lunedì 22 marzo 2021

Quanti gladiatori furono uccisi nell'antica Roma


Non abbiamo modo di sapere con precisione quanti gladiatori furono uccisi nelle arene, ma probabilmente il numero è molto inferiore a quello che le persone immaginano. Per gran parte della storia romana e in quasi ogni circostanza, era illegale per un gladiatore uccidere il suo avversario ed i romani erano disposti a fare di tutto perché ciò non accadesse.
Contrariamente a quanto si pensa, i gladiatori dovevano rispettare delle regole di combattimento e per far sì che lo facessero esistevano quelli che oggi chiameremmo arbitri. Ad esempio, ai gladiatori non era permesso colpire l'avversario quando questo si trovava a terra; se l'avessero fatto ne avrebbero poi pagato le conseguenze. Di solito i combattimenti terminavano perché uno dei due si arrendeva oppure era ferito, o semplicemente perché i due erano troppo stanchi per continuare a combattere.

Sopra: mosaico romano della villa romana di Nennig datato III sec. d.C. che raffigura il combattimento tra un reziario ed un secutor.

La ragione per tutto ciò era semplice: i gladiatori erano molto costosi da comprare, addestrare e mantenere. Solo gli schiavi dal fisico più prestante erano considerati idonei a diventare gladiatori e dovevano allenarsi tutti i giorni, ricevendo attenzioni costanti. I loro proprietari dovevano ovviamente ottenere un profitto dal loro investimento. Poniamo il caso che una persona possedesse diversi gladiatori: se la metà di loro fossero stati uccisi dopo il primo combattimento, per il proprietario sarebbe stata un'enorme perdita finanziaria. Per questo motivo ci si prendeva cura dei gladiatori, si nutrivano bene e si davano loro adeguate cure mediche. Potevano guadagnare abbastanza soldi da comprarsi addirittura la libertà ed alcuni di loro che lo fecero, decisero di continuare comunque a combattere solo per la fama e per la gloria.
Sotto diversi aspetti i gladiatori erano come gli atleti famosi dei giorni nostri, più che delle macchine della morte come spesso vengono rappresentati nei film hollywoodiani. I loro ritratti potevano essere trovati nei luoghi pubblici ed i bambini romani avevano dei bambolotti che li rappresentavano. I gladiatori sponsorizzavano addirittura dei prodotti! I loro sudore si vendeva come afrodisiaco. Dei veri sex symbols. La vita da gladiatore era così affascinante che l'imperatore Commodo decise di combattere come uno di loro nell'arena (i suoi avversari comunque lo lasciavano sempre vincere).

Sopra: dettaglio di un mosaico romano della città di Zliten in Libia del II sec. d.C.

Ovviamente poteva succedere che alcuni gladiatori morissero durante i combattimenti, ma ciò non era assolutamente comune come siamo soliti immaginare. Gli storici stimano che probabilmente solo il 10% dei combattimenti terminavano con la morte di uno dei gladiatori. Quando questo accadeva, era spesso o frutto di un incidente, oppure uno dei due non aveva rispettato le regole che vietavano le uccisioni. Anche se gli imperatori, vista la loro importanza, potevano certamente ordinare che i due combattessero a morte, questo accadeva molto di rado e non era certamente un gesto ben visto.
Quando ci si trovava davanti ad una morte, quello che in realtà moriva il più delle volte non era un vero gladiatore. I romani spesso condannavano i criminali a morire nell'arena per puro intrattenimento popolare. Erano persone che sarebbero state uccise comunque e la cui vita non era considerata importante. Spesso i criminali erano obbligati a combattere tra loro. Altre volte venivano condannati ad essere divorati dai leoni o altri animali feroci.
La famosa frase "Ave Imperator, morituri te salutant" (Ave imperatore, quelli che stanno per morire ti salutano), non veniva pronunciata dai gladiatori ma, secondo Svetonio, dai criminali ed i prigionieri di guerra condannati a morire nell'arena. Tuttavia Svetonio menziona la frase solamente una volta, siamo quindi inclini a pensare che non fosse un saluto consuetudinario.

Sopra: Pollice Verso, dipinto nel 1872 da Jean-Léon Gérôme. La raffigurazione dei combattimenti tra gladiatori come eventi sanguinosi e mortali non è storicamente accurata.



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