Ai romani mancava lo spirito di
scoperta, innovazione e curiosità. La loro mentalità può essere
riassunta come pragmatica e calcolativa. Erano innovativi, perfino
rivoluzionari nella loro statecraft
(arte di governare) e nella loro
legislazione. Però, quando si tratta di arte militare, tutto ciò
che hanno fatto è stato copiare la tecnologie e le tattiche dei loro
nemici per poi, al massimo, migliorarle.
La formazione in stile Oplita non
funziona? Adottiamo il sistema di manipolazione mobile!
I Galli hanno armi e armature migliori?
Copiamogliele, per le armature dei nostri legionari!
Il congegno navale detto
Corvus, poi, è piuttosto
interessante. È stato sviluppato durante la prima guerra punica. Fu
la prima guerra navale romana. Come ci si può aspettare, i romani
erano inesperti nel settore marittimo, a differenza dei Fenici che
erano fondamentalmente nati in mare. I romani stavano perdendo la
guerra contro la Sicilia, finché, per qualche miracolo, non
riuscirono a catturare una nave fenicia. Ciò che fecero fu
semplicemente imitare il progetto di quella nave, copiandolo tutto
per fila e per segno, aggiungendo solamente un ponte con delle
"zanne" nella parte inferiore. Questo prototipo si chiamava
Corvus. Ciò permise ai
romani di combattere battaglie navali come se fossero battaglie di
terra. Nonostante questo miglioramento i romani continuarono a essere
pessimi pescatori e molte volte fecero una brutta fine in mare perché
non sapevano leggere correttamente le condizioni del tempo, oppure i
loro manovratori e comandanti avevano scarsa esperienza. Se i
Cartaginesi alla fine persero la guerra non è a causa dei loro
insuccessi in mare, ma a causa dell'élite interna che li governava.
Il
Corvus, comunque, non fu un
fattore vincente. Siccome voglio fare l'avvocato del diavolo, direi
che la tattica greca di rendere le navi più veloci e speronarle
sarebbe stata un'opzione migliore da adottare per i Romani.
Insomma, ciò che voglio dire è che i
romani non erano grandi innovatori, ma erano certamente molto bravi
ad adattarsi. Gli antichi Greci erano esattamente il loro opposto,
poiché amavano sperimentare. L'innovazione Greca che amo di più (e
che funzionò) fu il "Solar of Death", una specie di
specchio capace di accumulare energia solare e convogliarla contro
una nave nemica per darle fuoco:
Tuttavia, se includiamo l'era Romana
Bizantina, allora possiamo dire che i Romani riuscirono a creare
un'arma originale come poche. La chiamavano Fuoco Liquido.
Per dirla tutta, I Tebani avevano già
ideato una forma di lanciafiamme primitivo, ma era ingombrante e non
venne usato molto.
Questo
Liquid Fire, invece, era
qualcosa di davvero unico. Era decisamente folgorante, bruciava anche
sott'acqua e se avessi provato a estinguere il suo fuoco con l'acqua,
non avresti fatto altro che peggiorare la situazione.
Quando gli Arabi s'imbatterono per la
prima volta contro quell'arma, furono così demoralizzati, che il
comandante non riuscì a convincerli a continuare l'attacco dopo lo
sbarco sulla costa. Credevano veramente in quello che dicevano i
romani: cioè che la loro arma fosse un dono di Dio e che servisse a
punire tutti i non credenti che osavano attaccare la Città di Dio.
Sfortunatamente per noi, i romani furono molto vigili nel mantenere
quest'arma un segreto. Talmente vigili da arrivare probabilmente a
perdere da soli la formula.
Alla fine altre società provarono a
replicare il
Fuoco Liquido
(NdT: oggi molti lo chiamano Fuoco
Greco); una replica, ad esempio, venne usata nel Grande Assedio
di Malta sotto forma di bombe da lanciare come fossero Molotov,
ma non era così potente come si
pensa dovesse essere il Fuoco Liquido dei Bizantini.
Ancora oggi, non sappiamo come sia
stato realizzato. Detto questo, sappiamo produrre Napalm che ha
effetti probabilmente simili.
Certo, non è sicuramente niente di cui
essere orgogliosi.
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