E' scritto chiaramente nei Vangeli, ma per qualche ragione molti lo ignorano.
Domenica Gesù entra trionfalmente a Gerusalemme (domenica delle Palme). Lo precede un'ottima fama di guaritore, l'aver compiuto dei miracoli e anche prediche ispirate. Insomma tutto bene. Eppure venerdì, dopo soli 5 giorni, è crocefisso dai romani. Perché?
Che è successo in quei 5 giorni? Lunedì o martedì (le fonti divergono), Gesù compie un atto scandaloso, sovversivo e dal significato sia religioso che politico. Un episodio centrale nella sua vita: la cacciata dei mercanti dal Tempio con frusta e parole. Ironico e istruttivo: Gesù ha perdonato tutti nella sua vita, ma i mercanti no.
Non si è messo a predicare, a guarire, a diffondere le sue parabole tra il popolo, come magari si aspettavano in tanti. Macché, ha preso la frusta e ha iniziato a dare botte a destra e a manca nel Tempio.
I romani subito alzano le orecchie: altro che innocuo predicatore, quello era un ribelle sovversivo che minava il centro commerciale ed economico dell'intera regione. E pure con un certo ascendente sul popolo.
Bisognava intervenire. Gesù, che non è uno stupido, capisce che le cose si mettono male e mercoledì c'è l'Ultima Cena. Giovedì con uno stratagemma i Romani lo arrestano e dopo un processo farsa lo condannano a morte (sono conquistatori, non vanno tanto per il sottile) con la pena che infliggono ai ribelli dello stato, la crocefissione, che viene eseguita subito venerdì.
Una pena di morte molto umiliante e dolorosa, che doveva fungere da monito per tutti: se fate i ribelli questa sarà la vostra fine. Il resto, come si suol dire, è storia.
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