Più che della vita… della morte.
Gli antichi romani spesso hanno
dimostrato di avere una mentalità molto “moderna” su alcuni
aspetti della vita
prendendo spesso eventi tristi,
come la morte, con leggerezza e facendo dell’ironia sulla stessa.
Non era una prerogativa esclusiva
dei romani ma di essi ci sono pervenute testimonianze copiose grazie
agli epitaffi (cioè le iscrizioni funebri) riportate sulle tombe dei
defunti. Di sotto alcune delle migliori, intanto vi ricordo di stare
allegri e di godervi la vita, come invita a fare questo simpatico
scheletro che banchetta in un mosaico romano trovato in Turchia.
Prima di riportarvi qualche chicca
funebre dell’antica Roma, ci tengo a precisare che i romani
ponevano prevalentemente le tombe ai lati delle strade extraurbane,
catturando l’attenzione di molti viandanti. Per questo
doveva essere importante per il
defunto (quando era ancora in vita) o per i suoi parenti scegliere
un’iscrizione degna di nota.
«Non piangete... io vi ho solo preceduti.»«Virtù rara. Si accontentò del solo marito.»
«Questo non mi era mai capitato.»
«Sono qui contro la mia volontà.»
«Ehi, tu che passi, vieni qui, riposa un momento. Scuoti il capo? Eppure anche tu dovrai venire qui.».
«Qui riposano in pace le mie ossa: è ciò che resta di un uomo. Non mi preoccupa il pensiero di sentirmi affamato, sono libero dalle malattie, né mii capiterà più di dover garantire un prestito. Usufruisco per sempre di un alloggio gratuito”.
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