risposare con
Marco Emilio Lepido
(6–39 d.C.), bisnipote del
triumviro e grande amico di Caligola fin dalla giovinezza.
In seguito, Caligola
fece pure assassinare il primo
marito dell'amata sorella,
gli avevano detto che un Cassio
avrebbe tramato contro di lui … e quindi, Lucio Cassio Longino,
zac!! E tanto per non smentirsi,
pure il secondo marito
dell'amata sorella fece una brutta fine:
nel 39, infatti, Caligola rese
pubbliche lettere delle sorelle Agrippina minore e Giulia Livilla,
dalle quali emergevano
(presunte)
relazioni di corna di entrambe con
il secondo marito della sorella. Quindi, anche per lui, zac!! L'amico
di mille merende fu giustiziato e le sue ossa buttate. Dove, non si
sa. Le sorelle Agrippina e Livilla? esiliate.
Tornando al nostro eroe Gaio Caligola,
ad un certo punto nel 37 si ammalò gravemente: con un atto senza
precedenti, addirittura
nominò sua sorella Drusilla
erede dei suoi beni e dell'Impero.
Purtroppo, l’idillio si spezzò
quando Drusilla morì improvvisamente il 10 giugno del 38: e lo
sconforto di Gaio, che nutriva per la sorella un affetto quasi
morboso, fu
smisurato,
incontenibile.
Caligola ordinò la sospensione di ogni
affare e un lutto generale, durante il quale fu considerato
delitto di lesa Maestà
il ridere, il lavarsi e persino
il pranzare con la propria moglie, i parenti e i propri figli. In
quei giorni, bastava che uno avesse ospitato o salutato qualcuno o,
addirittura, che si fosse fatto un bagno, per andare incontro a
severe punizioni.
Un tale, per il solo fatto di
aver venduto acqua calda da
mescolare al vino
(che schifezza),
fu processato e giustiziato per
"lesa Maestà".
Per Drusilla fu organizzato un
funerale degno di un Imperatore: i Pretoriani e l’Ordine Equestre
sfilarono in parata intorno alla sua pira, mentre i fanciulli della
nobiltà si esibivano nei Ludi troiani
(scontri a cavallo con spade di
legno, in cui era esibita la capacità di controllo e domo del
cavaliere sull'animale). Il marito Lepido pronunciò l’elogio
funebre di Drusilla, mentre Caligola le rese omaggio con esequie
pubbliche e facendole attribuire onori che erano stati tributati in
passato solo a Livia
(Livia Drusilla Claudia, 58
a.C.-29 d.C., moglie di
Gaio Ottaviano Augusto,
madre di
Tiberio
e
Druso maggiore,
nonna di
Germanico e
Claudio, nonché bisnonna di
Caligola
e trisavola di
Nerone). Venne
decretato, inoltre, che le fosse costruita una tomba personale, di
cui fossero ministri venti sacerdoti e sacerdotesse e che
nell'anniversario della sua nascita si celebrasse una festa simile ai
Ludi Megalesi
(festività di aprile della durata
di sei giorni: festa scenica, non circense) in onore di Cibele,
che le venisse innalzata una effigie d’oro in Senato, che Drusilla
venisse deificata, col nome di
Pantea, divinità
virtuosa e fedele al marito
(quale? il primo? il secondo?
il fratello imperatore? boh …) e che nel tempio di
Venere
le fosse dedicata una statua della
stessa grandezza di quella della dea. Un senatore di nome Gaio
Livio Gemino, che asseriva - o aveva giurato sui propri figli
- di
aver visto Drusilla salire in
cielo tra gli Dei, fu ricompensato da Caligola con un milione di
sesterzi (ndr: furbacchione!). Infine, in onore della sorella,
Caligola diede il nome di Giulia Drusilla alla figlia avuta da
Milonia Cesonia, la
sua ultima moglie. Insomma,
nonostante la cattiva fama
che ha sempre accompagnato Caligola fin dall'antichità, pure lui
aveva un cuore …
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