mercoledì 31 marzo 2021

Quale era il peggior sacrilegio che avrebbe potuto fare un romano ai tempi dell'Antica Roma?

A mio avviso, il peggior sacrilegio sarebbe stato "violare" le Vestali, ovvero le sacerdotesse che dedicavano la propria esistenza al tempio di più alto significato per l'Urbe e i suoi abitanti, dedicato alla dea del “focolare pubblico del Popolo Romano”: il Tempio di Vesta.

Attribuito dalla tradizione a re Numa Pompilio (754–673 a.C.), in esso le Vestali custodivano il fuoco sacro perenne, espressione e simbolo della continuità della vita di Roma. Nella parte più interna del tempio erano inoltre conservati oggetti sacri che, secondo la leggenda, Enea avrebbe portato da Troia, come pegno e garanzia dell’impero.



Il tempio di Vesta - che secondo alcuni aveva forma tonda, perché nato come una capanna -, sede del più antico focolare domestico, fu ricostruito l’ultima volta sul finire del II se­c. d.C. da Giulia Domna, moglie dell’Im­peratore Settimio Severo.

Accanto al tempio di Vesta, la Casa delle Vestali era la residenza e la sede ufficiale delle sacerdotesse, incaricate della sorveglianza del fuoco sacro che ardeva nel tempio e dei riti connessi al culto del focolare. Le Vestali erano normalmente sei, entravano nel sacerdozio tra i sei e i dieci anni e vi rimanevano per trent'anni, con obbligo di castità. Erano scelte dal Pontefice Massimo, che sorteggiava le “novizie” tra venti nomi di fanciulle proposte, inizialmente, dalle famiglie patrizie e, successivamente, anche da quelle plebee. Colei che infrangeva il voto di castità, non potendo esser versato il sangue di una Vestale, era sepolta viva in una stanza sotterranea posta nel campo detto "scellerato", prossimo alla porta Collina ed all'incrocio tra l’attuale via XX Settembre (l’antica Alta Semita) e via Piave. Il sangue del complice poteva, invece, essere versato: ed infatti, costui era frustato, fino a morte, nella piazza del Foro.
A causa della sua destinazione d’uso, il tempio andò più volte a fuoco; ogni volta fu ricostruito, ma probabilmente la posizione originaria non è quella attuale. La Casa delle Vestali (non a torto, considerata il prototipo dei conventi moderni) era articolata su due piani attorno ad un ampio cortile. Il cortile era tenuto a giardino e circondato da portici, sui quali s’affacciavano gli ambienti destinati al soggiorno e all'alloggio delle Vestali, ai servizi e al personale ad essi addetto. In tutto autosufficiente, disponeva di una cu­cina, di un mulino e un forno, ancora riconoscibili.



martedì 30 marzo 2021

Qual è stato il punto di svolta per l'Impero Romano


Il "punto di svolta", ma forse sarebbe meglio dire il "punto di rottura" dell'Impero Romano a mio giudizio fu tra IV e V secolo d.C.. A quell'epoca l'Impero aveva numerosi cancri a minarne le radici. Crisi demografica ed economica, autolesionismo ideologico, epidemie, moralità decadente ed immigrazione fuori controllo furono i cancri che riuscirono a rodere la struttura di un potere che da sei secoli reggeva l’intero bacino del Mediterraneo. Il punto di svolta (ma sì, chiamiamolo pure così) fu nel 378 d.C. con il disastro della battaglia di Adrianopoli (Tracia), una sconfitta in cui l’Imperatore Valente fu ucciso da quei Goti cui, pochi anni prima aveva dato asilo in territorio romano in quanto “rifugiati in fuga da una guerra”.


Da allora in poi, il destino di Roma fu scritto. Senza neppure troppo scervellarsi, si può dire vi siano similitudini tra quel tempo e l'attuale.


lunedì 29 marzo 2021

Alcune curiosità su Cleopatra


Questa è probabilmente una di quelle cose che cambierà la vostra percezione del tempo.


Ebbene sì, sembra bizzarro ma la nascita di Cleopatra è più vicina alla costruzione del primo Mcdonald's (1937) che a quella delle piramidi di Giza (2560 a.C.). La regina d'Egitto è nata infatti intorno al 69 a.C. La separano 2.491 anni dalla Piramide di Cheope e 2.006 da quella del primo Mcdonald's. Cleopatra infatti fu l'ultima regina dell'Egitto Tolemaico, un regno che non appartiene all'epoca dell'antico Egitto come molti pensano, bensì a quello Greco Romano decisamente più vicino a noi.





domenica 28 marzo 2021

Alessandro Magno partecipava al combattimento nelle battaglie

Le tattiche vincenti dell'antichità in 5 battaglie | best5.it


Se vogliamo credere a tutto ciò che riportano le fonti primarie, Alessandro ha sempre guidato i suoi uomini stando nelle prime file dell'esercito, vero esempio di ideale greco della leadership eroica.
E questo non era affatto sorprendente, visto quanto egli idolatrava il suo presunto antenato Achille (pare che Alessandro dormisse addirittura con una copia dell'Iliade sotto il cuscino!).
Dal poco che si conosce, sembra che egli fosse un combattente micidiale e un tipo davvero tosto e che abbia ucciso diversi comandanti nemici in "singolar tenzoni"!
Inoltre è stato ferito più spesso di Rambo!
Il suo corpo deve aver avuto una quantità non esigua di cicatrici da battaglia, e combinando questo con l'abitudine di sbronzarsi come se non ci fosse un domani, non desta stupore che sia morto così giovane.
La sua abitudine in qualità di comandante, capo e re di entrare nella breccia aperta in una città fortificata per primo era totalmente senza precedenti nella Storia.
L'unico altro personaggio di pari status così sconsiderato che conosco era Riccardo Cuor di Leone.
Indossava le stesse armi dei suoi uomini, una lancia (xyston), una spada (xiphos o kopis) e un pugnale quando stava a cavallo; una spada, uno scudo e un pugnale quando stava a piedi.
Il suo scudo fu tolto dalla tomba di Achille a Troia.
Ovviamente indossava elmo e pettorali e probabilmente anche gambiere.

Sopra: una corazza di ferro dalla tomba reale macedone a Vergina. Alessandro avrebbe potuto indossare qualcosa esattamente come questo.

Leggere le fonti primarie delle sue imprese a volte è come guardare un film d'azione!
Vediamo per esempio "L'anabasi di Alessandro" dello storico greco Arriano.
BATTAGLIA DEL GRANICO
Quindi Demarato, un uomo di Corinto, uno dei suoi compagni personali, gli diede la sua lancia; l'aveva appena presa quando vide Mitridate, il genero di Dario. Allora cavalcando molto davanti agli altri condusse con sé un corpo di cavalleria disposto a cuneo, lanciò la sua lancia e colpì Mitridate al volto e lo sbalzò a terra.
Ma a questo punto, Resace, fratello di Spitridate, si avvicinò ad Alessandro e lo colpì alla testa con la sua scimitarra, rompendogli un pezzo di elmo. Ma l'elmo rallentò la forza del colpo.
Alessandro allora sbalzò a terra pure lui, dopo averlo colpito al petto perforandogli la corazza con la sua lancia.
E ora Spitridate da dietro aveva già sollevato in alto la sua scimitarra contro il re, quando Clito, figlio di Dropida, anticipò il suo colpo, e lo colpì al braccio, recidendolo di netto.
Stiamo parlando della prima battaglia della campagna persiana, e già Alessandro ha ucciso DUE comandanti nemici dopo essere stato vicino all'essere ucciso egli stesso per ben DUE VOLTE!

ASSEDIO DI GAZA
E fu ferito da un dardo lanciato da una catapulta, alla spalla, dopo che il dardo aveva attraversato lo scudo e la corazza.

BATTAGLIA DI ISSO
Il giorno dopo, Alessandro, sebbene soffrisse per una ferita alla coscia provocata da una spada, visitò i feriti e dopo aver raccolto i corpi degli uccisi…

ASSEDIO DI ALCUNE MONTAGNE NEI PRESSI DEL FIUME TANAIS
Inizialmente furono respinti dai dardi dei barbari e molti di loro furono feriti, incluso lo stesso Alessandro, che fu colpito alla gamba da una freccia che gli spezzò il perone.

ASSEDIO DI CRIOPOLI
Quindi i barbari, sebbene percepissero che la loro città era già nelle mani del nemico, si rivoltarono contro Alessandro e i suoi uomini e tentarono un ultimo assalto disperato, nel quale Alessandro stesso ricevette un violento colpo alla testa e al collo con una pietra, e Cratere fu ferito con una freccia, così come molti altri ufficiali.

ASSEDIO DI UNA CITTÀ DEGLI ASPASIANI
Fu ferito da un dardo che penetrò attraverso la corazza nella spalla; ma la ferita era solo lieve, poiché il pettorale impediva al dardo di penetrare attraverso la spalla.

ASSEDIO DI MASSAGA
Circa 200 di loro furono uccisi e gli altri furono rinchiusi all'interno delle mura. Alessandro quindi condusse la sua falange fino alle mura, e venne subito leggermente ferito alla caviglia da una freccia.
Penso che Alessandro avrebbe dovuto riempire d'oro chi gli forniva l'armatura, il lavoro di quell'uomo gli ha salvato la vita innumerevoli volte!



sabato 27 marzo 2021

Qual era la cosa più disgustosa che facevano gli antichi Romani e che oggi nessuno si sognerebbe di fare?

 


Lavarsi i denti in epoca Romana era una pratica molto diffusa per migliorare l'igiene personale. Tuttavia, la gente moderna non utilizzerebbe, neanche per provare, le sostanze usate dai Romani. Ad esempio, credevano che i materiali duri rendessero i denti più resistenti; dunque a tal proposito, utilizzavano nella mistura per il lavaggio dei denti ossa spezzettate e gusci di ostrica.

Inoltre utilizzavano polvere di carbone e di corteccia per eliminare l'alito cattivo. Alcuni utilizzavano le ceneri ottenute bruciando i topi o le teste dei conigli. Inoltre sciacquavano la bocca con il sangue di tartaruga tre volte all'anno per prevenire il mal di denti.

Infine, utilizzavano anche l'urina per sbiancare i denti. Anche lo scrittore Romano Catullo ne menziona l'uso. L'urina contiene ammoniaca, che in effetti ha delle proprietà sbiancanti.

Nell'antica Roma, a causa dell'elevata domanda di procedure odontoiatriche, ed i guadagni ad esse associati, non erano solo i dottori a rimuovere i denti. Alcuni tecnici, che prima si occupavano solamente di protesi dentarie, iniziarono a tirare i denti alla gente in mezzo alle strade.

Non solo andare al gabinetto accanto ad altre persone (le latrine avevano molti "sedili" uno accanto all'altro), ma pulirsi senza carta igienica: si utilizzava un bastone con un pezzo di spugna all'estremità. E' vero che questa era immersa nell'acqua, ma dopo un rapido risciacquo passava all'"utente" successivo.




venerdì 26 marzo 2021

È vero che i romani essendo piu' bassi dei barbari potevano infilzarli piu' facilmente dal basso?

Purtroppo NO.

Lo dimostrò la battaglia di Arausio nel 100 ac. quando un esercito di oltre 200.000 Teutoni e Cimbri sconfissero 19 legioni romane, circa 60.000 legionari.

La colpa fu proprio aver sottovalutato la forza e l'altezza dei germani che utilizzando il numero e la forza, e spingendo una fune per restare uniti riuscirono a circondare e spingere le legioni l'una contro l'altra, impedendo loro di muoversi e quindi annientando piano piano i legionari.

Da quella sconfitta le legioni non combatteranno più in quel modo compatto ma saranno divise in manipoli più rapidi e meno accerchiabili a meno di essere costretti a combattere in luoghi chiusi, come purtroppo avvenne a Canne.

Caio Mario e Silla vendicheranno pesantemente quella sconfitta.



giovedì 25 marzo 2021

Mitridate VI Eupatore

Mitridate VI Eupatore, re del Ponto. Un grande re e un potente avversario di Roma. Da giovane principe, dopo l'assassinio di suo padre, il giovane Mitridate dovette nascondersi. Per molti anni da giovane, ha vissuto come un semplice pastore e cacciatore, connettendosi alla gente comune del suo impero e tramando la sua vendetta.



Raramente rimaneva in un posto da giovane, Mitridate ha viaggiato molto per evitare di essere scoperto da coloro che hanno ucciso suo padre e usurpato il suo trono ... questo gli ha permesso di imparare molte lingue e costumi, così che per il momento Mitridate è emerso ancora una volta, non solo aveva sviluppato un fisico possente grazie al duro lavoro che aveva fatto, ma aveva anche acquisito la conoscenza di molte lingue. Questa divenne un'abitudine per tutta la vita: più tardi nella sua vita era famoso per parlare le lingue native di ventidue diverse tribù e nazioni e poté conversare con ogni singolo soldato dei suoi vasti eserciti nella loro lingua madre!

Quando tornó dal deserto, ritenuto da molti morto, Mitridate era diventato alto e forte. Sulla sua testa indossava la pelle di un leone di Nimea, appartenente a un animale che aveva ucciso a mani nude. Ha rapidamente superato in astuzia e si è sbarazzato di sua madre e suo fratello, che avevano ucciso suo padre e lo avevano spinto in esilio. Presto divenne l'unico sovrano del Ponto, rivendicando il suo diritto di nascita.

Tuttavia, molti tentarono di avvelenare il giovane re - anche la morte di suo padre era avvenuta per avvelenamento. Così Mitridate decise, nel più assoluto segreto, di rendersi immune al veleno ... lo fece ingerendo lentamente un numero sempre più alto di vari veleni e facendosi mordere anche da piccoli serpenti, aumentando poi anche le dimensioni dei serpenti che lo mordevano. Quando raggiunse la sua immunità, inventò una pozione composta da qualsiasi veleno noto all'uomo, che poi consumava quotidianamente ...


Il re non disse a nessuno della sua immunità fino a quando una delle sue sorelle rimaste in vita e un fratello, ancora una volta, non tentarono di avvelenarlo ... i suoi informatori gli avevano già detto che sua sorella avrebbe tentato di dargli un bicchiere di vino avvelenato. Quando glielo ha presentato, si offrì di berlo, solo se lei stessa avesse bevuto prima un sorso! Nervosamente, lo fece ... il forte veleno, anche ingerito in piccola quantità, uccise presto la sorella del re mentre lui bevve sorridendo l'intera tazza. Dopo di che fece trascinare dalle sue guardie il suo fratello traditore verso di lui, e gli fece avere un'intera coppa.

Il re Mitridate VI continuò a governare per oltre cinquant'anni, morendo infine in una campagna contro l'Impero Romano all'età di 72 anni. Si dice che, quando perse la sua battaglia finale e cercò di uccidersi con il veleno, non fu in grado di farlo, a causa della sua immunità ... quindi dovette optare per una spada.


mercoledì 24 marzo 2021

Come si svolgeva una visita alle terme al tempo dei romani?

 


Le terme romane erano veri e propri monumenti, a volte risultavano talmente sfarzose da sembrare una piccola città all’interno di una città più grande, naturalmente questo tipo di terme erano frequentate dai patrizi, altre terme molto più ridotte e spartane erano invece a disposizione dei meno abbienti. Lo sviluppo tipico degli impianti termali era costituito da una successione di stanze, la prima delle quali era l’Apodyterion:

L’Apodyterion era il vestibolo principale per l’entrata, ma anche per l’uscita, delle terme romane, la prima sensazione che si aveva entrandovi era quella del disagio creata dall’altissimo tasso di umidità presente, esso era costituito da un vasto spogliatoio, arricchito da varie scaffalature o nicchie, dove gli avventori potevano riporre i propri indumenti ed effetti personali. Lasciare i propri effetti incustoditi alle terme poteva però non essere privo di rischi, è accertato da molte fonti che questi luoghi erano purtroppo molto frequentati dai ladri. Oltre che spogliatoio, l’Apodyterion poteva essere utilizzato anche come palestra nel quale gli avventori potevano svolgere esercizi ginnici per riscaldare la muscolatura. Il percorso proseguiva poi con l’entrata al Frigidarium.

Nel Frigidarium i romani potevano fare bagni di acqua fredda per temprare l’organismo. Questo ambiente poteva essere di forma rotonda con una vasca al centro, ma molto più spesso era di forma rettangolare, e le piscine al centro potevano anche essere più di una, solitamente posizionato sul lato nord delle terme, il frigidarium era dotato di piccolissime finestrelle, che a malapena illuminavano l’ambiente, ma soprattutto non permettevano alla luce solare di scaldare l’acqua delle piscine. I più grandi Frigidari giunti fino ai nostri giorni sono quelli delle Terme di Caracalla e delle terme di Diocleziano a Roma. Si passava poi al Tepidarium.

Nel Tepidarium i romani che uscivano dai bagni di acqua fredda, si ritrovavano in un ambiente transitorio nel quale la temperatura era moderatamente più alta, grazie al passaggio di aria calda sotto la pavimentazione. In questo luogo l’acqua era, come lascia supporre lo stesso nome, tiepida, così da preparare il soggetto in questione ai bagni di acqua calda e alle saune.

Nel Calidarium si svolgevano i bagni in acqua calda e i bagni di vapore, all’epoca chiamati rispettivamente: “alveum” e “sudatio”. Il Calidarium solitamente veniva costruito sul lato sud della struttura, per sfruttare a pieno il calore del sole. Anche questo ambiente poteva essere dotato di una o più piscine, ma non è sicuro a quale temperature venivano portate le acque, certo è che se i romani portavano sandali con suole in legno, l’acqua non avrebbe probabilmente superato i 55 gradi.

Il percorso così come descritto non era certo tassativo, un romano era libero infatti di farlo anche in senso contrario, ma cosa utilizzavano per prendersi cura del proprio corpo? Una delle abitudini principali era quella di cospargere le acque termali con vini particolarmente speziati o con essenze profumate, per lavarsi usavano invece la pietra pomice o la cenere di faggio, ma erano molto usate anche l’argilla e l’olio d’oliva, quest’ultimo veniva poi rimosso con un piccolo attrezzo ricurvo, chiamato strigile.

I romani che avevano terminato i bagni, potevano spostarsi in altri ambienti dove venivano praticati massaggi rigeneranti, praticati con oli ed essenze profumate. Ma non è tutto, le terme romane, almeno quelle più fastose, erano dotate di palestre, dove veniva praticato il gioco della palla, la lotta e vari esercizi ginnici, anche se va detto che i romani preferivano l’ozio all’esercizio fisico, biblioteche per la lettura, e addirittura negozi. I più pigri amavano stare ore seduti a bordo piscina conversando e programmando i propri affari. Molti Imperatori e personaggi importanti vollero costruire le proprie terme, è il caso di Agrippa e Nerone, oppure di Traiano che le costruì all’Esquilino o di Costantino al Quirinale.





martedì 23 marzo 2021

Perché le battaglie antiche erano molto più grandi di quelle medievali


La risposta è abbastanza semplice. Molte battaglie antiche furono combattute tra grandi stati o imperi (Roma, Cartagine, Macedonia, Persia) che potevano schierare grandi eserciti.


Al contrario, la maggior parte delle prime battaglie medievali fu combattuta tra stati più piccoli o regni (Inghilterra, Scozia, Francia, Borgogna) con eserciti più piccoli.


Ciò cambiò durante il tardo Medioevo quando si formarono nuovamente stati più grandi (Impero Ottomano, Impero Austriaco, Confederazione Polacco-Lituana, Impero Russo) con i loro eserciti sempre più grandi.




lunedì 22 marzo 2021

Quanti gladiatori furono uccisi nell'antica Roma


Non abbiamo modo di sapere con precisione quanti gladiatori furono uccisi nelle arene, ma probabilmente il numero è molto inferiore a quello che le persone immaginano. Per gran parte della storia romana e in quasi ogni circostanza, era illegale per un gladiatore uccidere il suo avversario ed i romani erano disposti a fare di tutto perché ciò non accadesse.
Contrariamente a quanto si pensa, i gladiatori dovevano rispettare delle regole di combattimento e per far sì che lo facessero esistevano quelli che oggi chiameremmo arbitri. Ad esempio, ai gladiatori non era permesso colpire l'avversario quando questo si trovava a terra; se l'avessero fatto ne avrebbero poi pagato le conseguenze. Di solito i combattimenti terminavano perché uno dei due si arrendeva oppure era ferito, o semplicemente perché i due erano troppo stanchi per continuare a combattere.

Sopra: mosaico romano della villa romana di Nennig datato III sec. d.C. che raffigura il combattimento tra un reziario ed un secutor.

La ragione per tutto ciò era semplice: i gladiatori erano molto costosi da comprare, addestrare e mantenere. Solo gli schiavi dal fisico più prestante erano considerati idonei a diventare gladiatori e dovevano allenarsi tutti i giorni, ricevendo attenzioni costanti. I loro proprietari dovevano ovviamente ottenere un profitto dal loro investimento. Poniamo il caso che una persona possedesse diversi gladiatori: se la metà di loro fossero stati uccisi dopo il primo combattimento, per il proprietario sarebbe stata un'enorme perdita finanziaria. Per questo motivo ci si prendeva cura dei gladiatori, si nutrivano bene e si davano loro adeguate cure mediche. Potevano guadagnare abbastanza soldi da comprarsi addirittura la libertà ed alcuni di loro che lo fecero, decisero di continuare comunque a combattere solo per la fama e per la gloria.
Sotto diversi aspetti i gladiatori erano come gli atleti famosi dei giorni nostri, più che delle macchine della morte come spesso vengono rappresentati nei film hollywoodiani. I loro ritratti potevano essere trovati nei luoghi pubblici ed i bambini romani avevano dei bambolotti che li rappresentavano. I gladiatori sponsorizzavano addirittura dei prodotti! I loro sudore si vendeva come afrodisiaco. Dei veri sex symbols. La vita da gladiatore era così affascinante che l'imperatore Commodo decise di combattere come uno di loro nell'arena (i suoi avversari comunque lo lasciavano sempre vincere).

Sopra: dettaglio di un mosaico romano della città di Zliten in Libia del II sec. d.C.

Ovviamente poteva succedere che alcuni gladiatori morissero durante i combattimenti, ma ciò non era assolutamente comune come siamo soliti immaginare. Gli storici stimano che probabilmente solo il 10% dei combattimenti terminavano con la morte di uno dei gladiatori. Quando questo accadeva, era spesso o frutto di un incidente, oppure uno dei due non aveva rispettato le regole che vietavano le uccisioni. Anche se gli imperatori, vista la loro importanza, potevano certamente ordinare che i due combattessero a morte, questo accadeva molto di rado e non era certamente un gesto ben visto.
Quando ci si trovava davanti ad una morte, quello che in realtà moriva il più delle volte non era un vero gladiatore. I romani spesso condannavano i criminali a morire nell'arena per puro intrattenimento popolare. Erano persone che sarebbero state uccise comunque e la cui vita non era considerata importante. Spesso i criminali erano obbligati a combattere tra loro. Altre volte venivano condannati ad essere divorati dai leoni o altri animali feroci.
La famosa frase "Ave Imperator, morituri te salutant" (Ave imperatore, quelli che stanno per morire ti salutano), non veniva pronunciata dai gladiatori ma, secondo Svetonio, dai criminali ed i prigionieri di guerra condannati a morire nell'arena. Tuttavia Svetonio menziona la frase solamente una volta, siamo quindi inclini a pensare che non fosse un saluto consuetudinario.

Sopra: Pollice Verso, dipinto nel 1872 da Jean-Léon Gérôme. La raffigurazione dei combattimenti tra gladiatori come eventi sanguinosi e mortali non è storicamente accurata.



domenica 21 marzo 2021

Come è riuscito un esercito Romano di appena 10mila uomini a sconfiggere un esercito di Britanni così tanto superiore alla battaglia di Watling Street?


Nel mondo antico, quando si trattava di battaglie, la qualità a volte contava più della quantità. Questo è stato il caso della battaglia di Maratona, dove un esercito di circa 11.000 greci sconfisse un esercito di 25.000 persiani, la battaglia di Guagamela dove meno di 50.000 macedoni sconfissero un esercito persiano almeno il doppio delle sue dimensioni, e la battaglia di Canne in cui Annibale un esercito di 45.000 sconfisse un esercito di romani e dei loro alleati che ammontavano a 80.000.

I romani, nel 60 d.C., erano stati in guerra per quasi tutta la loro storia. Le loro legioni erano professionali, ben addestrate e disciplinate. I loro ufficiali erano avidi studenti di strategia e tattica militare. Gli Iceni ei loro alleati erano mal addestrati e mal equipaggiati e avevano poca nozione di strategia e tattica militare.

Secondo Wikipedia:

“Boudica condusse il suo esercito in avanti attraverso la pianura e nel campo ristretto in un massiccio attacco frontale. Mentre avanzavano, venivano incanalati in una massa compatta. Poco prima che i britannici entrassero in stretto contatto con i loro nemici, i romani lanciarono il loro pila, un tipo di giavellotto, per abbattere alcuni dei britannici in carica e danneggiare gli scudi degli altri, costringendoli a scartare i loro scudi ea lasciarsi scoperti. Quando i romani ebbero esaurito i loro missili, si precipitarono fuori e marciarono in avanti in una colonna a forma di cuneo fitta. I romani, con un chiaro vantaggio in armature, armi e disciplina, avevano un vantaggio decisivo negli scontri ravvicinati contro i britannici fitti. La cavalleria romana, con le lance estese, entrò quindi in battaglia.

Man mano che le perdite dei britannici aumentavano, cercavano di ritirarsi, ma il loro volo fu bloccato dall'anello dei carri e furono massacrati. I romani uccisero non solo i guerrieri ma anche le donne, i bambini e persino gli animali da soma. Tacito riferisce una voce secondo cui 80.000 britannici caddero contro la perdita di soli 400 romani.

Tuttavia, le cifre citate per la campagna nelle fonti antiche sono considerate dagli storici moderni come stravaganti ".

In altre parole, i britannici hanno commesso lo stesso errore dei persiani a Marathon e dei romani a Canne, si sono lasciati ammassare in spazi ristretti dove non avevano mobilità e potevano essere massacrati.


sabato 20 marzo 2021

L'esercito Romano del Tardo Impero sarebbe stato in grado di battere quello della Tarda Repubblica?

Dipende dal periodo del tardo impero romano di cui parliamo.

Gli eserciti della tarda repubblica erano raffinate macchine per uccidere. Il più grande di loro spesso raggiungeva 100.000 soldati o più. Ogni soldato era stato fornito con un casco, un'armatura per il corpo e un grande scudo. A questo punto, l'esercito romano era diventato completamente professionale, quindi ogni soldato regolare era arruolato per un periodo di un decennio o più. Ogni singolo soldato di questo periodo avrebbe probabilmente partecipato a più conflitti sotto forma di guerre civili contro altri romani.

Questi eserciti generalmente combattevano in combattimenti ravvicinati, formando una linea e usando il loro scudo scutum per proteggersi dagli attacchi provenienti da tutti i lati, quindi usando il gladio come una lancia più versatile. Avevano anche un rispettabile braccio di cavalleria, ma nei conflitti contro altri romani, la cavalleria non era mai particolarmente utile a causa dell'inefficacia della carica contro ranghi di uomini disciplinati e ben protetti.

Erano organizzati in unità di 5.500 uomini (la legione), un'unità organizzativa standard molto più ampia di quella che qualsiasi altra potenza statale o militare poteva raccogliere. L'esercito romano di questo periodo fu ottimizzato in ogni modo per affrontare altri eserciti disciplinati in battaglie campali (generalmente altri eserciti romani).



Se invece intendiamo un esercito intorno al periodo di Diocleziano o Costantino (300-350), direi che potrebbe andare in entrambi i modi, ma mi spingerei in direzione dell'esercito tardo repubblicano.

L'esercito romano del periodo dominato era di dimensioni simili agli eserciti della tarda Repubblica. L'esercito era ancora composto principalmente da volontari professionisti, l'equipaggiamento e l'addestramento rimanevano di buona qualità e la maggior parte delle truppe aveva anche anni di esperienza. L'esercito di questo periodo potrebbe anche avere dei vantaggi; avevano più accesso ai mercenari stranieri, che portarono diversi stili di combattimento nell'arsenale romano e offrirono loro più opzioni sul campo di battaglia.

Tuttavia, poiché l'esercito tardo romano ha dovuto affrontare una serie diversa di minacce provenienti da oltre i confini, le unità di organizzazione all'interno dell'esercito erano più piccole (circa 1.000 uomini per unità). Questo nuovo esercito romano è stato progettato per essere la sicurezza del confine, togliendo l'enfasi alle battaglie campali. Le forze militari romane ora dovevano inserirsi in uno schema difensivo più ampio inteso a combattere le migrazioni, le incursioni e l'invasione occasionale. Le battaglie campali erano più rare.

Alcuni degli aggiustamenti effettuati dall'esercito tardo romano furono efficaci nell'affrontare le minacce poste a Roma, ma probabilmente sarebbero stati un danno per questo esercito in una lotta contro la sua controparte repubblicana. Ad esempio, molte unità di fanteria hanno iniziato a usare più scudi rotondi e cambiare i loro gladii per uno spatha più lungo, una spada di cavalleria progettata per tagliare. I soldati tardo romani dovevano essere combattenti più a tutto tondo per affrontare qualsiasi varietà di minacce violente, ma in questo processo, la dottrina specializzata "grinta e macinatura" del periodo repubblicano era andata perduta.

Inoltre, l'esercito tardo romano faceva più affidamento su ausiliari o mercenari per fornire supporto a distanza, abbandonando il pilum utilizzato dagli eserciti repubblicani. Sfortunatamente, questa dipendenza dalla distanza non sarebbe andata bene contro l'esercito repubblicano disciplinato e pesantemente protetto. Gli scutum, quando chiusi insieme, erano praticamente impenetrabili alla maggior parte delle armi a distanza, a condizione che lo sbarramento non fosse travolgente.



Anche le unità organizzative più piccole farebbero male. Le singole parti dell'esercito tardo romano non sarebbero state coese come le unità repubblicane più grandi, il che significa che le frequenti interruzioni nella linea di battaglia sarebbero state facilmente sfruttate. L'esercito tardo romano sarebbe andato in rotta più facilmente man mano che le loro unità venivano eliminate una per una.

Se parliamo di qualcosa dopo il 395, l'esercito repubblicano calpesterà l'esercito tardo romano.

Nel periodo successivo a Teodosio, i romani dipendevano fortemente dalle forze mercenarie. L'economia romana era un guscio avvizzito di se stessa, i soldati erano certamente meno equipaggiati e gli standard di addestramento e disciplina erano diminuiti drasticamente. Nessuna possibilità per questo esercito, soprattutto se paragonato alla potenza della Repubblica Romana.


venerdì 19 marzo 2021

I soldati Romani avevano una vita coniugale?



Ai legionari romani era vietato prendere moglie durante gli anni di servizio, che durava 20 anni. Non sono sicuro, ma credo che invece agli ufficiali fosse permesso.

Tuttavia sembra che fosse piuttosto comune il fatto che i legionari avessero delle amanti o delle donne con cui avevano delle relazioni sentimentali, con cui convivevano e con cui avevano dei figli (oggi diremmo delle coppie di fatto), con cui si sposavano una volta ottenuto il congedo (ed anche il riconoscimento ufficiale dei figli).

Era una cosa piuttosto comune perché in delle fortezze legionarie lungo il Vallo di Adriano sono stati trovati molti reperti come oggetti chiaramente appartenenti a donne e bambini.


giovedì 18 marzo 2021

Cosa potrebbe insegnare ai soldati moderni un centurione Romano sulla guerra?

 

Se una cosa ci fosse, suppongo sarebbe la marcia.

I legionari romani potevano marciare.

L'abilità di marciare da centinaia a migliaia di chilometri è un'arte perduta negli eserciti moderni.

Molte cose potrebbero essere apprese da un centurione, il tipo di resistenza fisica e mentale di cui erano capaci i legionari romani è difficile da mettere in relazione con gli standard militari odierni.

Questi uomini non erano estranei a un branco in marcia che pesava fino a 40 kg mentre indossava solo sandali di cuoio, ma erano comunque in grado di attraversare distanze incredibili a piedi.

Pensa cosa ci voleva per arruolarsi da ragazzo, passare un decennio in campagna elettorale, in tempi in cui non erano cose come le telecomunicazioni per parlare con i tuoi cari ...

Come sarebbe essere un ragazzino di città che si arruola a 15 anni, torna a casa 20 anni dopo per trovare tua madre vecchia e risposata, tuo padre è morto, le tue sorelle diventano nonne, i tuoi fratelli non sono mai tornati dalla battaglia e ci provano per mettersi al passo con la vita civile ...

Dopo una vita di militari e lotte sul campo di battaglia ...

Questi erano un'altra razza di uomini che vivevano secondo standard e ideali di gran lunga superiori e più profondi di qualsiasi soldato professionista moderno, credo che si possa imparare molto da loro.

Tutta la conoscenza è preziosa.

Solo perché qualcosa non si applica "praticamente" al campo di battaglia di oggi non significa che sia completamente irrilevante.


mercoledì 17 marzo 2021

Come viveva un gladiatore nell'antica Roma


Jean-Léon Gérôme, Pollice Verso

I costi di addestramento di un gladiatore erano enormi. L'addestramento del gladiatore ammontava a decine di migliaia di sesterzi.
Poche scuole avrebbero acconsentito a degli scontri inutili in cui morivano decine di gladiatori. Inoltre, va sottolineato che il medico era presente nell'arena per guarire rapidamente le ferite dei combattenti.
Il medico valutava quale gladiatore poteva combattere e quale, dopo le ferite subite, non serviva più.
Certo, i gladiatori morivano. Ci sono cimiteri di gladiatori, ma non era così tragico come ci viene tramandato dalla letteratura.
Molti gladiatori ricevevano la libertà dopo aver vinto decine di combattimenti e molti romani consideravano le battaglie come un'opportunità per fare una buona carriera e dei soldi.


martedì 16 marzo 2021

Il lato oscuro dell'antica Roma


Questo fu il destino degli oltre cinquemila uomini guidati da Spartaco negli anni della ribellione. Non erano che i resti dell'esercito ribelle: i loro compagni, un numero venti volte superiore, furono massacrati sui campi di battaglia… Abbastanza oscuro, mi pare…



lunedì 15 marzo 2021

Quale battaglia storica dovrebbe essere trasposta al cinema?


Sicuramente in maniera molto accurata direi la battaglia di Filippi (42 a.C).


1) Il mastodontico schieramento delle due fazioni: forze cesariane del secondo triumvirato, composto da Marco Antonio, Cesare Ottaviano, e Marco Emilio Lepido contro quelle di Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, i due cesaricidi. Un totale di oltre duecentomila soldati sul campo!
2) L'importanza storica dell'esito di quella battaglia: esito che pose fine alla vita degli assassini di Cesare e a tutti coloro che appoggiarono tale gesto. E così bloccando qualsiasi possibile ritorno alla Repubblica che fino ad allora per secoli era "rimasta in piedi" instaurando, o meglio consolidando de facto, il nuovo status quo che avrebbe poi in seguito portato allo scontro fra Ottaviano e Marco Antonio.
3) Fu una delle battaglie che rimasero più vive nel cuore di Roma e della sue legioni in quanto fu il più sanguinoso scontro fino ad allora avvenuto fra uomini in armi appartenenti allo stesso popolo. In soldoni il culmine di una guerra civile perpretrato con una battaglia mostruosa.


P.S.
Va detto che si può apprezzare l'imponenza e la tragicità di quella battaglia nella serie TV "Rome" (2005–2007). Ma con un'impostazione da colossal cinematografico si raggiungerebbero vette sublimi.


domenica 14 marzo 2021

Perché i barbari invasero l’impero romano?

 


Per lo stesso motivo per cui la gran parte dei profughi africani ed asiatici, nei tempi attuali, sta invadendo l'Europa. Per dirla in termini scientifici, cercavano un luogo dove poter crescere i propri figli con meno privazioni e migliore aspettativa di vita. I Romani avevano portato ovunque stabilità e sicurezza. Nei territori conquistati si erano costruite case in pietra dove esistevano solo capanne e villaggi, venivano gettati robusti ponti ad attraversare i fiumi che erano di impedimento ad ogni attività sociale e commerciale, le strade collegavano grandi distanze, i centri urbani, elevati dalla terra e dal fango, si munivano di templi, municipi e teatri e finalmente la giustizia, amministrata da sempre "ad personam", subendo l'umore del capotribù, diveniva uguale per tutti. Al contrario di oggi non esistevano implicazioni religiose, nel senso che non erano gli invasori a voler imporre il loro credo ancestrale. Il cristianesimo era concepito infatti dai re più illuminati, come un bagliore di umanità, che avrebbe in tempi brevi, portato alla pacificazione universale. Purtroppo avevamo sottovalutato l'ego germanico, che dal medioevo ad oggi avrebbe condizionato il concetto basilare di fratellanza dei popoli.


sabato 13 marzo 2021

Cosa sarebbe accaduto se le tribù Germaniche avessero ucciso ogni Romano che si fosse presentato per chiedere tributi?

I romani avevano un dilema con la Germania, non era così avanzata come i Celti che avevano fortificazioni e strade di cui i romani approfittavano, motivo per cui erano in grado di difendere le loro terre conquistate in modo rapido ed efficiente.

I Celti avevano anche un governo, leggi e una struttura centralizzati. Ogni tribù celtica aveva capi. Avevano anche i druidi. Che erano consiglieri politici e leader religiosi. Avevi i ricchi, i poveri e gli schiavi. Il motivo per cui Cesare è stato in grado di ragionare con molte tribù è a causa della loro struttura e delle leggi praticate.



Pensa ai Celti come agli Aztechi e ai tedeschi come ai nativi americani meno popolati nel nord del Messico o in quelli che ora sono gli Stati Uniti, il posto era scarsamente sistemato, la gente non aveva un governo centralizzato ed erano tecnologicamente arretrati e popolati dalle tribù.

Si potrebbe presumere che i romani si espandessero verso est e sottomettessero facilmente le tribù tedesche. Sembra un facile bersaglio per la conquista, giusto?


Sì, tranne che devi ricordare che la Persia ha un confine con Roma, quindi non era logisticamente desiderabile per i romani espandersi ulteriormente verso est poiché avevano bisogno di truppe al confine con la Persia.

I tedeschi mancavano di agricoltura e venivano allevati come raccoglitori di cacciatori, quindi spesso razziavano gli insediamenti gallici e successivamente romani. I romani decisero che il Reno era il confine perfetto e invece di conquistare i tedeschi avrebbero rapito un bambino come promessa che se la tribù si ribellasse il bambino perderà la vita ma se la tribù renderà omaggio, il bambino diventerà un membro rispettato della società come cittadino romano.

C'era una volta un bambino tedesco che fu rapito e romanizzato, il suo nome era Arminius.


È stato educato ad amare Roma come il suo paese e per chiedere tributi alla sua tribù. Avrebbe detto ai barbari della sua famiglia e del villaggio con cui non è mai cresciuto che sarebbe stato nel loro miglior interesse obbedire a Roma e avrebbe discusso con una persona ribelle per dare loro un senso su quanto fosse grande, potente e avanzata Roma avere una folle sensazione di picchiarli e di punirli per la ribellione.  



Tuttavia divenne fedele al suo popolo, avrebbe dovuto essere un capo tribale dei Cherusci se fosse cresciuto lì e gli faceva pena vedere i romani trattare il suo popolo con disprezzo e aggressione.


Convinse la sua gente a smettere di pagare tributi e di renderlo leader poiché aveva la conoscenza di sconfiggere Roma e mostrò loro tattiche di battaglia e segreti romani di guerra e una volta tornato a Roma, guidò Varo e le sue legioni in una trappola in Germania.



Quella fu la battaglia della foresta di Teutoburgo che i barbari vinsero e fecero gridare all'imperatore Augusto " Quintilio Varo, ridammi le mie legioni!"

I romani tuttavia respinsero e si espansero oltre i tradizionali confini gallici e conquistarono le tribù tedesche più forti.


Tuttavia il costo era maggiore dei guadagni in quanto più a est il luogo era meno popolato e il tributo offerto era di gran lunga inferiore al costo dell'espansione più c'era sempre la minaccia persiana, quindi Roma tornò indietro.

Quindi sì, non pagare il tributo ha avuto conseguenze negative, i romani hanno anche commerciato, fornito aiuti esteri e inviato persone in cambio di tributi e preso in prestito truppe tedesche per la guerra con la Persia.

Tuttavia, negli ultimi giorni dell'Impero Romano, quando i Barbari erano molto più popolati, non erano più tribù e avevano armature, infrastrutture e istruzione migliori, dovevano combattere le guerre per non voler rendere omaggio. Un po 'come le guerre di indipendenza dall'essere stati tributari.

L'imperatore Valente ha negoziato un trattato di pace con Atanarico dai Goti di Thervingian nell'ultimo IV secolo.


Atanarico non volle rendere omaggio e inviò le sue truppe a combattere contro un nemico sconosciuto (la Persia), così combatté contro Roma e l'imperatore organizzò un trattato di pace sul confine del fiume.

Questo atto di per sé fu rivoluzionario poiché i romani negoziavano sempre trattati ineguali all'interno della Germania, questa volta cedette alle richieste dei barbari e negoziando al confine. I romani, tuttavia, che portarono a credere di essere stati benedetti dalla dea Vittoria registrarono questo evento come una vittoria romana, sostenendo che l'imperatore sconfisse il leader barbaro con la sua intelligenza superiore in un dibattito (sì, retorica, logica e grammatica erano una cosa allora ) mentre si vantava della sua conoscenza della filosofia e prestava la sua mano amica dicendo che li avrebbe puniti non dando loro aiuti stranieri, ma resterà comunque alleati. I civili romani non hanno mai saputo che i Goti smisero di pagare tributi e credettero che fosse l'ennesima vittoria romana.



venerdì 12 marzo 2021

Il Toro di Falaride: l'infernale Sistema di Tortura ed Esecuzione della Magna Grecia


Il Toro di Falaride fu uno strumento di tortura ed esecuzione inventato da Perillo di Atene e reso famoso dal suo primo (ed unico) cliente, il Tiranno di Agrigento Falaride. La tortura è uno strumento potente di persuasione, che venne utilizzata sistematicamente sino almeno al XIX secolo per ottenere informazioni o confessioni, prevista addirittura dal diritto romano. Le esecuzioni, in particolar modo, erano il metodo più esaustivo per terrificare i proletari e convincerli che un padrone fosse necessario e imprescindibile.
Falaride, vissuto nel VI Secolo avanti Cristo, era un tiranno sadico e crudele, accusato (nelle leggende) di cannibalismo su infanti e di altri terribili crimini. Il fabbro e artista Perillos, originario di Atene, si presentò un giorno alla corte proponendo uno strumento di tortura ed esecuzione totalmente nuovo: un Toro in Bronzo con la pancia cava, tanto grande da poter ospitare un uomo, che venisse arroventato mediante un fuoco che conduceva il condannato ad una morte lenta di immane dolorosità.


Falaride rimase compiaciuto e stupito, fece i complimenti all’artigiano per l’inventiva e ordinò che fosse Perillos stesso a dimostrare l’efficacia del Toro. Il fabbro fu quindi messo dentro la propria invenzione e provò il terrore della tortura all’interno del Toro. Iniziò a gridare dal dolore e la sua voce risuonava come il feroce muggito di un Toro arrabbiato, grazie ad un sistema di tubi sulla fronte della scultura metallica. Poco prima che morisse “cucinato vivo”, Falaride fece estrarre Perillos dal Toro, giustiziandolo gettandolo da una rupe.
Sotto, lo strumento di tortura in un’incisione di Hans Burgkmair


Scrive Luciano di Samosata nel suo “Falaride I”, facendo parlare in prima persona il Tiranno:
Un mio connazionale, un Perilaus, artista ammirevole ma di indole malvagia, aveva pensato di ottenere i miei favori con l’invenzione di una nuova forma di tortura. Pensava che le torture fossero la mia vera passione. Aprì la parte posteriore dell’animale e descrisse: “Quando hai intenzione di punire qualcuno lo chiudi dentro, applichi questi tubi alle narici del toro e ordini che vi sia acceso un fuoco sotto. L’occupante urlerà e la sua agonia sarà trasformata dai tubi nel più patetico e melodioso dei muggiti. La vostra vittima sarà punita e voi vi godrete la musica“.
Luciano di Samosata continua nella sua descrizione e spiega come Falaride fece entrare Perillos all’interno del Toro con la scusa di provare la veridicità dell’affermazione sui tubi, vi fece poi appiccare un fuoco sotto e fece in seguito giustiziare il diabolico artista, facendo collocare il toro al tempio, oggetto di culto che fece una sola e una unica vittima: Il suo stesso creatore
Sotto, una Maiolica di Casteldurante, bottega di Andrea da Negroponte, che raffigura il Supplizio di Perillo:


Le leggende, che in questo caso si confondono immancabilmente alla storia, vogliono Falaride stesso ucciso all’interno del Toro dal tiranno che lo seguì, di nome Telemaco. Forse, come nel caso della Vergine di Norimberga, anche il Toro di Falaride fa parte delle macchine di morte legate alla leggenda, e la veridicità degli antichi scritti è tutta da verificare.