Bella domanda. Qui vorrei fare un
punto. Nell’impero romano c’erano 3 tipologie contrattuali per
quanto riguarda la gestione degli esseri umani.
- Potevi essere schiavo quindi a tutti gli effetti appartenevi a qualcuno. Eri semplicemente un oggetto da usare, vendere o rivendere.
- Potevi essere libero ma non cittadino. Guadagnarsi la libertà come puoi immaginare non dava tanto valore aggiunto se non riuscivi ad ottenere anche la cittadinanza.
- Potevi essere cittadino, avere quindi a tutti gli effetti ogni privilegio concesso ai cittadini compresa la protezione. In sostanza essere cittadino era più importante di essere libero nell’impero romano.
Questo sistema aveva una logica tale
per favorire a chi possedeva schiavi di non perdersi gli assetti a
lungo periodo. Ottenere la libertà richiedeva tanto tempo mentre
ottenere la cittadinanza altrettanto. Solo quelli liberi potevano
richiedere la cittadinanza ma la libertà non la garantiva.
Visto che libertà e cittadinanza
dovevano essere richieste in sequenza, come puoi immaginare lo
schiavo aveva 2 prezzi da pagare. Il primo prezzo era quello per
ottenere la libertà mentre il secondo prezzo era quello per ottenere
la cittadinanza per avere quindi tutti gli altri diritti.
Molti schiavi dopo aver ottenuto la
libertà si sono resi conto che era una fregatura. Inoltre, la
cittadinanza non era così facile da avere subito dopo. L’unica
alternativa migliore era quindi quella di ritornare volontariamente
nella schiavitù oppure vivere liberi ma rischiare la pelle nella
lunga attesa della cittadinanza. Infatti molti schiavi liberi
decisero di ritornare alla loro vita precedente in catene.
Quindi immagina la libertà di uno
schiavo nell’impero romano simile alla libertà di un immigrato
senza documenti presente oggi sul territorio italiano. Insomma, senza
documenti sei libero ma praticamente non puoi fare nulla e non vieni
protetto. Per questo ti serve la cittadinanza. Ma come all’epoca,
la cittadinanza in Italia è la cosa più difficile da ottenere anche
oggi.
Ora vorrei fare un altro punto su
questo tema. Alcuni schiavi nell’impero romano venivano comunque
trattati meglio rispetto agli altri . Per esempio alcuni di loro
potevano tranquillamente proseguire un percorso intellettuale,
scrivere libri oppure aiutare i loro padroni nelle faccende
finanziare.
Perché i padroni concedevano agli
schiavi questi privilegi? Bhe’, se ci pensi anche qui aveva una
logica. Se lo schiavo sbagliava a gestire le faccende finanziare
veniva punito. Così facendo, il padrone riusciva a liberarsi di
molteplici responsabilità. I romani erano molto furbi all’epoca,
riuscendo quindi a legalizzare qualsiasi menzogna con un semplice
decreto di legge.
Non pensare però che tutti gli schiavi
stavano da Dio. Alcuni padroni per esempio avevano questa parafilia
di infliggere dolore ai loro schiavi senza nessuna ragione. Più meno
come nei giochi BDSM
oggi. L’unica differenza è che
il
BDSM
oggi è un rapporto consenziente
basato sulla fiducia. All’epoca non era così.
Un caso noto di sadismo è la storia di
uno schiavo chiamato Epitteto. Epitteto era uno stoico quindi
si mise in testa di non mostrare i suoi sentimenti di disagio e
rabbia a fronte degli altri. Insomma, Epitteto nonostante schiavo era
sempre sereno.
Al suo padrone, al contrario, questo
concetto non piaceva. Lui voleva vedere negli occhi dei suoi schiavi
la sofferenza. Per farlo soffrire, a Epitteto gli viene rotta una
gamba. Giusto così per vedere come risponde all’evento, senza
nessun motivo. Quando però Epittetto rimane indifferente, il suo
padrone si arrabbia e prosegue a torturarlo facendogli male sulla
ferita. Epitteto continua a non essere disturbato mostrando
indifferenza. Questo evento fa infuriare il suo padrone ancora di più
in quanto il suo fetish non viene materializzato.
Epitteto rimane zoppo per tutta la sua
vita e viene poi spesso sottoposto a simili eventi.
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