lunedì 31 maggio 2021

L'Impero Romano aveva a che fare con qualcosa di simile alla mafia?

Sì, è la crudele banda di Milo guidata da Titus Annius Milo



Lui e la sua banda dove alcuni dei peggio di Roma potevano offrire alle sue strade, ed erano troppo influenti anche il punto che è stato chiesto loro di schierarsi con uno dei politici più potenti di Roma, Pompeo stesso li ha pagati per essere dalla sua parte, che mostrava quanto contavano per i senatori romani vincere.

Picchiano, minacciano o uccidono letteralmente chiunque vedano opporsi a quel certo politico in quella determinata strada o distretto. Eseguono anche un numero innumerevole di omicidi anche del senato e degli stessi senatori.



All'epoca avevano un proprio esercito organizzato. Milo assunse ex schiavi e legioni romane per far parte del suo violento mafioso nel fare affari sia per le élite che per i senatori, eseguì un sacco di colpi su persone, in particolare politici o anche altri gangster, come Publio Clodio Pulcher. La banda Milo farà letteralmente qualsiasi cosa solo per una paga o un favore al Senato.



Una cosa che ogni mafia di Roma ha in comune, sono tutti coinvolti nella politica e nell'appartenenza a un partito politico. Soprattutto Milo, era un ottimato sostenitore del suo amico Pompeo, tutti a Roma lo sanno per certo, gli obiettivi di Milo sono principalmente rivali politici o altri mafiosi, in particolare il buon vecchio Clodio, che era un influente gangster / politico e identificato con il partito popolare e patriottico sostenitore di Cesare, è anche conosciuto in un titolo come il re delle strade di Roma, racconta tutto della sua influenza.

Il che non si adattava bene a Milo che ha subito fatto guerra contro di lui per le strade uccidendolo in una rissa con il loro esercito di mafiosi:



Ti dice quanto fosse serio l'argomento della politica per la folla. Prendere una posizione qualsiasi in politica otterrà sempre una sorta di obiettivo nel mondo criminale. Svolgono un ruolo più importante nel modo in cui Roma era e governata di quanto possiamo mai immaginare.


domenica 30 maggio 2021

Come era possibile in una battaglia in epoche antiche, combattuta con armi bianche, distinguere i nemici dagli amici? C'era un'elevatissima quantità di "fuoco amico"?

Prima di tutto bisogna fare una premessa: le battaglie antiche non erano combattute come ci mostrano i film. Sullo schermo si mira a fare spettacolo, e quindi ci appaiono scene confuse, dove amici e nemici si mescolano in una folla, e c'è il nostro eroe che viene attaccato da tutti i lati. Ciò può essere successo, ma si tratta di anomalie. In realtà, molti eserciti in epoca antica e medievale combattevano in formazioni, disponendosi a file e presentando il famoso “muro di scudi”, una tattica creata dagli antichi greci, perfezionata dai romani, e mantenuta fino all'avvento delle mitragliatrici. Ai nostri occhi una battaglia antica ricorderebbe molto un'operazione anti-sommossa della polizia, ma su una scala enorme.




Ovviamente, anche se i due schieramenti erano più o meno distinti, la confusione è una costante della guerra, e per questo i vari eserciti inventarono vari metodi per distinguersi tra loro, come dipingere simboli sugli scudi o sui vestiti, elmi con creste e pennacchi, oppure indossare abiti di un colore specifico (e sgargiante, in modo da poter essere visto da lontano oppure in mezzo al fumo).



Un metodo che fu usato fino alla Grande Guerra erano le bandiere. I soldati avanzavano con dei vessilli per segnalare da lontano la fazione a cui appartenevano, anche in mezzo alla battaglia. Se un soldato si perdeva in mezzo alla calca doveva solamente guardare in alto, cercare la sua bandiera, ed unirsi ai soldati che combattevano sotto di essa (ammesso che soppravvivesse: rimanere isolati in mezzo ad una battaglia significava morte certa!).



Nella Divina Commedia Dante scrisse che una città italiana fu sconfitta in battaglia perchè un traditore uccise il vessillifero, ed i soldati, non vedendo più la loro bandiera, andarono in totale confusione.





sabato 29 maggio 2021

Come sarebbe ora l'Italia de non fosse mai esistita la chiesa?

Come sarebbe il mondo.

Facendo l'ipotesi controfattuale se non fosse nata la Chiesa Cristiana nel 30 DC avremmo avuto effetti collaterali incredibili.

Per prima cosa non sarebbe nato nemmeno l'islam, l'impero d'oriente no sarebbe crollato, le Crociate non sarebbero avvenute, l'odio religioso non sarebbe così presente.

Probabilmente nemmeno l'impero Romano si sarebbe disgregato, ora parleremmo un'asola linfa derivata dal latino, avremmo un Presidente unico e la Germania non sarebbe esistita.

Non sarebbero accadute le guerre europee, e nemmeno le due guerre mondiali.

L'Italia sarebbe una nazione confederata della Repubblica Europea Romana.

Ogni cittadino avrebbe i culti che preferisce ma la maggior parte sarebbe ancora legata. Come il Giappone, ai culti animisti, personali e spirituali.

Le donne comunque avrebbero contato politicamente poco fino alla rivoluzione liberale che sarebbe avvenuta 1000 anni prima, instaurando una Repubblica Presidenziale.

Non avremmo paura di Dio, il matrimonio sarebbe un contratto come un altro, scioglibile per qualuque motivo.

Nel lavoro ci sarebbero diverse feste, soste, durante la settimana anche se la domenica non sarebbe per forza festivo, piuttosto ci sarebbero giorni di festa per tante evenienze, i week end sarebbero normali e li chiameremmo week fest per portare la famiglia in giro.

La tecnologia sarebbe centinaia di anni più evoluta, non avremmo perso tutta la tecnica tardo romana delle costruzioni, dell'astronomia e ora l'elettricità sarebbe una fonte di energia comune.

Roma sarebbe una megalopoli di decine milioni di persone, grande come il Lazio stesso.




venerdì 28 maggio 2021

Cosa sarebbe successo alla regina Budicca se fosse stata catturata dai romani


In realtà la regina degli iceni è stata ammazzata dai romani, e bene o male per i romani, perché gli iceni sotto il suo comando fecero fuori ben 70.000 romani ovvero (9 legioni), era astuta, combatteva nel suo territorio che conosceva bene rispetto ai romani, fu un po come l'imboscata di Teutoburgo.


Non penso che gli sarebbe servita qualcosa Boudica, visto che guidava una rivolta contro i romani, a differenza di Annibale che si opponeva ma era valutato come un grande stratega a tal punto che Scipione disse : Scipione "quali sono i migliori strateghi per te "
Annibale rispose : "Alessandro magno, per aver affrontato l'impero Persiano ed averlo conquistato, fino ad arrivare in India, il secondo Pirro, uno dei primi ad inventare gli accampamenti per stabilizzarsi su un territorio, ed il terzo io stesso per aver affrontato i romani sul loro territorio." (una cosa del genere)
Scipione disse :" se vincevi la battaglia di Zama, dove ti staresti posto"
Annibale con tutta sicurezza rispose : " sarei stato il primo stratega." (rispetto agli altri citati, questo perché Annibale riuscì a combattere sempre con intelletto, era un leader carismatico? Si probabile ma anche se provocava terrore ovvero che si faceva molto rispettare, è riuscito a tenere testa ai romani per 15 anni nel suolo italico, riuscendo anche nel tenere insieme i celti o i galli dalla sua parte, che furono utili nelle battaglie, ed anche per l'esperienza dei soldati che erano diventati veterani, perché sapevano combattere contro i romani e infatti Zama fu persa perché non aveva abbastanza cavalleria e i numidi lo abbandonarono, affiancandosi con i romani ).
BOUDICA anche lei era carismatica, ha dato del filo da torcere ai romani, come Annibale, ma non la reputo una stratega eccelsa come il Cartaginese citato, lei vinse per il suolo che conosceva, Annibale non conosceva bene il suolo romano eppure vinse ben 8 battaglie, questa è la differenza, i Romani o Scipione penso avrebbe ammirato più come nemico e rispetto il Cartaginese piuttosto BOUDICA che alla fin fine vinceva più con imboscate e qualche inganno, a differenza dell astuzia e tempistica di Annibale e grazie alla sua cavalleria che faceva la differenza.
In fin dei conti però, BOUDICA era una zanzara che succhiava il sangue e doveva essere schiacciata e così fu.


giovedì 27 maggio 2021

Com'era l'anestesia al tempo degli antichi romani?

I medici della Legione romana avevano rifornimenti di oppio importati dall'India. Avevano coltivato selettivamente varietà più forti della pianta del papavero. Esso veniva poi mescolato con il vino, poiché è molto amaro. Dal momento che era stato importato, solo i ricchi potevano permetterselo.


mercoledì 26 maggio 2021

Quale sarebbe la reazione nell'antica Roma vedendo il corpo di un bodybuilder dei nostri tempi?

Tutti coloro che pensano che i bodybuilder avrebbero potuto fare i gladiatori hanno preso un enorme abbaglio dato da Hollywood.

I Gladiatori erano muscolosi, si, ma erano anche grassi. I Gladiatori infatti avevano bisogno di grasso sottocutaneo. Un cuscino di grasso che proteggesse, da ferite di taglio, nervi e vasi sanguigni in una lotta. Un gladiatore magro sarebbe stato solamente un uomo morto che cammina e non sarebbe stato idoneo per un buon spettacolo. Le ferite superficiali sono l’aspetto più spettacolare degli eventi. Se si veniva feriti, ma solo nello strato di grasso, si sarebbe potuto continuare a combattere. Non faceva molto male e sembrava una cosa eccezionale per gli spettatori.

I legionari avevano un fisico simile poiché dovevano proteggere la propria muscolatura dalle ferite.

Avrebbe potuto essersi venduto come Ercole redivivo o cose simili…

Partiamo dalla considerazione che non avevano né conoscenze per rinforzare i muscoli (costruire massa muscolare) né conoscenze inerenti all'alimentazione seppur nutriti di gran lunga meglio di noi.

Avevano fisici atletici ma basati più sulle prestazioni in quanto combattenti e la robustezza fisica ne era una conseguenza diretta ma non facevano, o meglio facevano pochi esercizi, per aumentare massa o diete per rimuovere massa visto che dovevano esibirsi e avere molta forza, energia e tecnica.

La cultura e la società romana erano molto avanzate riguardo il mantenimento del proprio corpo e la libertà in generale.

Per dimostrarlo basta guardarsi un paio di statue di quell’epoca.

Esistevano le palestre e i corpi erano depilati come adesso, 2000 anni fa erano come noi oggi apprezzavano il corpo e la sua bellezza.



Un bodybuilder non avrebbe avuto la coordinazione e la capacità di combattere, per cui sarebbe stato carne da macello nell'arena.

Sarebbe come paragonare un bodybuilder con un atleta odierno che pratica boxe, basket, nuoto o rugby.

Per compensare lo avrebbero sbattuto in una scuola per gladiatori, subito dopo al Colosseo per combattere.


martedì 25 maggio 2021

Quale era il peggior sacrilegio che avrebbe potuto fare un romano ai tempi della Antica Roma?

Il peggior sacrilegio sarebbe stato "violare" le Vestali, ovvero le sacerdotesse che dedicavano la propria esistenza al tempio di più alto significato per l'Urbe e i suoi abitanti, dedicato alla dea del “focolare pubblico del Popolo Romano”: il Tempio di Vesta.

Attribuito dalla tradizione a re Numa Pompilio (754–673 a.C.), in esso le Vestali custodivano il fuoco sacro perenne, espressione e simbolo della continuità della vita di Roma. Nella parte più interna del tempio erano inoltre conservati oggetti sacri che, secondo la leggenda, Enea avrebbe portato da Troia, come pegno e garanzia dell’impero.



Il tempio di Vesta - che secondo alcuni aveva forma tonda, perché nato come una capanna -, sede del più antico focolare domestico, fu ricostruito l’ultima volta sul finire del II se­c. d.C. da Giulia Domna, moglie dell’Im­peratore Settimio Severo.

Accanto al tempio di Vesta, la Casa delle Vestali era la residenza e la sede ufficiale delle sacerdotesse, incaricate della sorveglianza del fuoco sacro che ardeva nel tempio e dei riti connessi al culto del focolare. Le Vestali erano normalmente sei, entravano nel sacerdozio tra i sei e i dieci anni e vi rimanevano per trent'anni, con obbligo di castità. Erano scelte dal Pontefice Massimo, che sorteggiava le “novizie” tra venti nomi di fanciulle proposte, inizialmente, dalle famiglie patrizie e, successivamente, anche da quelle plebee. Colei che infrangeva il voto di castità, non potendo esser versato il sangue di una Vestale, era sepolta viva in una stanza sotterranea posta nel campo detto "scellerato", prossimo alla porta Collina ed all'incrocio tra l’attuale via XX Settembre (l’antica Alta Semita) e via Piave. Il sangue del complice poteva, invece, essere versato: ed infatti, costui era frustato, fino a morte, nella piazza del Foro.
A causa della sua destinazione d’uso, il tempio andò più volte a fuoco; ogni volta fu ricostruito, ma probabilmente la posizione originaria non è quella attuale. La Casa delle Vestali (non a torto, considerata il prototipo dei conventi moderni) era articolata su due piani attorno ad un ampio cortile. Il cortile era tenuto a giardino e circondato da portici, sui quali s’affacciavano gli ambienti destinati al soggiorno e all'alloggio delle Vestali, ai servizi e al personale ad essi addetto. In tutto autosufficiente, disponeva di una cu­cina, di un mulino e un forno, ancora riconoscibili.






lunedì 24 maggio 2021

Qual era la maggiore fonte di intrattenimento nell'antica Pompei?

A causa del gran numero di bordelli, frequentarli era apparentemente la principale attività ricreativa di Pompei. Ovviamente sappiamo che i romani avevano gare di carri, combattimenti tra gladiatori, cacce di bestie ed esecuzioni pubbliche. Ma c'era una preponderanza di bordelli in quella particolare città.




domenica 23 maggio 2021

Perché non sono mai state ritrovate antiche corone egiziane?

Nessuna corona dei faraoni è mai stata trovata dagli archeologi. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che siano state tramandate da un regnante all'altro, o forse perché erano realizzate con materiali delicati. Gli esperti ritengono che probabilmente fossero fatte in tessuto, pelle o fibre intrecciate come il papiro.



sabato 22 maggio 2021

Cos’è il garum, il condimento più amato dagli antichi romani?

Questa salsa di interiora di pesce, che gli antichi romani utilizzavano come condimento su molti piatti, nell’immaginario di molti rimane una preparazione a base di animali putrefatti. In realtà – come molte testimonianze, seppur frammentarie, attesterebbero – si tratta piuttosto di una tecnica di fermentazione, di origine ancor più antica, già ampiamente diffusa nel Mediterraneo ai tempi di greci e fenici.


COME SI PREPARAVA



Per ottenere questa salsa i romani partivano dalle interiora di acciughe, sgombri e altro pesce povero che poi lasciavano macerare sotto sale per un un tempo abbastanza lungo in piccole anfore. Era poi filtrato, a più livelli, per crearne diverse varianti: c’era la flos floris, di qualità superiore, derivante dalla prima filtrazione; il liquamen, di seconda scelta secondo alcuni studiosi, coincidente con il garum stesso secondo altri; l’allec, una salsa semiliquida ottenuta dalla polpa rimanente.


IL GARUM NELLA LETTERATURA



Richiami molto chiari al garum si trovano in lungo e in largo nella letteratura latina: tra i tanti ne parla chiaramente Apicio nel De Re Coquinaria, raccolta di 10 libri di ricette di cucina romana compilata nel I secolo, in cui fa riferimento all’ampio uso del garum o liquamen come insaporitore di almeno 20 diverse ricette, dalla carne a pesce, dalla frutta alla verdura.



Informazioni più dettagliate le riferisce Plinio il Vecchio nel XXXI libro della Naturalis Historia, in cui parla di “un altro tipo di liquido pregiato, che chiamarono garon, è fatto con intestini di pesci e altre parti che di norma si dovrebbero buttare via, macerati nel sale, sicché quello diventi la feccia di cose in putrefazione”.


UN LIQUIDO PREGIATO DALLE DIVERSE QUALITÀ

Liquido pregiato, dunque, in cui la putrefazione cui fa riferimento lo scrittore poteva sopraggiungere quando il sale non era sufficiente a innescare la fermentazione. È sempre Plinio a chiarire che il garum migliore era il sociorum, fatto con gli sgombri provenienti dalla Spagna, e che si commerciavano anche una specie di garum senza condimenti, il gari flos, e un’altra variante con pesce a scaglie, il garum castimoniale. Il primo, sopratutto, essendo in buona sostanza una salamoia satura in cloruro di sodio in presenza di enzimi proteolitici, si rivelava un buon digestivo e presentava anche qualità disinfettanti, paragonabili a quelle della tintura di iodio e di blandi antiinfiammatori.


I GARUM MODERNI


Tra le preparazioni che più si avvicinano al garum oggi c’è forse la colatura di alici di Cetara, di cui si dice sia l’antenato: questa salsa liquida campana, dal colore ambrato, segue un tradizionale procedimento (e un disciplinare) di maturazione delle alici in una soluzione satura di acqua e sale. Con tutta probabilità, tuttavia, derivano dalle stesse radici latine anche la salsa di pesce orientale e soprattutto il nuoc mam, la versione appartenente alla cucina vietnamita molto diffusa in tutto l’Oriente.


venerdì 21 maggio 2021

Cosa ha fatto di male Gesù Cristo

E' scritto chiaramente nei Vangeli, ma per qualche ragione molti lo ignorano.

Domenica Gesù entra trionfalmente a Gerusalemme (domenica delle Palme). Lo precede un'ottima fama di guaritore, l'aver compiuto dei miracoli e anche prediche ispirate. Insomma tutto bene. Eppure venerdì, dopo soli 5 giorni, è crocefisso dai romani. Perché?

Che è successo in quei 5 giorni? Lunedì o martedì (le fonti divergono), Gesù compie un atto scandaloso, sovversivo e dal significato sia religioso che politico. Un episodio centrale nella sua vita: la cacciata dei mercanti dal Tempio con frusta e parole. Ironico e istruttivo: Gesù ha perdonato tutti nella sua vita, ma i mercanti no.

Non si è messo a predicare, a guarire, a diffondere le sue parabole tra il popolo, come magari si aspettavano in tanti. Macché, ha preso la frusta e ha iniziato a dare botte a destra e a manca nel Tempio.

I romani subito alzano le orecchie: altro che innocuo predicatore, quello era un ribelle sovversivo che minava il centro commerciale ed economico dell'intera regione. E pure con un certo ascendente sul popolo.

Bisognava intervenire. Gesù, che non è uno stupido, capisce che le cose si mettono male e mercoledì c'è l'Ultima Cena. Giovedì con uno stratagemma i Romani lo arrestano e dopo un processo farsa lo condannano a morte (sono conquistatori, non vanno tanto per il sottile) con la pena che infliggono ai ribelli dello stato, la crocefissione, che viene eseguita subito venerdì.

Una pena di morte molto umiliante e dolorosa, che doveva fungere da monito per tutti: se fate i ribelli questa sarà la vostra fine. Il resto, come si suol dire, è storia.



giovedì 20 maggio 2021

Che fine ha fatto Elena di Troia dopo la caduta della città?

 


Dopo la morte di Paride viene data in sposa a Deifobo, uno dei tanti fratelli del troiano. Durante l'assedio di Troia i greci irrompono nel palazzo e la trovano in una camera con quest'ultimo (peraltro ubriaco), che viene ucciso da Menelao, il quale ha anche l'istinto di infierire contro di lei, ma viene dissuaso dalla dea Afrodite che lo esorta a tornare in patria con la moglie ritrovata.

Le versioni sulla sua fine sono controverse.

Nell'Odissea Elena si riconcilia col marito e regnano fino alla fine dei loro giorni su Sparta.

Un'altra versione afferma che dopo la morte di Menelao sia stata portata a Rodi dove Polisso l'avrebbe fatta impiccare per essere stata la causa della morte di tanti eroi sotto le mura di Troia.

Secondo altri miti invece Elena dopo la morte sarebbe stata divinizzata e portata nei Campi Elisi (luogo in cui dimoravano le anime degli eroi particolarmente amati dagli dei)


mercoledì 19 maggio 2021

Quale disciplina aveva l'esercito romano?




L'esercito romano è noto fino ad oggi come esempio di grande disciplina e lavoro di squadra. Per prima cosa, diamo un'occhiata all'addestramento delle reclute romane.
Ciò che distinse i legionari romani era la capacità di muoversi in gruppo e combattere in varie condizioni meteorologiche. Avevano una disciplina di ferro, erano ben equipaggiati, resistenti e perfettamente addestrati. In cosa consisteva il loro allenamento?
Prima di tutto, una recluta romana doveva essere in grado di affrontare lunghe marce: ogni mese i soldati percorrevano 30 chilometri con indosso l'attrezzatura completa. Percorrevano metà della distanza a passo libero e l'altra metà dovevano farsela di corsa.
Poi dovevano imparare ad allestire un campo quindi facevano esercitazioni militari due volte al giorno (ai legionari addestrati bastava una sola volta). Imparavano a scagliare pietre, nuotare ed andare a cavallo. Dovevano essere in grado di saltare su e giù dal cavallo in piena marcia, e da entrambi i lati della monta, il che era una vera impresa, dato che a quel tempo le staffe erano ancora sconosciute. Gli esercizi più importanti, tuttavia, erano quelli che coinvolgevano le armi.
Una pila di sacchi veniva fissata nel terreno, la cui altezza corrispondeva all'altezza di un uomo. Un soldato armato con uno scudo di vimini e una spada di legno, smussata (rudis; dello stesso peso della spada reale, e talvolta anche più pesante) attaccava la pila di sacchi cercando di migliorare la sua precisione. Doveva anche essere in grado di scagliare un pilum (giavellotto) molto pesante. Venivano quindi organizzate finte battaglie e, per evitare che i soldati si ferissero sul serio, venivano poste delle coperture sulla lama della spada e della lancia.


Vale anche la pena ricordare che cosa significava "avere disciplina" nella pratica romana. Di seguito è riportato la testimonianzia di Titus Livius.
Titus Livius afferma che durante la guerra con i Latini, i Volsci e la Campania nel 340 a.C., Tito Manlio Torquato, figlio del console Aulo Manlio Torquato, disobbedì agli ordini del padre. A quel tempo, Roma stava combattendo contro alcune tribù che usavano le loro stesse armi, avevano gli stessi costumi, linguaggio e tattiche.
Al fine di prevenire equivoci e avere un vantaggio sull'avversario, Aulus Manlius Torquatus e il suo console, Decio, capirono che una rigida disciplina doveva diventare un elemento indispensabile della tattica romana. Introdussero quindi un editto che proibiva ai soldati di agire da soli, e prevedeva l'obbligo di seguire tutti gli ordini.
Durante uno dei pattugliamenti, il figlio del console, Tito Manlio Torquato, si presentò con diversi amici davanti ad una piccola squadra di nemici. Il comandante dell'unità nemica era chiamato Geminus Maecius, che, ritrovandosi davanti il figlio dello stesso comandante romano, lo sfidò a duello. Tito, ignorando l'editto del padre, accettò la sfida e sconfisse l'avversario. Quindi, una volta tornato al campo, informò suo padre del duello. Sentendo ciò, il console ordinò di chiamare tutti i soldati. Disse a tutti che, anche se amava suo figlio, non poteva lasciare che gli ordini vincolanti fossero infranti, perciò lo condannò a morte. Tito morì, preso a bastonate di fronte ai soldati. E da qui che proviene il motto: "la disciplina di Manlius".


martedì 18 maggio 2021

Dei Greci Vs Dei nordici

God of War: dalla scelta della mitologia norrena al modo in cui le ...



Gli dei greci avrebbero vinto facilmente, per cinque motivi principali:
# 1. Gli dei greci sono immortali; gli dei nordici non lo sono.
Il motivo più ovvio per cui gli dei greci avrebbero vinto è perché, con la sola e unica eccezione di Pan, si credeva che gli dei greci fossero completamente e assolutamente immortali. Erano ἀθάνατοι (āthánatoi), che letteralmente significa "senza morte". Semplicemente non potevano morire. In effetti, per gli antichi greci, questa era forse la principale distinzione che distingueva gli dei dai mortali. Ancora una volta, gli dei non potevano morire in alcun modo.
Gli dei del nord, invece, erano ritenuti mortali. In realtà, non potevano solo essere uccisi; si credeva che fossero destinati a morire nella battaglia finale durante Ragnarök. Ovviamente, un esercito di dei che può essere ucciso non può mai sconfiggere un esercito di dei che non può essere ucciso.
Anche se gli dei norreni in qualche modo, per qualche strano miracolo, riuscissero a sconfiggere gli dei greci e prenderli prigionieri, gli dei greci potrebbero semplicemente aspettare la morte degli dei norreni che avverrà con Ragnarök e quindi ottenere la vittoria.
In altre parole, una vittoria greca finale sarebbe inevitabile.
Ora, alcuni potrebbero affermare che il dio norvegese Baldr è di fatto immortale, almeno mentre combatte in battaglia, perché l'unica cosa nell'intero universo che può ucciderlo è il ramo di uno specifico cespuglio di vischio e gli dei greci non lo sanno. Costoro si dimenticano, tuttavia, che, secondo il Gylfaginning, Baldr alla fine muore quando Loki inganna la madre di Baldr, Frigg, che gli rivela la segreta debolezza di Baldr. Loki crea una freccia dal legno di questa pianta di vischio e quindi inganna il fratello di Baldr, Höðr, che colpisce Baldr con la freccia, uccidendolo.
Sto per dire che Atena, Prometeo ed Ermes sono tutti almeno intelligenti quanto Loki e, se Loki riesce a capire la debolezza di Baldr, sono propenso a pensare che anche gli dei greci più astuti possono fare la stessa cosa. Inoltre, come spiegherò più avanti, sono fiducioso al 99% che in questa situazione Loki abbandonerebbe totalmente gli dei norreni e si unirebbe ai Greci.

Illustrazione del 1902 di Elmer Boyd Smith che mostra le armi degli dei nordici che rimbalzano su Baldr senza fargli del male

# 2. Gli dei greci hanno già sconfitto nemici molto simili a quelli che sono destinati a uccidere gli dei norreni, più volte.
Nella mitologia nordica, gli dei nordici sono destinati a essere massacrati da un esercito di jötnar (giganti nemici degli dei) e da altre mostruose creature guidate da Loki. Thor in particolare è destinato a essere ucciso mentre combatte Jörmungandr, il serpente di Midgard, un serpente gigante che circonda l'intera terra. Gli dei greci, tuttavia, hanno già affrontato nemici simili e li hanno sconfitti pesantemente. Gli dei greci salirono al potere rovesciando i Titani, una razza di divinità giganti che li precedeva che non erano molto diversi dagli jötnar nordici.

Tondo da una kylix attica a figure rosse di Atena che uccide il Gigante Encelado, risalente a ca. 550 - c. 500 a.C.

Gli dei greci hanno anche sconfitto molti mostruosi serpenti simili a Jörmungandr.
  • Zeus, con l'aiuto di diverse altre divinità, sconfisse Tifone e, secondo molti resoconti, lo seppellì sotto l'Etna in Sicilia.
  • Apollo sconfisse il serpente gigante Pitone.
  • Il figlio di Zeus, Ercole, che divenne un dio dopo la sua morte per apoteosi, uccise l'Idra di Lerna come sua seconda fatica.
  • Atena uccise un serpente gigante durante la Gigantomachia e lo pose nel cielo formando la costellazione del Dragone.
Certo, nessuno dei serpenti giganti sconfitti dagli dei greci si dice che fosse così grande da poter circondare l'intera terra, ma un serpente gigante è ancora un serpente gigante e non è la dimensione del serpente di Midgard che alla fine ucciderà Thor , ma piuttosto il suo respiro velenoso. L'Idra e il Tifone almeno sono esplicitamente descritti come dotati di respiro velenoso, ma Zeus era ancora in grado di sconfiggere Tifone e Ercole era ancora in grado di sconfiggere l'Idra senza che nessuno dei due morisse.

vaso greco a figure rosse raffigurante Ercole che uccide l'Idra di Lerna, risalente a ca. 375 - c. 340 a.C.

# 3. Zeus è probabilmente abbastanza forte da scofiggere gli dei norreni da solo.
Si potrebbe pensare che Thor, che è il più forte degli dei norreni in termini di forza fisica, è ovviamente più forte di Zeus perché può sollevare Jörmungandr, il Serpente di Midgard, da terra. Chi pensasse questo non sa che Zeus è così potente che può letteralmente legare un cavo dorato intorno alla terra e non solo sollevarlo completamente da terra, ma farlo oscillare sopra la sua testa.
Nel frattempo, secondo il Gylfaginning, Thor riuscì a malapena a sollevare un pò il Serpente di Midgard da terra e non riuscì nemmeno a sollevarlo completamente da terra. Inoltre, oso dire che il Serpente di Midgard difficilmente pesa più di una piccola frazione del peso dell'intera terra stessa. Posso immaginare Zeus che sta prendendo Thor e lo scaglia nelle profondità di Tartaro senza tante cerimonie.
E, badate bene, Zeus non è tutta forza bruta; è anche eccezionalmente astuto. Secondo la Teogonia di Esiodo, ingoiò la dea Metis, la divina personificazione dell'astuzia, e prese i suoi poteri per sé. In effetti, attraverso la mitologia greca, mostra un'astuzia eccezionale. In tutta la mitologia norrena, tuttavia, la strategia principale di Thor per tutto sembra essere "Lo distruggerò con il mio martello!"

manoscritto islandese del XVII secolo che mostra Thor e Loki che pescano il serpente di Midgard

# 4. Quasi tutti gli dei greci sono molto più furbi di tutti gli dei nordici, tranne Loki, e sappiamo tutti che Loki avrebbe fatto il disertore passando dalla parte degli dei greci prima ancora che iniziasse la lotta.
Voglio dire, andiamo. Sappiamo tutti che sarebbe successo. A detta di tutti, Loki odia assolutamente gli altri dei norreni. Non si adatta nemmeno a loro. Loki è un dio imbroglione che adora vincere usando intelligenza e astuzia, ma gli altri dei nordici sono, beh, per lo più un gruppo di sciocchi. Loki si adatterebbe molto meglio agli dei greci, dal momento che pensano di più nel suo stile.
Prometeo, Ermes e Atena sono probabilmente gli esempi più classici di divinità imbroglione nella mitologia greca, ma praticamente tutti i principali dei dell'Olimpo hanno almeno alcuni attributi da imbroglione.
Con Loki dalla loro parte, gli dei greci avrebbero praticamente tutte le principali divinità imbroglione nella mitologia europea: Loki, Prometeo, Ermes e Atena, oltre a tutti gli altri dei greci, che, come ho già detto, sono molti più intelligenti degli dei norreni. A parte Loki, Odino è probabilmente il più intelligente degli dei norreni, ma credo che nulla potrebbe contro l'arguzia combinata di tutti gli dei greci più Loki.
Certo, Odino poteva vedere il futuro, ma anche Apollo, che era il dio greco associato agli oracoli e alla profezia. Apollo poteva anche conferire la capacità di vedere il futuro agli altri. Secondo alcune fonti, anche Zeus poteva vedere il futuro. Allo stesso modo, le divinità primordiali Urano e Gaia potevano apparentemente vedere il futuro, perché, secondo la Teogonia di Esiodo, avvertirono Zeus che, se la sua prima moglie Metis avesse concepito un altro figlio dopo Atena, sarebbe stato un figlio molto più saggio e più potente anche di suo padre.
Cosa succederebbe se Loki provasse a tradire gli dei greci? Bene, sarebbe morto abbastanza rapidamente in quanto - come ho notato sopra - è mortale e loro no.

Illustrazione di Loki da un manoscritto islandese del XVI secolo

# 5. I Greci hanno letteralmente la Vittoria dalla loro parte.
Mi dispiace, questo è un po 'un imbroglio, ma c'è un motivo per cui Zeus vince sempre: perché la Vittoria è sempre dalla sua parte. La dea Nike è la divina personificazione della Vittoria stessa nella mitologia greca. Il dio norreno non aveva nemmeno una dea della vittoria, quindi, con la Vittoria in lotta per i Greci, sembra chiaro che alla fine i Greci sarebbero usciti inevitabilmente vittoriosi.

Nike alata di Samotracia, una scultura ellenistica greca di Nike, la divina personificazione della vittoria.


lunedì 17 maggio 2021

Cosa fece Cesare prima di essere assassinato


Le ultime ventiquattro ore della vita di Cesare furono piuttosto drammatiche.
Nei mesi e nelle settimane precedenti il fatidico giorno, Cesare si era comportato in modo sempre più arrogante e autocratico. Prima fu dichiarato dittatore a vita. Quando il console e una delegazione di senatori andarono a informare Cesare di questo onore, rimase seduto mentre li riceveva, agendo come se fosse troppo bello per candidarsi a un alto funzionario di Roma. Un altro incidente, questa volta che coinvolse una corona che pubblicamente e con veemenza respinse, rese i senatori a disagio. Se Cesare avesse deciso di farsi un re, chi l'avrebbe fermato?

Marc'Antonio offre a Cesare una corona di fronte a una folla romana riunita

Avrebbero deciso un piccolo gruppo di cospiratori. Formarono un complotto per ucciderlo durante l'incontro del Senato del 15 marzo, noto anche come le Idi di marzo. Cesare stava pianificando una campagna militare contro l'Impero dei Parti, e avrebbe dovuto partire dalla città il 18 marzo. Questo incontro del Senato fu l'ultimo incontro prima che fosse fuori dalla loro portata e conquistasse più gloria. Dovevano prenderlo.
I cospiratori reclutarono dozzine di altri senatori nelle settimane successive. Alla fine, la cospirazione è cresciuta fino ad almeno sessanta membri.
Sessanta sono, in effetti, troppi per mantenere un segreto.
Il giorno prima delle Idi, Cesare ricevette avvertimenti del tipo che aveva sentito vagamente nelle settimane precedenti. Tutti ruotavano attorno al potenziale pericolo di partecipare alla riunione del Senato. Le parole, sebbene vaghe, erano andate in giro. Cesare non prestò troppa attenzione a queste accuse; probabilmente ne aveva sentito parlare abbastanza durante la sua carriera.
Di notte, ha cenato con gli amici. Il suo luogotenente Lepido invitò Cesare e un Decimo Bruto a casa sua, dove banchettarono, si ubriacarono e parlarono di tutto, dalla logistica della prossima campagna partica di Cesare al pensiero filosofico astratto.
Pausa. Decimo Bruto, insieme a suo fratello Marco Bruto e Cassio Longino, fu uno dei tre cospiratori originali che complottarono per uccidere Cesare.

Denario raffigurante Decimus Brutus

Eccolo, ubriacarsi con l'uomo che sapeva benissimo che avrebbe attraversato con un coltello la mattina dopo,
Ad un certo punto, la conversazione si spostò sull'argomento della morte. La domanda è stata posta.
"Qual è il modo migliore di morire?"
Cesare, dopo aver pensato per un po ', rispose con una linea agghiacciante.
"Improvvisamente e inaspettatamente."

I senatori cerchiano Cesare, Carl Theodor von Piloty

La stanza era silenziosa.
Il momento è passato. Cesare e Decimo tornarono a casa, forse dopo mezzanotte. Gli Idi erano arrivati. Ma non erano ancora andati.
Cesare fu svegliato nel mezzo della notte urlando. Era sua moglie Calpurnia. Pur essendo un agnostico, ha raccontato freneticamente a Cesare di un lurido sogno che aveva appena visto. In esso, Cesare era morto e lei stava tenendo il suo cadavere.
I due parlarono per ore fino al sorgere del sole, camminando avanti e indietro, Calpurnia ancora perseguitata da quelle immagini. Ha esortato Cesare a cancellare la riunione del Senato. Qual era il punto, comunque? Non è necessario il rischio. E sicuramente avevano sentito gli avvertimenti.
E così fece. Ha annullato l'incontro. Sarebbe rimasto a casa quel giorno. Oltre ai rischi, Cesare non si sentiva bene, forse per i postumi di una sbornia. Quindi mandò notizie al Senato e si rilassò.
Poco dopo bussarono alla porta. Un bussare frenetico. Cesare si alzò lentamente dal letto per aprire la porta.
Era Decimo. Probabilmente aveva i postumi della sbornia, ma sembrava attento come non lo era mai stato. Implorò Cesare di procedere con l'incontro e di fare un'apparizione personale. Per attirare Cesare, si è mentito in faccia a proposito di una proposta di legge che il Senato stava prendendo in considerazione. Consentirebbe a Cesare di essere indicato come Rex, o Re, al di fuori dell'Italia, incluso il Re che conquistò Partia. Forse, Decimo disse, se Cesare fosse stato lì di persona, avrebbe potuto fare un'impressione e far passare il conto.
Forse Cesare non ha potuto resistere alle sue ambizioni qui, ma ha deciso di partecipare alla riunione.
E il resto è storia. Cesare fu pugnalato 23 volte sul pavimento del Teatro di Pompeo.

La morte di Cesare (1867), Jean-Leon Gerome

Si può solo immaginare come si è sentito Cesare una volta che ha visto i volti dei suoi assassini. Nonostante tutta la sua clemenza e generosità, è stato tradito nel suo momento più vulnerabile, portato alla sua morte da bugie e inganno e diverse ferite da taglio dei suoi amici più cari.
E si può solo immaginare come fosse Decimo. Vedere un amico intimo impazzito dall'ambizione, mentire in faccia mentre finge di essere un fedele confidente e sentirsi costretto a ucciderlo per il bene più grande.


domenica 16 maggio 2021

Dopo la battaglia di Teutoburgo i romani non si addentrarono mai più nel cuore della Germania?


Molti erroneamente ritengono che la sconfitta subita dai romani nella foresta di Teutoburgo nel 9 d.C. sia stata un evento così catastrofico da impedire a Roma anche solo di addentrarsi in territorio germanico per i secoli successivi, limitandosi a sorvegliare per centinaia di anni il limes lungo il fiume Reno. Non è assolutamente così, come dimostra questa anonima collina (foto sotto) a 100 km da Hannover, la quale nel 2008 ha portato alla luce indizi importanti sulla presenza romana in Germania nei secoli successivi alla battaglia di Teutoburgo.
Ma andiamo con ordine.


Ecco due premesse da tenere a mente per comprendere il quadro successivo alla battaglia di Teutoburgo.
  1. Innanzitutto va tenuto in considerazione una cosa molto importante, che forse ha contribuito a creare il malinteso per il quale i romani tremavano alla sola idea di oltrepassare il Reno. Come effettivamente ci insegna la storia, nei secoli susseguenti alla disfatta di Teutoburgo, Roma non tentò mai di assoggettare l’intera Germania con campagne di conquista eclatanti, ma questo era dovuto in larga parte al fatto che essi non avevano interesse a conquistare la Germania. Un assoggettamento completo del territorio sarebbe costato molto in termini di uomini ma soprattutto di mezzi. In parole povere, rispetto al costo dell’impresa i benefici sarebbero stati ben pochi, per una terra relativamente povera come quella di cui stiamo parlando.
  2. La cosa che realmente interessava a Roma era in realtà unicamente tenere a bada i popoli germanici oltre confine, per evitare che questi potessero creare coalizioni potenti in grado di minacciare la stabilità delle regioni di confine ed eventuali rivolte delle popolazioni galliche già assoggettate. La cosa non avrebbe richiesto grandi campagne di conquista, ma solo decise spedizioni militari.
Sulla base di queste premesse la risposta non può che essere una: i romani non ebbero alcun timore di sconfinare in Germania dopo la sconfitta subita nel 9 d.C. Ne avevano sia la forza che le possibilità, nonostante la perdita di tre legioni. Anzi, la vendetta dei romani non si fece attendere.
Già nel 14 d.C. il nipote di Tiberio, il valente condottiero romano Germanico compì una trionfale spedizione militare in Germania, finendo con lo sbaragliare le forze germaniche nella battaglia di Idistaviso e del Vallo Angrivariano del 16 d.C., sancendo anche l’inizio della fine per il condottiero nemico Arminio, fautore dello smacco di Teutoburgo. Germanico era infatti un grandissimo condottiero che fece tesoro degli errori dei suoi predecessori. Faceva un uso sapiente dell’esercito, mantenendolo sempre in assetto da guerra e dividendolo in colonne parallele durante la marcia, in modo tale da evitare fatali imboscate in grado di annientare l’intera armata.
Ci sono altri esempi successivi cronologicamente di spedizioni romane in Germania, come quella di Gneo Domizio Corbulone, il quale si spinse fino alla Danimarca.
Ma torniamo alla misteriosa collina della prima foto. Perché è così importante? Ebbene essa è in grado di dirci molto sulle spedizioni militari romane nel cuore della Germania, con prove in grado di demolire quel costrutto storico per il quale dopo la battaglia di Teutoburgo i romani ebbero notevoli difficoltà ad attraversare il limes.
Infatti è proprio grazie alle ricerche svolte su quella misteriosa collina che nel 2008 si è scoperta la battaglia dimenticata di Harzhorn, combattuta dai romani contro le popolazioni germaniche nel cuore del loro territorio. I reperti ritrovati, soprattutto monete, ci consentono di comprendere che lo scontro sia avvenuto tra gli anni ‘20 e ‘30 del III secolo. Purtroppo della battaglia in sè non sappiamo molto.


Come mostrato dalla mappa, pare che l’esercito romano abbia compiuto una spedizione nel territorio dei Suebi, addentrandosi nel cuore dei loro territori, per poi convergere in direzione del limes romano. Presso Harzhorn molto probabilmente fu tesa loro un’imboscata da parte dei Germani, essendo il territorio molto collinoso. Dai reperti ritrovati si può comprendere l’epilogo dello scontro, favorevole ai romani. Infatti si è capito che i Romani ebbero il tempo di creare una manovra a tenaglia conducendo un attacco su entrambi i fianchi della collina occupata dai nemici, grazie anche all’uso dell’artiglieria, le cui tracce sono state rinvenute.
Questa battaglia, a lungo rimasta sepolta sotto quella collina tedesca, è in grado di farci intendere che i romani furono in grado di portare i propri eserciti in territorio nemico ben più in profondità e per più tempo di quanto si pensasse.



sabato 15 maggio 2021

Quanto erano realmente duri gli Spartani


Anche prima di 300, l'epica della durezza spartana è sempre stata conosciuta al mondo occidentale. Ecco alcune citazioni e episodi che rendono bene il concetto:
Gli Spartani non chiedono quanti sono, ma dove sono. (Agide II)

Filippo II di Macedonia, dopo aver invaso la Grecia e ricevuto la sottomissione di altre città-stato chiave, rivolse la sua attenzione a Sparta e chiese minacciosamente se dovesse venire come amico o nemico. La risposta fu
Nessuno dei due
E già questa risposta potrebbe essere sufficientemente laconica. Ma il meglio doveva ancora arrivare.
Perdendo la pazienza, Filippo inviò il messaggio:
Vi consiglio di sottomettervi senza ulteriori indugi, perché se porto il mio esercito nella vostra terra, distruggerò le vostre fattorie, ucciderò il vostro popolo e distruggerò la vostra città.
Gli efori spartani risposero con una sola parola:
Se.
Successivamente, né Filippo né suo figlio Alessandro Magno tentarono mai di prendere la città.
Una donna spartana, vedendo che il figlio veniva giudicato per alcune offese, gli disse
Bambino mio, o ti liberi delle accuse o ti liberi della vita. (Plutarco, “Moralia”)



venerdì 14 maggio 2021

Perché ad un certo punto della loro Storia, le legioni romane incominciarono ad utilizzare gli scudi rotondi


Diocleziano, e successivamente Costantino, incrementarono il numero dei legionari romani.
Le legioni contavano a quei tempi 645.000 soldati.
Per riempire i ranghi, i Romani cominciarono ad affidarsi sempre di più a uomini delle tribù germaniche, visto anche il loro basso costo.
La concessione principale che dovettero accettare fu il passaggio alla tattica di fanteria basata sul "muro di scudi",


che i germanici conoscevano bene.
Il pilum


fu sostituito dalla (più piccola) plumbata.


Nel periodo tardo imperiale, la tecnica del muro di scudi unita all'uso di lance si dimostrò superiore nel respingere i cavalieri .


Proprio come il gladio e lo scutum costituirono la combinazione vincente alla fine della Repubblica e all'inizio dell'Impero, lo scudo rotondo e la lancia ricoprirono questo ruolo nel Tardo Impero, permettendo di creare linee di fanteria ben difese a basso costo in quanto ad armature e tempi di addestramento.


giovedì 13 maggio 2021

Perché il Colosseo a Roma crollò per metà?

 


Purtroppo il colosseo fu costruito per metà sul terreno solido e metà su un terreno riempito con pietre e terra e facendo sparire un piccolo lago. Quindi una parte del terreno è instabile. Ed è il motivo per cui subì danni nel corso dei secoli. In origine fu costruito quasi interamente in marmo, ma dopo i ripetuti crolli le parti furono ricostruite in mattone, molto più economico. Poi, dopo la caduta dell'impero romano, il colosseo, così come molti altri monumenti e strade, furono anche saccheggiati per prendere il materiale per costruzione, e quel che vediamo oggi è ciò che rimane.

mercoledì 12 maggio 2021

Gli antichi romani come nutrivano i leoni e le tigri nell'attesa che lottassero dentro il Colosseo?

È molto probabile che i leoni e le tigri, così come altri animali selvatici che sono stati usati nei combattimenti con i gladiatori (come orsi, iene, aquile, leopardi, elefanti, rinoceronti), non fossero stati nutriti affatto!



Durante quelle esibizioni con i gladiatori, al tempo dell'antica Roma, gli animali erano spesso affamati e morivano di fame. In effetti, i romani li avrebbero tenuti chiusi nel buio, senza mai dar loro da mangiare nulla, tutto per prepararli all'uccisione durante i giochi sotto il sole cocente, con il solo raccapricciante scopo di intrattenere la folla.



Di conseguenza, una volta entrati nell'arena, quegli animali erano impazientemente affamati, desiderosi di ogni uccisione che potesse soddisfare la loro fame. E gli sfortunati gladiatori venivano portati davanti a loro - la maggior parte dei quali, armati o completamente nudi, erano schiavi, criminali, prigionieri di guerra e soprattutto primi cristiani - senza dubbio avrebbero offerto loro un pasto gratuito, qualunque fosse il costo. Ancor peggio: in rare occasioni, alle bestie è stato permesso di smembrare e mangiare un essere umano vivo che era stato crocifisso o legato a un palo.



Lo storico romano Svetonio scrisse che quando il prezzo della carne era troppo alto, l'imperatore Caligola avrebbe semplicemente ordinato che i prigionieri, senza distinzioni di sorta riguardo ai loro crimini, fossero usati come cibo per gli animali da circo, tra cui leoni e tigri.



Così probabilmente , i romani non hanno mai nutrito leoni e tigri in cattività (nemmeno un minuscolo pezzo di carne!) Mentre i felini stavano aspettando il loro turno nel Colosseo, perché l'idea era di istigarli ad uccidere e divorare sfortunati prigionieri durante i giochi, in stipulazione con la pena capitale nota come Damnatio ad bestias



Tuttavia, secondo Wikipedia, ai comuni locali veniva ordinato di fornire cibo per gli animali in transito e di non ritardare il loro soggiorno per più di una settimana.