lunedì 10 maggio 2021

Luoghi di incontro per adolescenti nell'antica Roma


I romani non erano come gli adolescenti italiani moderni che prendono l'aperitivo e non fanno un cazzo dal mattino alla sera.
Gli adolescenti romani erano troppo impegnati nei loro doveri da buoni cittadini per riunirsi e fare cazzate.
I maschi patrizi adolescenti dedicavano il loro tempo allo studio, la filosofia in particolare, per diventare un giorno dei bravi politici.
Spesso facevano lunghi viaggi in Grecia, che duravano tanti anni, e seguivano lezioni private dai grandi maestri. Più era colto e famoso il maestro (ovviamente greco) e più l'istruzione era considerata prestigiosa e adatta alla carriera politica.


Oppure si dedicavano alla vita militare per intraprendere una carriera nell'esercito. Si esercitavano nell'uso delle armi, la daga e la lancia, e facevano molto sport. Nel ginnasio.


I maschi plebei invece imparavano dal padre a svolgere il suo mestiere: erano destinati a diventare contadini, commercianti, artigiani, fabbri…Già a 14 anni lavoravano a bottega o nei campi per imparare i trucchi del mestiere.
Per quanto riguarda le femmine invece, sia patrizie che plebee, da adolescenti (dai 12 anni, con la prima mestruazione) venivano date in sposa a degli uomini molto più grandi di loro perciò dedicavano il loro tempo alla cura della casa, del marito e dei figli che già partorivano all'età di 12/13 anni.
Dovevano arrivare vergini al matrimonio perciò la famiglia impediva loro di frequentare coetanei maschi che potevano "rubare" la verginità delle fanciulle. Queste ragazze vivevano recluse in casa fino al matrimonio, dopodiché potevano avere una vita sociale in feste e convivi ma sempre accompagnate dal marito.





Nessun commento:

Posta un commento