domenica 30 maggio 2021

Come era possibile in una battaglia in epoche antiche, combattuta con armi bianche, distinguere i nemici dagli amici? C'era un'elevatissima quantità di "fuoco amico"?

Prima di tutto bisogna fare una premessa: le battaglie antiche non erano combattute come ci mostrano i film. Sullo schermo si mira a fare spettacolo, e quindi ci appaiono scene confuse, dove amici e nemici si mescolano in una folla, e c'è il nostro eroe che viene attaccato da tutti i lati. Ciò può essere successo, ma si tratta di anomalie. In realtà, molti eserciti in epoca antica e medievale combattevano in formazioni, disponendosi a file e presentando il famoso “muro di scudi”, una tattica creata dagli antichi greci, perfezionata dai romani, e mantenuta fino all'avvento delle mitragliatrici. Ai nostri occhi una battaglia antica ricorderebbe molto un'operazione anti-sommossa della polizia, ma su una scala enorme.




Ovviamente, anche se i due schieramenti erano più o meno distinti, la confusione è una costante della guerra, e per questo i vari eserciti inventarono vari metodi per distinguersi tra loro, come dipingere simboli sugli scudi o sui vestiti, elmi con creste e pennacchi, oppure indossare abiti di un colore specifico (e sgargiante, in modo da poter essere visto da lontano oppure in mezzo al fumo).



Un metodo che fu usato fino alla Grande Guerra erano le bandiere. I soldati avanzavano con dei vessilli per segnalare da lontano la fazione a cui appartenevano, anche in mezzo alla battaglia. Se un soldato si perdeva in mezzo alla calca doveva solamente guardare in alto, cercare la sua bandiera, ed unirsi ai soldati che combattevano sotto di essa (ammesso che soppravvivesse: rimanere isolati in mezzo ad una battaglia significava morte certa!).



Nella Divina Commedia Dante scrisse che una città italiana fu sconfitta in battaglia perchè un traditore uccise il vessillifero, ed i soldati, non vedendo più la loro bandiera, andarono in totale confusione.





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